Criticare: no? Mica fa male
Il giudizio, nel popolo di ‘Forza Napoli sempre’, suscita indignata rabbia. Molti fingono di non sapere che si sfidavano il Napoli quasi primatista della Serie A e la Lazio alquanto più in bassa in classifica.

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© “ESULTANZA” – FOTO MOSCA
Comodo, facile, attrattore di simpatia? Sollecita forse applausi, il gratificate “bene, bravo, bis”, perfino un’ambita standing ovation, virtuale o in presenza, nel corso di fortunati incontri tifosi-giornalisti sugli scalini del Maradona Stadio? Mai e poi mai. È tutt’altro andare contro corrente, ridimensionare come fortunata benevolenza di San Gennaro il 2 a 1 al 94esimo di Lazio-Napoli.
Il giudizio, nel popolo di ‘Forza Napoli sempre’, suscita indignata rabbia. Molti fingono di non sapere che si sfidavano il Napoli quasi primatista della Serie A e la Lazio alquanto più in bassa in classifica; che i laziali per un tempo e mezzo hanno dato l’anima per sovrastare la più quotata avversaria e questa intensità energetica si paga alla distanza; che dopo il gol di Pedro, a pochi minuti dal the end, gli uomini di Sarri hanno ritenuto con leggerezza che la partita scivolasse via senza pericoli: l’ex tecnico del Napoli si è ingolosito, è sembrato appagato dal pareggio dell’attaccate spedito in campo, ha puntato a difendere l’1 a 1 a oltranza, scelta che non paga quasi mai.
Poi, decidano i narratori delle ‘imprese’ del Napoli se Elmas è un brocco (giudizio recente) o il profeta della squadra da scudetto (prestazione super di lunedi); Zielinski brutta copia di grande centrocampista, Fabian ha forse smarrito la ragione calcistica o è da 7,5 in pagella, perché autore del 2 a 1, ma alla fine di una prestazione modesta?
Il ‘Maradona’, domenica prossima, per quanto concedono le disposizioni anti Covid, sarà sold out. Ospiterà la partita delle partite, il test con esito non ancora definitivo sul predestinato al tricolore, ma sicuramente attendibile per capire se azzurri e rossoneri, con gli interisti in agguato, sono autorevolmente candidati a ‘scudettarsi’ o sono punte poco appuntite di un campionato orfano di star, di quelle che in passato, al the end della stagione, hanno svettato con venti o più punti sulla seconda.
Sono di qualità davvero superiore le tre sorelle-nemiche ora in vetta a un torneo calcisticamente piatto, di alti e bassi? O sono collettivamente vulnerabili, impacciate, violate da compagini di metà classifica, interpreti di bel calcio in sporadiche, rare eccezioni e complessivamente sottotono negli impegni internazionali (la recente lezione di calcio del Barcellona al Napoli, lo conferma clamorosamente). A domenica la non ardua sentenza.
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