Change, ovvero il fascino del cambiamento
Immaginare il successore di Spalletti, oggi, potrebbe essere puro fantacalcio. Eppure, ha condotto a nomi insospettabili, profili ideali di un Napoli che voglia essere bello e vincente.
© “SPALLETTI” – FOTO MOSCA
Internet non finisce mai di stupire. Ha risposte quasi sempre esaurienti per i miliardi di domande che pone l’umanità. La richiesta: “Quanti e chi sono gli allenatori del mondo disponibili, cioè disoccupati?”. Da non credere, al quesito rispondono venti colonne, ciascuna di 25 nomi e dati anagrafici. Nello scorrere le prime schermate, qualche nome attira l’attenzione. C’è da soffermarsi su Pochettino e Low, ex Paris Saint Germain ed ex ct della nazionale tedesca, su Benitez, su parte degli italiani, alcuni molto noti: Mazzarri, Prandelli, De Zerbi, Zenga, Ranieri, Di Francesco, Guidolin, Di Matteo, Andreazzoli, Ballardini, Cagni, Semplici e i meno noti Manzano, Aglietti, Trinco, Pascale, Labbadia, Tarroni, Garibaldi, eccetera, eccetera.
L’input che ha guidato la ricerca è la premessa per immaginare la successione a Spalletti, in scadenza di contratto a fine campionato. Ma prima, dovesse perpetuarsi la guida del tecnico toscano, con voto da scarso “sei politico”, il padre padrone del Napoli, che immaginiamo poco entusiasta, dopo i due pareggi con Fiorentina e Lecce, da rinvio a ottobre per deficit di personalità, qualità che spetta all’allenatore, potrebbe anticipare i tempi della separazione. È da bocciatura la lotteria di cambi insensati, le caotiche varianti di centrocampo, l’infertilità offensiva, mascherata dalle pochezze di Verona e Monza, l’arrangiato inserimento dei nuovi, a dispetto di lodi sperticate per la campagna acquisti di De Laurentiis.
Per non scindere realtà e fantasia: la crociata del risparmio del presidente ha incluso anche la direttrice “Mi tengo Spalletti per non dove pagare lui e il successore”. Ma chi dopo il tecnico toscano? Volendo guardare all’estero i citati Pochettino e Low, ma ci sarebbe da scegliere tra centinaia di disponibili. Il Made in Italy suggerisce i nomi di Prandelli, la riconosciuta saggezza e l’esperienza di Ranieri e Guidolin, la grinta di Mazzarri, la voglia di riaffermazione di Ballardini, Zenga, De Zerbi, Di Francesco, Di Matteo e nel solco del Napoli rinnovato, intrapreso da De Laurentiis, un giovane allenatore di talento proiettato verso obiettivi ambiziosi. Fantacalcio? Probabile, ma dettato dal sano desiderio di un Napoli bello e vincente.