Esclusiva – Floro Flores: “Napoli da scudetto, inutile nascondersi. Vi spiego quel “no” alla Juventus”

Antonio Floro Flores: da giovanissima promessa del Rione Traiano a bomber itinerante, sempre con Napoli nel cuore. L'ex attaccante, oggi tecnico dell'Angri, si è raccontato ai nostri microfoni.

Articolo di Luca Piedepalumbo01/10/2022

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© “FLORO FLORES” – FOTO MOSCA

Antonio Floro Flores, ex calciatore e attuale tecnico dell’Angri, è un figlio del Vesuvio. Cresciuto nel Rione Traiano, in una zona della città a metà strada fra lo stadio Maradona e il Centro Paradiso di Soccavo, si forma calcisticamente nei settori giovanili di Atletico Toledo e Posillipo, prima di coronare il suo sogno e diventare a 17 anni un calciatore del Napoli. Nel 2000 Zeman lo fa esordire in Coppa Italia contro la Sampdoria, pochi mesi dopo con Mondonico arriva anche il debutto in Serie A all’Olimpico contro la Roma: “Un’emozione indescrivibile, un ricordo indelebile. Quello con il Napoli è un legame viscerale che nessuno mi potrà mai portare via. Grazie a Zeman sono rimasto in prima squadra. Dovevo tornare nelle giovanili, ma mi ha voluto fortemente in gruppo. Purtroppo fu esonerato, altrimenti avrei giocato fin da subito molto di più perché ero un suo pupillo. Mondonico, poi, mi ha lanciato nel calcio che conta. Lo ringrazierò per sempre per tutto ciò che mi ha trasmesso. Quello che ho fatto in carriera è merito soprattutto di questi due allenatori”.

Con la maglia del Napoli Floro Flores ha collezionato 68 presenze, mettendo a segno 3 reti, tra il 2000 e il 2004. Dopo l’esperienza nel club partenopeo, ha spiccato il volo in Serie A tra le fila di Udinese, Genoa e Sassuolo. Ha chiuso la carriera in Campania, alla Casertana, ma non ha mai più vestito i colori della sua città: “Rimanere nella stessa squadra a vita è molto difficile. Certo mi sarebbe piaciuto, ma non ho rimpianti. Sono contento della carriera fatta. Il rammarico è soltanto quello di aver giocato in un Napoli estremamente in difficoltà dal punto di vista societario ed economico, sempre sull’orlo del fallimento. Si tirava avanti ancora con ciò che aveva fatto Maradona più di dieci anni prima. Se fosse stato il Napoli di De Laurentiis magari avrei fatto un percorso diverso. Dopo l’esperienza al Genoa c’è stato un momento in cui sarei potuto tornare, ma Mazzarri, allora tecnico degli azzurri, preferì puntare su altri profili”.

Fra la prima e la seconda esperienza ad Udine, Floro Flores vive sei mesi molto positivi con la maglia del Genoa e a gennaio arriva un clamoroso “no” pronunciato nei confronti della Juventus: “Non fu un vero e proprio rifiuto. Ovviamente non avrei avuto problemi ad indossare la maglia bianconera, sono un professionista. Avevo voglia di giocare con continuità e a Torino non ne avevo la certezza. La cosa più importante per me in quel momento era sentirmi al centro del progetto tecnico. Non è stato facile, ma ho pensato innanzitutto alla mia crescita e al mio percorso da calciatore”.

Quest’estate hanno lasciato il Napoli big come Insigne, Koulibaly e Mertens, ciononostante la squadra, sotto l’esperta regia di Luciano Spalletti, sta facendo benissimo sia in campionato sia in Champions League. Una partenza che ha entusiasmato anche Floro Flores: “Con un Napoli così sorprendente è inutile nascondersi. Si tratta di un’occasione da non sprecare. Bisogna saper gestire i momenti negativi e tenere botta a livello mentale. Questo negli anni è stato un grande limite, bisogna migliorare definitivamente anche sotto questo punto di vista. La società ha investito benissimo, portando in maglia azzurra giovani molto interessanti. È una squadra più forte di quella della passata stagione. Non era facile rimpiazzare chi ha fatto la storia del Napoli, invece De Laurentiis e Giuntoli ci sono riusciti. Chapeau alla società: c’è da inginocchiarsi e fare i complimenti. Anche se lo scudetto non dovesse arrivare. Penso si sia aperto un ciclo importante, bisogna avere pazienza”.

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