Un calcio alle palle – Erik ten Hag, giù le mani dai brasiliani!

La polemica tra Erik ten Hag, allenatore del Manchester United e Antony, estroso brasiliano dei Red Devils, si fonda sulla lesa maestà della fantasia verdeoro.

antony
Articolo di Francesco Gorlero01/11/2022

Nel calcio possiamo parlare di tutto e criticare altrettanto. Discutere di tattica e sottolineare la tecnica. Azzardare pronostici, comporre analisi e contare i numeri. Esiste una sola legge non scritta, stella polare per milioni di bambini sognanti: l’estro brasiliano deve esprimersi. Ed è qui che arriva, pesante come una sequoia, la bastonata al signor Erik ten Hag, tecnico olandese del Manchester United. Nessuno mette in dubbio le sue qualità, tantomeno le sue conoscenze calcistiche, tuttavia, il reato di lesa maestà nei confronti della “ginga” resta indelebile. Freddo di testa e di cuore.

Ma ti rendi conti, caro Erik, che il pubblico paga per vedere l’inusuale, l’imprevisto? Quando si suole dire che un gesto tecnico vale il prezzo del biglietto, cosa credi significhi esattamente? Sostituire per punizione il giocatore colpevole di aver dato spettacolo gratuito, rappresenta tutto ciò che un GIOCO non dovrebbe dare come esempio. I più seri potranno ribattere che non è un gioco, bensì un lavoro. Ed io risponderei a questi pensierosi signori – tra i quali figura sicuramente ten Hag – di ritenersi fortunati di lavorare con un gioco, poiché potrà essere vestito di sovrastrutture come più si preferisce, ma un gioco è, e un gioco rimane.

L’Oooh di meraviglia dell’Old Trafford alla doppia veronica sul posto a ruotare su sé stesso, con palla incollata al piede, di Antony contro lo Sheriff, mentre Erik scuote la testa è l’istantanea perfetta. Se non senti certe cose dentro, o se le hai offerte in sacrificio al professionismo, la gestione dei grandi talenti si rivelerà sempre disastrosa. Non ho mai sentito allenatori come Ancelotti dire ciò che ten Hag ha poi sostenuto a giustificazione del cambio punitivo: “non ho problemi con queste cose finché sono funzionali. Anche da lui, esigo di più: più corsa dietro, più spesso in area, più inserimenti e soprattutto più dribbling funzionali. Chiediamo più possesso in queste partite e quando c’è un trick del genere è bello purché sia ​​funzionale e non si perda la palla. Se attiri o superi gli avversari, va bene. Ma se è una cosa gratuita no”.

Piccolo inciso, Antony non ha perso palla e non c’era pericolo che la potesse perdere. Il primo difendente era a metri di distanza. La maschera del funzionale dietro la quale si nascondono alcuni tecnici, spesso è abusata e usurata, tanto da far intravedere il livore per l’estro fine a sé stesso. Il brasiliano ha ribadito pubblicamente che non smetterà di fare ciò che lo ha portato dove si trova adesso, ricevendo, immediatamente, l’appoggio di altri grandi giocolieri brasiliani, in primis Neymar.

Ma vogliamo un po’ tutti porci una domanda? Che mondo sarebbe, oggi, senza Garrincha? Avremmo avuto lo stesso Neymar senza Ronaldinho? E quest’ultimo senza Ronaldo? E così la catena prosegue a ritroso, di testimone in testimone, tutti figli della “ginga”. Antony è la naturale prosecuzione di quel sentiero dorato. La doppia piroetta non era funzionale? E sti…, non fa nulla. A testimonianza dell’importanza di un gesto tecnico simile nell’immaginario, domenica, nel riscaldamento prepartita tra Manchester United e West Ham, Cristiano Ronaldo ha tentato più volte di replicare il trick, senza successo peraltro.

Ora, signor ten Hag, capisce bene che se anche un cinque volte Pallone d’oro viene tanto influenzato, qualcosa vorrà pur dire? Là, nel profondo, al di là del professionismo e degli anni di fatiche, quando si è bambini e si sogna a occhi aperti di emulare le giocate più fantasiose. Da ragazzino mi sono sgusciato mille volte i gomiti nel tentativo di impersonare Van Basten in rovesciata. Quindi, Erik ten Hag, figlio di quel calcio totale di cui ti fai testimone, non tentare di domare un purosangue con il frustino, accompagnalo, assecondalo, lui, poi, asseconderà te. Solo così otterrai connubio e armonia tra ordine e fantasia.