Che fine hanno fatto gli undici del Napoli 2004/05? L’anno della rinascita

Riparte la rubrica per scoprire che fine hanno fatto i campioni del Napoli. Analizziamo, oggi, l’anno 2004/05.

Articolo di Gianmarco D'Antonio01/12/2022

Nell’estate 2004, il Napoli, che ormai galleggiava stabilmente nel centro-classifica in Serie B a causa di buchi di bilancio e crolli societari, fallisce ed è costretto a ripartire dalla Serie C.

Non si chiama più: S.S.C. Napoli, ma bensì Napoli Soccer. Aurelio De Laurentiis, dopo il fallimento, ne acquisisce i diritti in tribunale e fa ricominciare dai bassifondi il progetto sportivo napoletano, che però nel momento della fondazione non aveva né i titoli, né i meriti sportivi, né i trofei e il nome.

Quella che doveva essere un’epoca buia, in realtà si trasforma ben presto in un trampolino di lancio. Lo stesso De Laurentiis, proprio nei primissimi giorni di presidenza, dichiara: “Sono qui per portare il Napoli in Champions”

Chiaramente lasciando basita qualsiasi persona, in quanto presidente sportivo di una società che da anni non splende ed è costretta a ripartire dalla 3a serie. Ma che il patron azzurro fosse lungimirante e leggermente megalomane si era subito inteso. Marino fu il primo ad essere contattato ed assunto, un direttore sportivo che aveva già lavorato in azzurro, durante gli anni di Maradona, un personaggio che conosceva benissimo i palcoscenici che fino a quel momento conduceva. Infatti era direttore dell’Udinese in Serie A e poteva usufruire di fondi importantissimi per far rinascere Il Grande Napoli.

Avendo acquisito la società in agosto, ebbe 15 giorni di settembre per allestire la squadra; c’era anche lo storico fisioterapista Carmando, pochi palloni sgonfi ed un centro sportivo appena bloccato. Il primo acquisto fu “Il Pampa” Sosa, amatissimo dalla piazza poiché argentino. Tra i titolari in Serie A, scelse per amore Napoli e la Serie C. 

In un attimo l’entusiasmo salì alle stelle, gli abbonamenti schizzarono a 19mila tessere, record per la categoria. 62mila spettatori, altro record, contro la Reggiana.

Il progetto era importante, furono presi giocatori come Capparella, Pià e Gaetano Fontana, dalla massima serie italiana, e giocatori fondamentali di categoria, allestendo una formazione di talento che fosse pronta a dominare da subito. 

Le promesse del presidente erano quelle del doppio salto, quindi i tifosi, immediatamente, presero parte a questa cavalcata; nonostante il fallimento, nonostante la Serie C, si respirava aria di entusiasmo e passione. La squadra , affidata a Gian Piero Ventura, autore tra l’altro del doppio salto sia del Lecce che del Cagliari, sembrava una corazzata.

Ma non è tutto oro quel che luccica: la mancanza di un vero ritiro, una squadra ancora non organizzata bene ed una partenza a rilento condizionarono il cammino azzurro.

Il problemi, poi, con il tecnico e lo stentare di alcuni giocatori, considerati di talento, non permisero agli azzurri la promozione. Questo non sfiduciò: l’altalenante anno aveva comunque creato le basi per la costruzione di qualcosa di importante. Una società che sarebbe ben presto esplosa da un punto di vista sportivo. I tifosi lo sapevano, lo sapeva tutto l’ambiente, e questa rinascita con una presidenza importante ed una classe dirigente rispettabile non avrebbe deluso le attese.

Rivedere un San Paolo gremito, e l’esultanza di Varricchio sotto la curva per un goal all’88esimo alla Vis Pesaro, era presagio di grandi cose. C’era solo da aspettare!

Che fine hanno fatto gli undici titolari del Napoli in Serie C? 

Ecco il 4-4-2 di Ventura alla partenza:

  • Matteo Gianello; al Napoli dal 2004 al 2011 giocando anche in Europa. Ultimo anno da giocatore nel Villafranca Veronese nel 2012 in Serie D. Oggi, dopo essere stato scagionato dalle accuse di combine sportive, è disoccupato e le sue ultime dichiarazioni, del 2021, attestano che difficilmente lavorerà mai nel mondo calcistico.
  • Gianluca Grava; dalle marcature sporche a quelle di Champions, è uno dei pochi che non si è fatto saltare da un certo Ronaldinho. È anche uno dei pochi che è rimasto in società: attualmente è responsabile del settore giovanile.
  • Giovanni Ignoffo; 33 presenze su 34 per lui, famoso per una doppietta allo scadere. È un allenatore di calcio, e milita in Serie D con la società calabra del San Luca.
  • Davide Giubilato; nel 2004 il Venezia l’aveva ceduto in Serie A alla Sampdoria ma saltò tutto gli ultimi giorni di mercato. Così il Napoli ne approfittò (avendo altri 15 giorni a disposizione) e lo portò in Serie C. Granitico difensore centrale, molto amato, oggi è direttore sportivo del Santarcangelo, squadra che disputa il campionato di seconda categoria.
  • Nicola Mora; vero giocatore di pallone. Prelevato da un ottimo Bari e voluto fortemente da Ventura, fece un’ottima annata. Ha giocato fino al 2017 in Eccellenza con il Real Forio. Dopo problemi di calcio scommesse attualmente è lontano da questo sport.
  • Ignazio Abate; straordinario ed eccessivamente troppo per quella categoria. Arrivato in prestito dal Milan, era devastante sulla fascia destra. Giovanissimo e straripante fisicamente, fu difficile trattenerlo. Pochi anni dopo divenne titolare inamovibile e capitano dei rossoneri. Oggi allena proprio le giovanili del Milan, un progetto iniziato il 5 luglio 2022.
  • Gaetano Fontana; arrivò a Napoli 34enne, e dopo aver portato la Fiorentina in Serie A decise di ricominciare, tra l’altro in maniera straordinaria, in una società difficile come quella azzurra. Regista straordinario. Dopo essersi ritirato, ha conseguito una carriera da allenatore altalenante: dopo alcune apparizioni in Serie C, l’ultima stagione l’ha trascorsa nell’Imolese e dopo averla salvata in Serie D fu prima riconfermato e poi esonerato a 5 giorni dal ritiro.
  • Francesco “Ciccio” Montervino; cattiveria, carisma e capitano. Recuperava palloni e metteva molto entusiasmo. Simbolo della rinascita azzurra divenne subito leader della squadra. Dopo essersi ritirato, ha iniziato la carriera da Direttore Sportivo per il Taranto, dove ha militato fino all’aprile del 2022. Oggi svincolato, è principalmente un commentatore televisivo per le televisioni locali campane.
  • Marco Capparella; un ottimo gregario, giocatore tecnico, che il Napoli ha fatto esordire anche in Serie A. Ad oggi è l’allenatore della squadra Under-16 del Castelnuovo Vomano in Promozione. In realtà era l’allenatore della prima squadra nel 2018, poi esonerato fu comunque lasciato alla guida dell’Under-21, per poi essere retrocesso all’Under-18, e infine al ruolo attuale.
  • Inacio Pia’; brasiliano funambolo proveniente dalla Serie A, preso dai rivali dell’Atalanta, aveva non poche presenze. Accetta Napoli e la infiamma con i suoi dribbling. Oggi è un procuratore sportivo, lavora molto con la seconda serie brasiliana e con le serie minori italiane.
  • Roberto “El Pampa” Sosa; che giocatore, che entusiasmo, quanto è stato legato alla piazza. Amato anche dalla dirigenza, ha militato in tutte le categorie con il Napoli; si può dire che l’ha accompagnato e fatto diventare grande. Dopo il ritiro è stato anche allenatore, guidando squadre come Sorrento e Savoia. Attualmente è un commentatore sportivo, spesso ospitato anche negli studi di Sky.