Imparare a vincere

Per le squadre che da tempo non vincono il campionato, le aspettative sono il killer delle prestazioni vincenti.

Articolo di Alberto Cei02/03/2022

©️ “SPALLETTI” – FOTO MOSCA

Gli allenatori non parlano volentieri di scudetto, possono lasciare intendere che questo è l’obiettivo ma subito dopo smentiscono questa interpretazione con battute o spostando l’attenzione sul presente e, quindi, sulla prossima partita. Lo sport, in questo caso il calcio, è un’attività in cui si vivono forti emozioni, che vanno controllate smussando le aspettative troppo entusiaste, per evitare che diventino un peso insostenibile per la squadra. Non a caso le recenti partite delle squadre che guidano il campionato, Napoli, Inter e Milan, sono lì a dimostrarlo. Appena hanno capito che avrebbero potuto avvantaggiarsi sulle avversarie sono arrivati una serie di pareggi che hanno mantenuto la situazione in parità. Ad eccezione di Lazio-Napoli, nelle altre partite compresi anche i turni precedenti si è giocato anche con grande impegno però per non perdere, non certo per vincere.

Per le squadre che da tempo non vincono il campionato, le aspettative sono il killer delle prestazioni vincenti. Perché con facilità diventano un moltiplicatore di ansia generata dall’idea di dovere vincere a ogni costo. Questo approccio, se non viene gestito in modo efficace porta con più facilità a perdere questa opportunità. In altri termini, se l’allenatore cominciasse a parlare apertamente di scudetto creerebbe uno stato di tensione tale nella squadra, per cui è meglio avere solo l’obiettivo di giocare la partita seguente. Inoltre, vi è un altro beneficio collegato a questo modo di pensare: non si rischia di essere delusi in modo profondo. Perdere una partita spiace ma la prossima permette di cancellare subito questo stato d’animo. Se si perde lo scudetto, dopo averlo sognato, si rischia di cadere in depressione e di sviluppare un’idea negativa della squadra.

Di conseguenza gli allenatori devono lavorare per controllare la propria irrazionalità e quella della squadra capendo che per vincere è necessario restare all’interno di ogni singola partita e nulla di più, cosicché tutto resta limitato a 90 minuti. In altre squadre, invece, sin dall’inizio del campionato si può spingere l’acceleratore sull’obiettivo finale: “Vinciamo ogni partita così vinceremo lo scudetto”. Quest’ultima filosofia è la condizione abituale delle squadre che sono abituate a vincere e per le quali l’obiettivo della loro partecipazione a un torneo o al campionato è quello di vincerlo. Giampiero Boniperti, presidente della Juventus, lo diceva già negli anni ’70: “Vincere è l’unica cosa che conta”. Bisognerebbe insegnare alle squadre e ai singoli calciatori a essere felici di vivere situazioni così emozionanti come quelle che affrontano chi lotta per un ottenere grande risultato, lo scudetto. Si avrebbero meno comportamenti irrazionali e superstiziosi e si giocherebbe con la consapevolezza che correndo dei rischi e mostrando una motivazione eccezionale si possono raggiungere traguardi ambiziosi.

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