Sentieri dorati: Pedro Henrique Silva dos Santos, in arte Pedrinho

I direttori sportivi affrontano strade tortuose e innumerevoli imprevisti pescando per il mondo crack o flop. Eppure, con cervello, cuore e coraggio possono imbattersi in sentieri dorati nascosti che conducono ai nuovi nomi del calcio che sarà. Noi proviamo a dare loro qualche indicazione.

pedrinho
Articolo di Francesco Gorlero02/07/2022

Se il primo sentiero dorato ci aveva condotto in Germania, esattamente a Stoccarda, per conoscere Samuele Di Benedetto, oggi, dobbiamo navigare oltreoceano, seguendo la rotta dorata per eccellenza. Sì, esatto, sbarchiamo in Brasile, miniera a cielo aperto di pepite, pronte per essere scovate e valorizzate. Lo stesso colore della divisa della Seleção ricorda lo splendore dell’impareggiabile talento brasiliano.

‘Ginga’ e ‘joga bonito’ sono le espressioni più pure di ciò che sta alla base di tutto: la palla e il divertimento. Così nascono e crescono giovani funamboli ogni giorno sotto il sole tropicale. Controllo di palla e destrezza sono fondamentali che ogni brasiliano padroneggia sin da piccolissimo. Su una battigia di Copacabana, in un campetto sperduto nell’entroterra di Bahia o nel centro di una città come São Paulo, la costante rimane la stessa: la palla e il divertimento.

Due assiomi che il giovanissimo Pedro Henrique Silva dos Santos, più semplicemente Pedrinho, ha eletto come sue, personalissime, stelle polari. Dribblomane fino al midollo. Ma ha appena 16 anni e si sta solo divertendo, mentre comincia a far sollevare qualche cappello con paragoni scomodi. Nato nello stato di São Paulo il 5/02/2006, sin dalla tenera età ha mostrato un particolare e precoce talento con la palla, tanto da attirare le attenzioni del Corinthians. Entrato in squadra, da quel momento Pedrinho non si è più fermato, scalando le categorie, conquistando la Seleção Under 17 e arrivando ad affacciarsi con gli Under 20 del Corinthians in Copinha (Copa São Paulo de Futebol Júnior).

Fonte: Transfermarkt.it
Fonte: Transfermarkt.it

Destro naturale di piede, erede dei grandi giocolieri brasiliani, parte anche Pedrinho largo in attacco sulla sinistra. Più ala che seconda punta, pur non disdegnando di stare più vicino alla porta, preferisce sfruttare il proprio dribbling in velocità, caratteristica che ha portato più osservatori a paragonarlo a Nani. Dotato di ritmo e tempismo nella giocata, a cui fa seguito una fulminea accelerazione, tende a disorientare il diretto marcatore e lasciarlo spesso sul posto. La grande sicurezza che Pedrinho mostra avere nel suo dribbling, talvolta, come normale che sia a 16 anni, lo porta a esagerare, cercando il numero a effetto non necessario. Ma siamo fiduciosi che imparerà a dosare spada e fioretto con il tempo.

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Come richiesto dal calcio moderno, il giovane paolista alterna scorribande sulla fascia a tagli improvvisi verso il vertice dell’area avversaria, creando i presupposti per una conclusione in porta o una rifinitura. La statura di 171 cm ne fa il tipico brevilineo, tuttavia, nonostante la stazza non sia importante, riesce ad avere la meglio nei contrasti grazie a una notevole forza nelle gambe, oltre al baricentro basso.

Unica vera mancanza al momento è l’abnegazione difensiva. Raramente torna a coprire sulla fascia, così come ancora più rari sono i tentativi di pressing sull’uomo una volta perduto il pallone. Servirà qualche strigliata e svariati giri di campo, ma se la volontà di Pedrinho sarà quella di diventare un grande giocatore, ascolterà e correrà in silenzio, imparando e ripassando gli errori commessi.

Perfetto per il 4-3-3 o per il 4-2-3-1, il ragazzo potrebbe tornare utile in futuro a squadre che vogliano puntare su un potenziale crack a impatto bassissimo di costo. Il contratto che lo lega al Corinthians, al netto di affetto e riconoscenza, terminerebbe nel 2025, anno in cui Pedrinho compirà i 19 anni di età e, con ogni probabilità, sarà già monitorato da squadre europee, se non dalle big.

Il nostro consiglio è quindi di anticipare la concorrenza attraverso colloqui esplorativi, sia con i genitori del ragazzo, non avendo lui un agente al momento, sia con il club paolista. Instaurare un buon rapporto potrebbe facilitare una futura operazione. Ad esempio, un giovane direttore sportivo come Morgan De Sanctis, avrebbe la possibilità di consegnare un gioiellino alla Salernitana, un po’ come Sabatini ha fatto questo inverno con Ederson. E chissà che il talento di Pedrinho non possa essere ancora più abbagliante di quello del connazionale. Il potenziale c’è tutto, non resta che farsi avanti prima degli altri.