Il rientro di Simy: un nuovo capitolo della sua telenovela calcistica
L'attaccante Simy della Salernitana sta per essere reintegrato in squadra. La telenovela continua, ma stavolta potrebbe esserci qualche sorpresa.
Nwankwo Simy è pronto a rientrare in squadra nella Salernitana, dopo aver rifiutato diverse richieste dall’Italia (Cosenza e Sampdoria) e dall’estero. La sua vicenda rischia di diventare una sconfortante telenovela calcistica, ma ci accingiamo ad assistere ad un nuovo episodio che potrebbe offrirci delle sorprese.
L’attaccante nigeriano resta al momento un inestricabile enigma calcistico. I tifosi ancora si chiedono come abbia fatto a realizzare 40 gol in due campionati in A col Crotone quello che, ai loro occhi, è sembrato un autentico brocco, incapace di buttarla dentro. La spirale di crisi profonda in cui è precipitato, ha sicuramente incrinata profondamente la sua autostima, visto anche le successive, altrettanto deludenti, stagioni in serie B col Parma e Benevento.
Una possibile chiave di lettura per comprendere perché il calciatore ha preferito rinunciare alle buone offerte pervenutegli quest’estate è proprio da ricercare in una bassa autostima che può averlo trattenuto dal cimentarsi con altre squadre, onde evitare possibili lazzi e improperi dei tifosi in caso di ulteriori fallimenti.
E così quest’anno il calciatore si è ritrovato escluso dalla squadra, con la società inferocita per i suoi continui rifiuti e mal disposta ad erogargli per altri due anni uno stipendio netto vicino al milione di euro.
Iervolino aveva preannunciato il desiderio di diventare il primo presidente a licenziare un calciatore per scarso rendimento e tutti avevano pensato a lui. Sui social erano innumerevoli gli incitamenti a procedere in tal senso. Ma in un nostro precedente articolo avevamo spiegato perché questa strada è giuridicamente impercorribile.
Ma l’averlo posto fuori squadra, ha rischiato di far scoppiare un caso legale col rischio di risarcimenti milionari. La Salernitana, avendo imparato la lezione dal caso Pandev, ha perciò deciso di reintegrarlo per evitare problemi giuridici.
L’interrogativo ora è che farne di Simy e capire perché ha chiesto col suo legale il reintegro.
Sperava solo di ottenere, in caso di rifiuto della società, un risarcimento per mobbing o nutre ancora un pizzico di orgoglio personale e intende rimettersi in gioco per ritrovare la fiducia perduta in sé stesso?
Propendiamo per la seconda ipotesi, anche perché il calciatore non aveva bisogno di questa ulteriore diffida per attivare l’iter giudiziario. Se ci pensate, con quello stipendio e con i suoi 31 anni, poteva tranquillamente continuare ad allenarsi separatamente dalla squadra, senza pressioni e . . . godersi di fatto la pensione anticipata. E invece eccolo pronto e determinato a ritornare in squadra per prendersi una rivincita.
La maggioranza dei tifosi granata continua a mostrarsi assai scettica nei suoi riguardi. Inoltre il duo Sousa-società ha ben altre gatte da pelare per concentrare la loro attenzione sul recupero del nigeriano.
Ma con il suo rientro in squadra, Simy potrebbe ritrovare la motivazione e l’autostima perduta per essere pronto ad accettare eventuali nuove opportunità che gli dovessero arrivare nella finestra invernale del calciomercato. Sarebbe una salutare boccata d’ossigeno per le finanze della Salernitana. Se invece fosse rimasto ancora ai margini della squadra, chi lo potrebbe cercare più?
E se poi Sousa dovendo far fronte, fino al mercato di gennaio, alla “moria delle vacche” che si registra tra gli attaccanti granata, riuscisse nell’impresa di resuscitare questo novello Lazzaro calcistico? Chi può dirlo. Winston Churchill diceva: “Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.
Perciò non resta che aspettare pazientemente il prossimo capitolo, sperando in un lieto fine. Una cosa è certa: in questo travagliato inizio di campionato il ritorno di Simy non rappresenta certo il problema principale da risolvere, ma potrebbe trasformarsi in una nuova, inaspettata, carta da giocare per la Salernitana.
C’è ancora tempo prima di apporre alla vicenda il cartello THE END.