Quello che Cristiano dice solo a Mendes

Cristiano Ronaldo non sta vivendo serenamente l'ultimo Mondiale e si pone degli interrogativi, l'unico a consigliargli risposte è Jorge Mendes.

cristiano ronaldoUEFA Euro 2020 - Preview / Cristiano Ronaldo of Portugal celebrates . ( Photo BestPhoto/Pier Giavelli )
Articolo di Redazione SDS02/12/2022

© “CRISTIANO RONALDO” – FOTO MOSCA

«Questo è il mio ultimo Mondiale, sono uno dei pochi calciatori della storia a disputare una Coppa del Mondo da svincolato. Sembra che qui non mi voglia più nessuno. C’è l’Arabia Saudita, ma cosa ci vado a fare in Arabia io? Io sono Cristiano Ronaldo. »

Mr. Champions League non sta vivendo serenamente il suo ultimo Mondiale. C’è una Coppa da alzare con il suo Portogallo per fare la storia, certo, ma all’orizzonte un futuro indecifrabile, incubo per chi ha vissuto tutta la sua vita obiettivo dopo obiettivo. Sarebbe bello, bellissimo, intervistarlo, chiedergli effettivamente che piani ha per il suo futuro, quali sono le sensazioni che lo animano. Pochi eletti hanno quest’onore, ma non sarebbe comunque certa la sincerità. A tanti oggi piace deviare le domande, dire ciò che è pacifico, che conviene; pensiamo allo stesso Cristiano, se non fosse partita da lui la voglia di sfogarsi sulla questione Manchester, avrebbe mai prodotto ‘sto casino?

Dunque, non avendo la possibilità di intervistarlo, tantomeno la certezza che ai microfoni di una testata risponda in modo schietto, autentico, ci è venuta in mente un’idea: con chi Cristiano è trasparente? Chi è l’eletto che di lui conosce solo verità, che lo segue, lo consiglia. È uno, Jorge Mendes. Ci piace immaginare di essere nascosti sotto il letto della camera d’hotel di Ronaldo, ad origliare un ipotetico dibattito tra i due, nel quale il bionico di Madeira ed il Re dei procuratori discutono, magari dopo una sessione di allenamento con la Nazionale, circa il futuro del portoghese calciatore.

Caliamoci ancor di più nella scena: Cristiano Ronaldo termina l’allenamento, si reca nello spogliatoio e si dirige in doccia. Non è calmo, ma non può rinunciare all’avere la pelle liscia e lucente una volta abbandonato il centro sportivo. È frustrato, la testa gli sta per scoppiare. Ha deciso, chiama il suo procuratore e gli dice: “Jorge, ci vediamo nella mia stanza d’albergo tra mezz’ora, non sono sereno“. Grosso, scolpito e levigato, entra in albergo e prosegue verso la camera, il suo procuratore è difronte a lui ed a dividerli un’enorme scrivania. Sotto il suo letto, a poco più di un metro di distanza, noi nascosti.

Sono due, le discussioni che abbiamo ideato, unite da unico denominatore, oggi in sordina, ma quanto mai realistico.

Dialogo 1: “L’eroe dei due mondi”

Jorge Mendes: “Cristiano, perché mi hai chiamato? Cosa c’è che non va? Non mi hai mai chiamato dopo l’allenamento, per di più con tutta quest’urgenza. Eppure state andando bene, siete già qualificati per gli ottavi e hai anche segnato: sei l’unico calciatore ad aver realizzato almeno un gol in 5 diversi edizioni dei Mondiali e ti lamenti pure?”

Cristiano Ronaldo: “Tralasciamo, è il minimo. E comunque quel goal di testa contro l’Uruguay lo hanno assegnato a Bruno Fernandes che ha crossato. Comunque, veniamo a noi, non sono contento. Sono di nuovo in cerca di una squadra, ricordi come è andata quest’estate? È come se nessuno mi volesse nel proprio club. Sto giocando il mio ultimo Mondiale da svincolato, cosa succederà a gennaio? I miei compagni hanno detto di aver letto l’interessamento da parte di un club arabo, ti risulta?”

Jorge Mendes: “, è l’Al Nassr, seconda squadra per vittorie in tutta l’Arabia Saudita. Non hai idea quanti soldi ti hanno offerto. Sono pronti a sborsare 200 milioni di euro a stagione per i prossimi due anni e mezzo, comprensivi di ingaggio e accordi pubblicitari. Credo che sia un’offerta impareggiabile, nel vecchio continente nessuno può arrivare a queste cifre“.

Cristiano Ronaldo: “Uhm… l’Arabia? Ma sei davvero sicuro sia il posto che fa per me? Eppure mi conosci, io devo vivere sotto i riflettori, voglio dimostrare ancora a tutti di essere il migliore e non ho intenzione di smettere. La mia carriera non sta tramontando come credono, voglio un’altra possibilità: aspettiamo ancora dall’Europa, magari qualche club ti chiama. E poi l’Arabia Saudita non mi convince, non so se possa essere il posto giusto per Georgina e i miei figli. Abbiamo sempre vissuto nelle più importanti città europee e si trovano bene, perché dovrei coinvolgerli ad un trasferimento così drastico?”

Jorge Mendes: “Cristiano tu sei intelligente, ragiona con me: per te restare in Europa è dura, soprattutto alle tue condizioni. Hai capito anche tu l’andazzo delle trattative quest’estate, soltanto due, massimo tre squadre possono permettersi di pagare un ingaggio alto come chiedi. Inoltre, ricordati che tu chiedi di giocare da esterno piuttosto che da punta, ma la gran parte degli allenatori di oggi ti vede come un 9. Devi ridimensionare le tue pretese tecniche ed economiche“.

Continua Mendes: “Ho un’idea per te. Da come ho capito, l’idea di fare il nababbo in Arabia non ti aggrada, e vuoi dimostrare ancora una volta a tutti di essere il numero uno. Penso che attendere sia una buona idea, ma noi attenderemo un’offerta da un luogo specifico, gli Stati Uniti, la Major League Soccer. Nella terra a stelle e strisce il calcio è in continua evoluzione, e di pari passo la passione per esso. Potresti essere il catalizzatore del processo. Lì giocano a Baseball, Basket, Soccer, con il tuo arrivo il movimento calcistico assumerebbe dei connotati rivoluzionari, nuovi. Nessuno sarebbe come te.

Condurresti una vita simile a quella che porti già avanti, la tua famiglia vivrebbe negli States con te e ne sarebbe più che felice. Continueresti ad essere il numero uno nel paese, ed il campionato statunitense ha molto più appeal rispetto a quello arabo, saresti ancora seguitissimo. Non lottare più per essere il numero uno del calcio, piuttosto per esserlo come personaggio extracalcistico. Sponsor, business, il tuo potere mediatico e la tua fama esploderebbero. Dalla Big Apple ad Hollywood, saresti la prima grande star. Dal calcio al jet set insomma“.

Cristiano Ronaldo: “Sai, non hai tutti i torti…

Dialogo 2: “Crì… ricordi Beckham?”

  • Olà Crì. Come stai? Che succede?
  • Olà. Mi chiedi come sto? Come devo stare?
  • Ancora con questa storia? Concentrati sul Mondiale. Al resto ci penso io.
  • Come hai fatto in estate? Sei tu che mi hai fatto fare l’intervista per rompere con i Devils. Io ci ho messo la faccia, io sono andato alla gogna mediatica, per agevolare il tuo di lavoro. Sono passate due settimane e cosa abbiamo?
  • Crì
  • Crì! Un cavolo. Abbiamo un’offerta dell’Al Nassr.
  • Un’offerta faraonica. Nessuno mai al mondo avrà un offerta simile. Diventeresti un sultano. La tua famiglia per generazioni non avrà mai problemi economici.
  • Un sultano in mezzo al deserto. In mezzo al nulla. La mia famiglia non avrà mai problemi di soldi e io non la porto in mezzo ai cammelli. E io non ci vado a giocare in mezzo ai cammelli. Io sono Cristiano Ronaldo, io sono il calcio, il calcio ha bisogno di me. Io devo dominarlo e il calcio si domina giocando la Champions.
  • Crì
  • Jorge, la Champions. Devi portarmi in una squadra che gioca la Champions. Non c’è alternativa.
  • Crì, è difficile.
  • Difficile per chi? Per te?
  • Per te. Crì, lo vuoi capire o no che non sei più un ragazzino. Lo vuoi o capire o no che guadagni troppo per quelli che sono i tempi, per quella che è la tua età. Nessuno può darti quei soldi adesso.
  • Non sono i soldi che voglio. Voglio il rispetto che merito. Voglio continuare a vincere.
  • Tutti ti rispettano Crì. Hai fatto la storia.
  • E continuerò a farla.
  • Ma non in Europa. È ora di allargare i confini. Per arrivare a destinazione, se una strada chiusa bisogna prenderne un’altra.
  • Non ci passo per il deserto.
  • E per Ocean Drive con la tua Bugatti?
  • A Miami? A fare cosa?
  • A fare quello che ha fatto David. Ti ricordi quando arrivò a Los Angeles. L’impatto mediatico. Lui e Victoria erano i due personaggi più famosi del globo.
  • Io già lo sono.
  • Ma lì tutto si moltiplicherebbe in maniera esponenziale. Pensa alle pubblicità, agli sponsor, ad Instagram. Forse non vinceresti più in campo, ma vicineresti fuori, diventeresti l’uomo più influente del pianeta. E, alla fine, è questo quello che tu vuoi. Ti sei costruito la tua influenza con il pallone. Hai la possibilità di farlo senza di esso. Sarebbe mettere un piede nel futuro, nel tuo futuro.
  • Ma la Champions? I Palloni d’Oro? Essere il numero uno?
  • Le hai già. Hai già fatto tutto quello che poteva essere fatto. Ogni record è tuo. Ogni Coppa è tua. La storia è tua. E hai ancora un Mondiale da giocare.
  • Da vincere.
  • Da vincere, esattamente. Tu puoi, Crì. Fai questo e proiettati nel futuro. Fidati di me.
  • È l’unica scelta che ho.
  • È l’unica scelta che hai. Boa sorte, amico mio. Pensa solo al campo, al tutto il resto ci penso io. Ciao.
  • Jorge.
  • Crì.
  • Il Miami in che campionato gioca?

A quello che accadrà tra un mese a questa parte, l’epilogo di questa fantasiosa, ma non troppo inventata, vicenda. Le palme di Miami, ad oggi, sembrano quelle più indicate a fare ombra sul finale di carriere del fenomeno di Madeira.