Caro Jannik…
A breve, anche Jannik Sinner entrerà a far parte del novero dei "vip" italiani espatriati nella "cassaforte" Montecarlo.

Tra non molto sarò, sarai, saremo chiamati rendere pubblico il sì o il no al quesito referendario su “Condivi la ‘fuga di attrici/attori, sportivi, manager, imprenditori e boss criminali, che trasferiscono armi e bagagli in attraenti rifugi esentasse, o, nell’ipotesi meno ottimistica, in luoghi dove la ricchezza è colpita con ‘leggerezza’ da permissivi sistemi tributari”. Sì, o no?
Per i multimilionari europei, Montecarlo è una comoda accogliente cassaforte per sottrarre grandi profitti alle tasse. Il sistema fiscale del Principato di Monaco non prevede la tassazione dei patrimoni personali ‘di qualsiasi origine’. Number one dei cosiddetti vip italiani di Montecarlo è l’intraprendente Briatore, leader monegasco della ristorazione, dell’accoglienza, del divertissement. Ma sono tanti i nomi di atleti famosi, motociclisti, ciclisti, calciatori, tennisti, imprenditori, di migliaia di italiani che trasferiscono il domicilio a Montecarlo ed evadono il fisco. La furbata è vietata, esempio opposto, ai francesi.
Non è solo Montecarlo ad attirare gli evasori. Per chi cita a memoria solo le ultra famose Bermuda, le Cayman, ecco una significativa integrazione: sono 41 gli stati che offrono regimi fiscali privilegiati. Comunque, la citazione del libero mercato dell’evasione è di moda in questi giorni, per involontario demerito di Jannik Sinner, fantastico campione che tennisti famosi ed esperti pronosticano prossimo a scalzare l’immenso Djokovic dal trono di numero uno mondiale del suo sport.
Il campione del sud Tirolo con la faccia da bambino e nervi saldi da winner man, ha rinviato il rendez vous con il presidente Mattarella per non interrompere gli allenamenti. Ora, incoronato re degli Australian Open, ha risposto con un garbato, deciso ‘no’ all’invito di salire sul palco dell’Ariston come ospite d’onore del Sanremo di Amadeus. Che dire, è un raro ed eticamente apprezzato rifiuto a ‘mischiare la lana con la seta, lo spettacolo con lo sport. Bravo, bene, bis, ma il ter non è arrivato, anzi: evidentemente consigliato da chi se ne intende di investimenti fruttuosi, Sinner diventerà uno degli ottomila italiani esuli nel Principato per non esporsi alla nostra ghigliottina del fisco.
Insomma, niente tasse per l’erario italiano. Di là dall’aspetto etico della scelta suggerita da esperti consulenti, ci si chiede: per ottenere la residenza nel Principato, fra tante clausole c’è anche l’obbligo di viverci per almeno 183 giorni all’anno. Domanda, forse ingenua, forse no: come può rispettare quest’obbligo un atleta come Sinner impegnato in continuità per tornei in tutto il mondo, fatta eccezione per una breve sosta invernale? Una seconda curiosità: per dimostrare di abitare nel Principato, il garbato e rispettoso Jannik firmerà il foglio di presenza di suo pugno o le autorità del posto gli crederanno sulla parola?
Piccolo rimprovero, che nulla toglie alla sua intatta modestia, a comportamenti universalmente apprezzati: perché quel selfie con la Meloni, utilizzato da “Yo soy Giorgia” come spot elettorale? Non era più sobria una stretta di mano? La speranza è che il selfie non sia il risultato di ‘fratellanza’ politica. Anche un garbato invito ad alcune followers che lo seguono ovunque. Sullo striscione che sventolano, cancellino ‘Sud Tirol’ e scrivano ‘Italia’.