Napoli calcio: c’è bisogno di fare un passo avanti

Napoli-Milan è finita male in campo, ma ancor peggio sugli spalti. È necessario fare un lungo passo in avanti per arginare una deriva simile.

Articolo di Innocenzo Calzone03/04/2023

©️ “NAPOLI-MILAN” – FOTO MOSCA

Napoli-Milan una partita che non è finita male ma peggio. Non vogliamo stare qui a sottolineare quanta inciviltà si sia vista nella Curva B a dispetto di una civiltà mostrata da un popolo straordinario da non so quanto tempo.

Il pensiero però non può non abbracciare una panoramica che vede il calcio come l’apice inesorabile di uno stato sociale sofferente che trova nella partita lo sfogo più atroce. Intendiamoci, stiamo parlando di una esigua minoranza che però fa più rumore, più notizia di un intero stadio, di un’intera civiltà fatta di 2800 anni di storia. Difendere Napoli e il Napoli da aggressioni continue, verbali e non, diventa spesso difficile. Certo l’arte, la cultura, la passionalità, la disponibilità e poi? Malcostume, ignoranza diffusa e prepotente.

Allo stadio questa esigua, balorda, incivile parte di spettatori ha dato l’ennesima dimostrazione di ciò che riesce a proporre. Il nulla! L’inciviltà! Devo contestare il presidente? Lo devono fare tutti! I biglietti troppo cari? Le bandiere che non si possono portare? Vessilli, stendardi no allo stadio? Non c’è storia. Aggia scassà tutt cose. E tutti hann scassà. Una forma di democrazia talmente maldestra e ottusa che chi non sta con me adda schiattà, cioè subire mazzate a tutto spiano. Veramente indescrivibile.

Dopo anni in cui, il discutibile o meno De Laurentis ha portato in auge un Napoli dominatore dell’Europa intera, prima nelle classifiche europee tanto da intimorire i vari Ancelotti, Klopp, Guardiola cioè i grandi della storia del calcio, si ritrova a fare i conti con un manipolo di dis-graziati capaci di urinare sul piatto in cui stanno mangiando da tanto tempo. Alla luce di ciò credo che un presidente tifoso o meno non debba mai essere in discussione perché è imprenditore come tutti i presidenti e, ahimè, se non caccia i soldi lui o loro non so chi possa farlo.

C’è bisogno di un passo avanti ma molto lungo per arginare tale deriva, c’è bisogno di prendere sul serio una realtà che, strano a dirsi, non può essere nostra come tifosi. A parte un legame straordinario con la squadra, con il campo, con Maradona, con tutto ciò che quel “maledetto” prato verde lascia sognare, bisogna cominciare a rispettare, considerare, amare, umilmente tifare chi non è nostra proprietà, chi, strapagato o meno, riempie le nostre domeniche con entusiasmo. E ancor di più quest’anno…

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