ESCLUSIVA – Presidente Pompei: “Abbiamo costruito una corazzata, siamo destinati a salire in Serie D”

Sport del Sud ha avuto ai propri microfoni il presidente del Pompei, Francesco Mango, il quale ci ha parlato delle sue ambizioni per la prossima stagione.

Articolo di Alessandro Pierno03/07/2023

FOTO FC POMPEI

La stagione calcistica si è ormai conclusa e, per qualcuno, il finale è stato più amaro del previsto. Stiamo parlando dell’FC Pompei, squadra campana che quest’anno ha militato nel Girone A di Eccellenza e ha sfiorato la Serie D. Dopo un terzo posto conquistato sul campo solo i play-off hanno impedito al Pompei la promozione.

Sport del Sud ha avuto il piacere di avere ai propri microfoni Francesco Mango, presidente del club che ha già archiviato la delusione della finale persa contro lo Sporting Ercolanese per la Serie D e non vede l’ora di ripartire per regalare successi ed emozioni alla propria piazza:

Presidente come si riparte dopo la delusione per la mancata promozione in Serie D?

“Sono ancora più carico di prima, ero consapevole che avevamo una buona squadra ma non eravamo all’altezza per disputare determinate partite. L’Ercolanese ha vinto la finale in maniera meritata e voglio rinnovargli i miei complimenti. Io penso che questi campionati devono essere vinti subito raggiungendo il prima possibile la promozione nella nuova categoria, i play-off sono molto pesanti da affrontare ma giustamente quando ti ci ritrovi dentro li devi fare ed è giusto provare a vincerli. Noi non ci siamo riusciti, volevamo vincerli ma è andata male e adesso guardiamo avanti”.

Cosà dovrà fare l’anno prossimo il Pompei per salire in Serie D?

“Stiamo subito lavorando per il nuovo campionato, ho piena fiducia nel direttore e nel mister ed è giusto che si prendano le loro responsabilità e con le loro idee costruiscano una squadra importante. Io amo la mia squadra e l’anno scorso feci subito notare al direttore e al vecchio allenatore che a questa rosa mancava qualcosa e dovevamo intervenire sul mercato, ma loro pensavano che la squadra andava bene così e che qualche giocatore poteva adattarsi anche in altri ruoli. Non lo dico per vantarmi, ma alla fine si è verificato tutto quello che temevo e abbiamo perso punti che potevamo e dovevamo conquistare. Fino alle ultime 3-4 giornate eravamo ancora in corsa per vincere il campionato, poi abbiamo perso contro l’Albanova e contro l’Ischia e non siamo più riusciti a recuperare e abbiamo provato a puntare tutto sui play-off. Dovevamo fare il salto di qualità e questo salto ancora non è arrivato, questo vuol dire che qualcosa va migliorato nella rosa. Abbiamo avuto Masecchia in panchina e con lui abbiamo raggiunto ottimi risultati e abbiamo giocato anche un bel calcio ma dobbiamo cambiare qualcosa per migliorarci ancor di più”.

C’è stato un momento in cui ha pensato che questo salto di qualità era finalmente arrivato?

“Prima della partita contro l’Ischia ero sicuro che questo poteva essere l’anno buono per andare in Serie D. Non mi voglio nascondere, sulla carta avevamo una squadra fortissima formata da 20 giocatori uno più forte dell’altro. Purtroppo ci sono stati alcuni problemi nel corso della stagione che hanno reso tutto più difficile a cominciare dall’addio di mister Pasquale Borrelli che ha dovuto lasciare la panchina per problemi di salute. Poi è arrivato Calendante con il quale siamo partiti bene poi a causa di alcuni episodi tra mister e squadre e abbiamo dovuto allontanare Calendante e chiamare mister Masecchia, ma purtroppo era troppo tardi. L’anno prossimo cureremo tutti i particolari, ognuno deve rispettare il proprio ruolo perchè dobbiamo avere equilibrio. Noi faremo di tutto per difendere il mister e i calciatori dovranno capire che devono dare una mano all’allenatore come il mister dovrà aiutare la squadra”.

Quindi il prossimo anno punterete a vincere questo campionato?

“Vincere non è facile, ma noi siamo destinati a farlo. Costruiremo una corazzata in tutti i ruoli con giocatori esperti e avremo 25 uomini all’altezza. Ora ci serve solo equilibro e serenità, quella che per alcuni tratti non abbiamo avuto l’anno scorso. Non avevamo nemmeno il campo all’inizio, ma grazie all’amministrazione, all’assessore allo sport, alla famiglia Rosario che si sono messi a disposizione e hanno fatto dei miracoli costruendoci una piccola Bombonera. Quest’anno ci siamo mossi prima, siamo destinati a vincere”.

Quali saranno i colpi di mercato di cui avete bisogno per iniziare al meglio il prossimo campionato?

“Prenderemo giocatori che faranno la differenza sia in campo che fuori. Saranno dei profili che ci proietteranno verso il salto di categoria che per noi è fondamentale. Stiamo curando tutti i particolari e sono sicuro che quando si ripartirà avremo a disposizione una rosa di 25 calciatori con la quale potremo dire la nostra”.

Secondo lei quali sono i problemi del calcio dilettantistico in Italia?

“In questa categoria ci sono troppi procuratori che rovinano il nostro calcio, manovrano troppi calciatori e fanno si che questo campionato non sia una competizione regolare. A noi presidenti, che abbiamo amore e voglia di fare bene, ci capita di riporre la nostra fiducia verso queste figure che poi ci portano a commettere tanti errori che paghiamo a caro prezzo sulla nostra pelle. Per fortuna non sono tutti così, ho conosciuto qualche procuratore che cura gli interessi di alcuni calciatori che a breve andremo ad annunciare e posso dire che sono dei professionisti a 360 gradi, uomini seri che tutelano calciatori e presidenti, ma purtroppo non sono tutti così. Io ho conosciuto procuratori che sono il male del calcio e spero che i calciatori abbandonino queste persone perchè in primis creano un danno alla loro immagine. Oggi un procuratore deve garantire per il proprio assistito, anche a livello economico. Se un procuratore pretende determinate percentuali e chiede cifre spaziali quando porta un giocatore in una squadra che non gli può garantire una retribuzione regolare, è giusto che il procuratore metta di tasca sua i soldi che ha promesso al suo calciatore. Per me questo vuol dire fare il procuratore. Siamo tutti bravi a fare le trattative e a prendere soldi per poi sparire quando il giocatore si fa male o quando escono fuori altre complicanze nel corso della stagione”.

E se parliamo di campo il calcio dilettantistico dove deve migliorare?

“La terna arbitrale è un argomento per il quale tutti noi ci battiamo. In Serie A le squadre hanno il Var, i guardalinee e tecnologie, invece nelle nostre categorie i ragazzi sono abbandonati a se stessi con il solo arbitro che dirige la partita. Per un arbitro è difficile condurre una gara in questi campionati, non deve soltanto gestire i due club che giocano, ma deve stare attento anche a tutto quello che succede sugli spalti e sulle panchine”.

Per un presidente quali possono essere i problemi più comuni nel corso della stagione?

“Nel nostro caso noi possiamo essere il nostro unico problema. Abbiamo una piazza vip, perchè Pompei ha una grande tifoseria. Io sono lusingato e onorato di essere il presidente di questa squadra, i tifosi credono in me e mi sostengono sempre. Io con la mia caparbietà e con il mio amore proverò a realizzare i loro sogni. Dopo la finale persa contro lo Sporting Ercolanese i tifosi mi hanno ringraziato con le lacrime agli occhi. Il calcio a Pompei mancava da 10 anni, e dopo 10 anni abbiamo lottato fino alla fine per il campionato e loro ci sono stati vicini nelle gioie e nei dolori calcistici. Quando mi hanno ringraziato e dichiarato il loro amore verso di me io ho promesso di portarli in Serie D, perchè nessuno più di loro merita questa promozione“.

L’arrivo di Maradona Jr in panchina è stato un segnale che ha voluto mandare alla piazza dopo la finale dei play-off?

“In realtà il mister era un mio obiettivo già da 2 anni. Quando l’ho contattato lui aveva lasciato il Napoli United ma avevo già dato parola a mister Borrelli e quindi il suo arrivo a Pompei è slittato. Avere in panchina il figlio del calciatore più forte di tutti i tempi è un’emozione unica, lui è un ragazzo umile, crede tanto in quello che fa e ha uno staff molto preparato. Pompei non è mai stata in Serie D, se ciò accadesse vorrebbe dire aumentare questo brand, alzare il nome di questa bellissima città e sarebbe bellissimo fare tutto questo con lui sulla nostra panchina. Io voglio vincere, a Pompei c’è tanto entusiasmo e voglio regalare la vittoria ai miei tifosi, per me è un sogno portare Pompei in Serie D”.

Che cosa ha detto a Maradona per convincerlo a sposare il vostro progetto?

“La prima volta l’ho guardato negli occhi e gli ho detto: ‘Mister io non ti prendo per farti fare la figurina e mostrarti a tutti, ma ti prendo perchè mi piace la tua idea di fare calcio e proponi un gioco che a me entusiasma. Se pensi che ti ho preso per farti fare la figurina stai pur sicuro che gli investimenti che ho fatto per te non li avrei mai fatti, se sei qui è perchè io voglio vincere con te‘. Lui mi ha guardato e mi ha risposto: ‘Presidente io sto con te, vinciamo insieme!‘. Il mister sta avendo un’opportunità importante, ha una squadra fortissima e lui avrà tutto l’occorrente per fare bene. Mi aspetto tanto dai ragazzi e da lui”.

Avete un modo di curare i social che aumenta la visibilità del Pompei anche al di fuori del rettangolo verde: quanto è importante nel calcio curare anche questi aspetti?

“Un imprenditore che vuole fare carriera deve curare anche questi particolari. Io ho sempre detto di volermi distinguere dalla massa e i social li curo in prima persona e ci investo tanto. Sono sicuro che sono il futuro e curo tutti i minimi particolari per assicurarmi che tutto vada per il verso giusto. Quando hai un’azienda devi sempre aggiornarti, bisogna essere 10 anni avanti agli altri, solo così un imprenditore fa la differenza nel proprio settore”.

Anche se i gironi non sono stati ancora formati, c’è una squadra che potrebbe rubarvi il titolo?

“Noi dobbiamo essere umili, tutte le partite sono difficili e nessuna squadra ti regala niente. Dobbiamo rispettare l’avversario e nello stesso tempo dobbiamo dimostrare la nostra forza. Se sottovalutiamo qualcuno rischiamo di perdere punti e e di compromettere la vittoria del campionato, perciò serve umiltà e rispetto per l’avversario. Ancora non sappiamo se rifaremo il Girone A, ma se faremo ancora quel campionato ci sono tante squadre molto attrezzate e sono sicuro che in entrambi i gironi saranno molto equilibrati ma noi siamo pronti e pensiamo solo a far bene”.

Per un presidente quanto è stimolante partecipare a questi campionati molto equilibrati?

“Gli stimoli sono sempre tantissimi, ma questa categoria mi va stretta. Ho avuto la fortuna di fare la Serie D e in quel campionato mi ci vedo e ci voglio tornare per cercare di fare qualcosa di importante. Rispetto tutte le società e i presidenti che militano all’interno del nostro campionato, però come uomo devo dire che voglio una categoria superiore perchè questa la sento troppo stretta”.

Che messaggio vuole lanciare alla piazza per la prossima stagione?

“Più che un messaggio io ho un sogno: voglio vincere la Coppa Italia! La promessa e la priorità è la promozione in Serie D ma io non voglio limitarmi solo a quella e sogno di alzare anche questo trofeo, è un sogno che ho da qualche anno e voglio raggiungere questo traguardo con il Pompei”.