Corsi e ricorsi storici: nel 2018 don Aurelio si fece tradire dal suo ego e rase al suolo il Napoli dei 91 punti, sostituendo Maurizio Sarri con Carlo Ancelotti. Il Napoli era anche allora una macchina quasi perfetta. Bastava rimetterla in moto lasciandola così come l’aveva lasciata Sarri, ma il presidente si fece tradire dal suo orgoglio ferito e reagì intervenendo drasticamente sul mercato con il risultato finale di stravolgere irrimediabilmente gli equilibri dello spogliatoio azzurro e la squadra si frantumò.
Il nostro, quest’estate, ha voluto gestire in prima persona il mercato estivo a dimostrazione dell’inutilità di Giuntoli, ma memore di quell’errore fatale, questa volta ha voluto riconfermare tutti i big, ha resistito alle offerte degli arabi per Osimhen, ma ha perso Kim per la clausola. Un pilastro come Kim andava sostituito immediatamente con un altro difensore altrettanto valido (ammesso che ce ne siano in giro), cosa che purtroppo non è avvenuta.
Ma il ricorso al “proverbiale intuito” che si attribuisce, questa volta non gli sembrava sufficiente nella scelta del sostituto di Spalletti. E così ha parlato anche di “chimica”, ritenuta necessaria tra lui e l’allenatore. E così, il 9 giugno, De Laurentiis ha incontrato Paulo Sousa a Roma, guardandolo negli occhi per cercare quella connessione speciale. Un incontro veloce, ma che era sembrato decisivo. Sousa era uno dei 40 allenatori presi in considerazione dal patron dopo l’addio di Spalletti. Una eredità certamente pesante, ma anche una delle sfide più stuzzicanti che il calcio italiano potesse offrire. Paulo Sousa era entrato prepotentemente nel casting per la panchina del Napoli. Tutto sembrava fatto, ma qualcosa non sarebbe andato secondo i piani.
Bisognava liberarlo dal contratto con la Salernitana attraverso il pagamento di una penale da un milione di euro. Ma il destino del calcio italiano sembrava aver già scritto un copione diverso da quello atteso.
L’amico del presidente, Iervolino, non aveva gradito il comportamento di Sousa e la mancata telefonata di cortesia da parte di De Laurentiis. Così, si rifiutò di rinunciare alla penale. C’erano alternative: un giocatore tra Zanoli, Gaetano e Zerbin poteva essere ceduto alla Salernitana, in modo da compensare la penale. Ma don Aurelio è noto per la sua avversione a pagare penali, preferendo che siano gli altri a farlo. E così rinunciò inaspettatamente a Sousa.
Con la scelta caduta su Rudi Garcia, sembra che la storia stia per ripetersi. Nonostante ci fossero allenatori con pedigree e risultati migliori sul mercato, De Laurentiis ha puntato tutte le fiches su Garcia. Ma anche questa volta sembra che il Napoli abbia perso qualcosa di importante: il filo del gioco. La squadra che un tempo dominava sembra ora smarrita.
La partita contro la Lazio ha messo in evidenza tutte le fragilità del Napoli, la squadra sembrava divisa in due. Se sei uno dei favoriti per la vittoria del campionato, non puoi permetterti un tale crollo di equilibrio e coesione.
Garcia cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno, ma la sconfitta casalinga con la Lazio è un colpo duro da digerire. La fragilità della squadra è stata messa a nudo dalla compattezza e dalla rapidità degli avversari. Senza Kim, la difesa sembra essere una nave alla deriva in un mare tempestoso, e giocatori come Juan Jesus stanno dimostrando di non essere all’altezza del compito.
Il Napoli può ancora lottare per lo scudetto, ma ora deve ritrovare il suo vero spirito e la sua forza, che sembrano essere spariti insieme a Kvaratskhelia, uno dei migliori in campo solo nel primo tempo contro la Lazio.
Ma ricordiamoci anche di quanto accadde nel 2022, quando tutti criticavano Spalletti per un pareggio in casa contro il Lecce. Alla fine, quel campionato è stato stravinto. Quindi, nonostante le difficoltà attuali, il Napoli potrebbe ancora sorprenderci. Tocca solo aspettare e vedere come si sviluppa questa ennesima incredibile tappa nella storia calcistica del Napoli.
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