Il nuovo Napoli c’è. Eccome se c’è
Il Napoli vince un match di importanza fondante: fondante conferme per il tecnico e consapevolezze per i giocatori, vecchi e nuovi.
© “NAPOLI” – FOTO MOSCA
Vinciamo una partita di importanza fondante: fondante conferme per il tecnico e consapevolezze -che speriamo decisive- per i giocatori, vecchi e soprattutto nuovi.
Vinciamo dopo il suicidio di Spalletti con il Lecce, partita sottovalutata sia nel peso specifico dato all’avversario, tra i più organizzati e tecnici dei piccoli, sia nei rischi prospettici che quell’incontro sottintendeva. Dicevamo che un campionato all’altezza delle aspettative sarebbe passato da vittorie scontate e non da un pareggio ingiustificatamente criticato a Firenze: ecco che il Napoli butta via due punti proprio con una piccola.
Poi si è aggiunta una conferenza stampa disarmante del tecnico che -invero stolidamente- ha messo a confronto i partenti con i nuovi arrivati, alcuni dei quali stavano compiendo dei veri e propri miracoli d’inserimento nella nuova realtà.
Quindi la serata non si presentava sotto i migliori auspici: la Lazio aveva appena distrutto l’Inter e quasi sbancato Genova con merito. E dopo tre minuti il solito tiro “imparabile” ci metteva sotto: oggi non è il giorno delle polemiche e critiche, però non è accettabile che ogni tiro appena ben indirizzato nel nostro specchio assuma i crismi dell’imparabilità e che ogni palla spiovente nella nostra area faccia salire i battiti all’inverosimile.
Dopo il gol, sono serviti 20 minuti per prendere le misure in campo e poi abbiamo visto, almeno fino al 70’, uno dei migliori Napoli dell’era Spalletti.
Chiuderemo con il 61% di possesso palla in faccia a Sarri, con un netto predominio di occasioni, angoli, tiri, persino contrasti e seconde palle. Un netto passo avanti rispetto alla partita fortunosamente e immeritatamente vinta lo scorso anno che ci aveva proiettato in testa alla classifica. Contro una squadra di livello inferiore rispetto a quella di ieri.
Ieri la Lazio ha pensato a fare la sua partita, non a spegnere ossessivamente le fonti di gioco dell’avversario come Fiorentina e Lecce. Ha un signor centrocampo con Milenkovic Savic, Cataldi e Luis Alberto, un ottimo portiere, il miglior attaccante italiano e oggi anche una buona panchina. Contro questa squadra abbiamo potuto giocare a pallone e lo abbiamo fatto decisamente meglio, con alcune eccellenze. Su tutti i due nuovi: Kim e Kvara. Kim è stato sempre concentrato, con personalità, ha preso rischi nei controlli e negli appoggi, un gioco di testa imperioso in difesa e in attacco. Ha anche segnato, è stato decisivo. Kvara ieri ha mostrato sprazzi da giocatore di livello superiore: avrebbe potuto fare anche più di un gol, è stato sempre presente con corsa, fisico, tiro, fantasia. Finalmente abbiamo un atleta e un giocatore vero in quella zona del campo.
In mezzo: solida partita di Anguissa, dopo un cattivo inizio, e solita regia illuminata di Lobotka. Zielinski si è visto poco, come solito. Una nota di preoccupazione sono i ricambi in questa zona del campo: andato via Fabian non abbiamo al momento una convincente alternativa per lo slovacco. La mimica del viso di Ndombele oltre che (ancora) la rotondità delle forme non ci sono piaciute per niente.
In generale tutti i giocatori di campo ieri si sono segnalati per voglia, convinzione e qualità in barba alle ciucciuvettole che dopo il passo falso con il Lecce hanno intinto penne e bagnato ugole nell’ acrimonia e negatività, subito riaffiorata nei confronti di società e tecnico. Speriamo con tutto il cuore che siano costretti a mangiare pane e veleno, Totò docet.
Ora le prossime partite con Liverpool, Spezia, Rangers e Milan. La più importante di tutte, caro Luciano, è quella con lo Spezia.
FORZA NAPOLI SEMPRE