Le Pagelle Brillanti: un 10 e lode a sorpresa
Le Pagelle Brillanti de "Il Punto Brillante" della sfida di ieri tra Lazio e Napoli valevole per il 5° turno di Serie A.
© “NAPOLI ESULTANZA” – FOTO MOSCA
MERET 6
La crisi Ucraina-Russia, l’aumento dei prezzi, il Covid, il surriscaldamento della Terra … è sempre colpa sua. Vero, sul gol, il bradipo vicino a lui è Jacobs, però Zaccagni calcia forte. Nasti lo sa. Nella ripresa una sola parata su Felipe Anderson, ma non chiamiamolo miracolo. Perchè se fosse entrata, ci voleva il ricovero in ospedale per incapacità di muovere gli arti superiori.
DI LORENZO 6,5
Il capitano è come quei secchioni che pure quando non hanno studiato, la sufficienza se la portano sempre a casa. Diagonali e sovrapposizioni le sue peculiarità, qualche difficoltà quando viene puntato. Ma poi nel post partita parla così bene in italiano che quasi non lo capiamo! Abituati al Lorenzese.
RRAHMANI 7
Aveva riposato mercoledì contro il Colombo, all’Olimpico tratta Immobile come un povero Gabbiano, solo senza la compagna. Pulito negli interventi, cresce minuto dopo minuto e nel finale diventa protagonista quando si trasforma in muro nell’1 vs di Ciruzzo. Una garanzia.
KIM 7,5
Il primo amore non si scorda mai, ma alla fine è il secondo che ti porta all’altare. Una metafora per far capire che se con Koulibaly c’è stato qualcosa di importante, il coreano non sembra una scopata post-fine fidanzamento. Sembra, anzi, una storia seria. Secondo gol in 5 partite, gli stessi di Immobile per intenderci. Che poi, la cosa che più fa eccitare di lui, è quando manda la palla in tribuna. Chi ti caca, altro che tiki taka.
MARIO RUI 6,5
Quando hai un terzino con i suoi piedi in squadra è come avere un cuoco in famiglia, non resti mai a digiuno. Il portoghese tocca tantissimi palloni e va spesso al cross. Approfitta del fatto che Sarri non gli metta Hysaj dalla sua parte. Scherzo naturalmente. Il top lo raggiunge quando copre la palla su Lazzari in area di rigore e Sarri diventa una sorta di Gianluca Grignani dei tempi moderni, stona davanti ai microfoni.
(OLIVERA SV)
Inserito nel recupero per paura che la Lazio potesse risvegliarsi all’improvviso dal “nullismo” che l’ha accompagnata nella ripresa, ma niente. Il coma è durato fino al fischio finale. E l’uruguagio ha collezionato soltanto un gettone.
ANGUISSA 7,5
Ci sono partite in cui Anguissa decide di comandare in mezzo al campo e gli altri devono solo assecondarlo. Un dittatore insomma. Recupera palloni su palloni, li smista in modo perfetto e soprattutto ispira il gol vittoria con un assist da trequartista. Ed i tifosi del Fulham che l’hanno ceduto a 15 milioni, oggi attaccheranno striscioni a Sannazaro square contro il presidente loro papones.
LOBOTKA 7
Facile punto it, facile punto it, facile punto it. Lobotka é come lo spot, quando non hai la soluzione e non sai cosa fare, dai la palla a lui e stai tranquillo. La differenza come play tra lui e Cataldi è come quella tra Troisi e Siani. Ogni volta che sbaglia un passaggio, esce il sole a Pasquetta.
(NDOMBELE SV)
Entra nel recupero e si fa notare per un lancio alla Pirlo. Anzi alla Modric. No, alla Beckham.
ZIELINSKI 7
Alterna momenti in cui sembra una donna col ciclo e momenti in cui sembra Jovanotti ai Jova beach party. Discontinuo ma la sensazione è che sia sempre dentro il match. Suo l’assist del pareggio, sua una grande occasione nella ripresa.
(RASPADORI 6)
Si impegna, prova lo spunto ma non lo trova e quindi si rende utile in difesa. Non è ancora ai suoi livelli, ma una cosa è esibirsi al Festival di Reggio Emilia in uno stadio che si chiama Mapei, un’altra é farlo al Festival di Napoli in uno stadio che si chiama Maradona. E fa sorridere pensare che chi lo critica oggi, alla sua età o frequentava l’università pagata da papà o passava i pomeriggi su youporn.
LOZANO 6
Le sue partite sono come i cinepanettoni, hanno sempre la stessa trama. Corre sulla fascia e prova a mettere palloni interessanti in mezzo, a volte ci riesce e fa ridere (tipo De Sica), altre volte non ci riesce e non fa ridere (tipo Boldi). E poi, per essere coerente, esce perché si spacca la faccia. Per fortuna sta meglio.
(POLITANO 7,5)
Ha sulla partita, anzi sui laziali, lo stesso impatto che ebbe Mario Monti sulle tasche degli italiani, devastante, quasi distruttivo. Si porta a spasso Marusic, manco fosse un Labrador durante la pandemia. Serve a Kvara un assist da spingere solo in rete e nel finale tiene lui palla verso la bandierina. Bravo Matté, ora dici al tuo procuratore di stare in silenzio questa settimana.
OSIMHEN 6,5
Da quando si è parlato dei 100 milioni più Ronaldo, non vede la porta nemmeno con gli occhiali del ragionier Filini. E quando la vede o prende il palo o il portiere fa miracoli. Sicuro è che la sua presenza mette agitazione ai difensori. Tipo quando tua moglie ti chiede lumi su un like messo su Instagram.
KVARATSKHELIA 7,5
Votato come miglior calciatore del mese di agosto, solo perché Bernardeschi non poteva essere candidato, vince per distacco il MVP di Lazio-Napoli. Il palo che prende, dopo quella “malattia” in mezzo al campo meriterebbe un post con tag da parte di Insigne. Il gol vittoria invece un semplice tweet visto che Lorenzo lo fece simile lo scorso anno. E se avesse segnato i due gol che si è divorato, Lotito metteva la bandiera della Georgia addosso all’aquila.
(ELMAS 6,5)
Cambia più ruoli in campo lui che tabaccherie Buffon. Però dietro la punta, con Raspadori a sinistra, il macedone si muove piuttosto bene. E pensare che il suo ingresso in campo al posto di Kvara è stato accolto dal sottoscritto (e non solo) come una multa di Equitalia. Ed invece bravo Elmas.
SPALLETTI 7
Nel primo tempo il Napoli sembrava la Juve di Allegri, non sapeva cosa fare con la palla. Poi, senza mettere De Sciglio al posto di Di Maria, gli azzurri hanno iniziato a macinare calcio, prendendo a pallonate la squadra di Sarri, che 7 giorni prima aveva preso a pallonate l’Inter, favorita per lo scudetto insieme alla Juve di Allegri e De Sciglio. Un secondo tempo ai limiti della perfezione e la consapevolezza di avere una squadra forte.
SARRI 10
Quando lasci un posto fisso in banca per fare l’allenatore nei dilettanti significa che hai tanto coraggio. Lo stesso coraggio che hao avuto nell’accettare di allenare una squadra che fino all’anno prima avevi insultato come una Giorgia Meloni farebbe con un grillino. Ma il vero coraggio sta nel presentarsi davanti alle telecamere per dare la colpa di una sconfitta ad un rigore inesistente. 68% di possesso palla, 2 pali, 19 conclusioni contro 6, 3 miracoli del portiere. Sarebbe bastato il silenzio, ma il Comandante è lui. Il comandante coraggioso. Voto 10. E lode. Con la D.