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Inter-Napoli, appunti a punti: i partenopei peggio di DAZN

Inter-Napoli, appunti a punti: i partenopei peggio di DAZN

© “NAPOLI” – FOTO MOSCA

Dopo 16 partite cade l’imbattibilità del Napoli, e il caso ha voluto che a fermare gli azzurri è stata l’Inter, la solita Inter.

Parleremo anche della partita, ma quando i partenopei vanno a San Siro per sfidare la compagine nerazzurra, l’uno dei padroni di casa è scontato quanto i problemi di DAZN al rientro dalle vacanze. Per chi se lo stesse chiedendo, si, DAZN ha fatto danni anche questa volta.

Tornando al campo, non si può non riconoscere all’Inter i meriti della grande prestazione offerta sul prato del Meazza. Inzaghi ha incartato Spalletti e la sua banda, riuscendo ad annullare l’unica squadra in giro per l’Europa rimasta imbattuta prima di ieri sera.

Il giorno dopo di ogni partita, però, noi siamo ancora qui per commentare i 5 aspetti positivi e negativi che abbiamo visto durante la partita del Napoli.

I pro di Inter-Napoli

  • Meret, menomale che avevi la febbre

Il numero uno del Napoli è veramente una delle pochissime note positive della gara degli azzurri. Alex Meret è stato in dubbio per tutto il prepartita, alla fine, però, Spalletti lo ha schierato titolare, e menomale direi.

Nel primo tempo compie un vero e proprio miracolo su Dimarco, fuorigioco o no importa poco, la bandierina ha fermato il gioco ma la parata resta. Sul gol di Dzeko non può nulla, se avesse parato anche quello avrebbero dovuto mettere i suoi guanti vicino al sangue di San Gennaro.

  • Olivera, solita certezza

Quando vedo Olivera giocare le mie emozioni si dividono: da una parte la gioia nel vedere su quella fascia un terzino di estremo livello che non si vedeva dai tempi del miglior Ghoulam. Dall’altra il dispiacere per il povero Mario Rui, ma dobbiamo essere onesti, mettere da parte l’affetto per il maestro e riconoscere la superiorità del terzino uruguagio.

I 90 minuti del numero 17 del Napoli sono stati composti dalla solita garra che Mathias mette sempre. E’ suo il pallone per Osimhen neutralizzato da Calhanoglu e il passaggio per Zielinski che decide di mettere le ciabatte al posto degli scarpini, mettendo la sfera lontanissima dalla porta difesa da Onana.

  • Il buon contributo dei subentrati dalla panchina

Il Napoli ha iniziato ad alzare i ritmi di gioco quando sono entrati Raspadori, Elmas, Ndombele e Simeone. Guarda caso, i giocatori che non sono partiti per il Mondiale e che hanno svolto tutto il ritiro in Turchia, e la preparazione a Castel Volturno. Sono entrati al posto di quei profili che sono partiti per la spedizione in Qatar e hanno dato una marcia in più.

La domanda sorge spontanea: perchè non provare questi elementi dal primo minuto?

Con i “se” e con i “ma” non si vincono le partite, ma per meritocrazia, per fame di vittoria, per ambizione, ieri doveva scendere in campo chi stava meglio e non forzare la solita formazione titolare. Mai come quest’anno il Napoli è coperto in ogni reparto, le alternative vanno sfruttate.

  • Il vantaggio sulle altre squadre

Erano 8 i punti di vantaggio prima di ieri sera, sono 5 a partire da oggi, ma ciò non cambia nulla: il Napoli ha il proprio destino nelle mani.

Chi immaginava un campionato con 38 vittorie è tornato sulla terra, perdere a San Siro, contro l’Inter ci sta, se prendiamo i calciatori singolarmente i nerazzurri sono superiori, ma la Serie A ci insegna che non sempre vince la squadra più forte (basti guardare il Milan la passata stagione).

Domenica a Genoa l’imperativo deve essere quello di tornare a vincere.

  • Edin Dzeko, che attaccante

E’ obbligatorio fare una menzione d’onore al signore dell’Inter con il 9 dietro la schiena. Lukaku non risponde presente nelle grandi occasioni, ma il bosniaco c’è eccome e nonostante il ritorno a Milano del centravanti belga, non ha alcuna intenzione di accomodarsi in panchina.

Alla fine è proprio il gol di Dzeko a decidere la partita, con un un’incornata che batte Meret. 36 anni all’anagrafe ma sul campo ne dimostra 18. Giù il cappello per Edin Dzeko.

I contro di Inter-Napoli

  • DAZN peggio della Vesuviana di Napoli

Ricomincia il campionato e la piattaforma streaming si blocca, tanto per cambiare. Peggio di DAZN c’è solo la Vesuviana di Napoli, e pensare che negli ultimi giorni sono stati anche aumentati i prezzi per l’abbonamento.

I tifosi del Napoli ieri hanno perso due volte: la partita contro l’Inter e i primi 15 minuti iniziali.

  • Di Lorenzo, sbagliano anche i migliori

Di Lorenzo ieri ha dimostrato di essere umano, iniziavamo ad avere dubbi. La sfida contro l’Inter per lui come per altri suoi compagni è da cancellare.

Ancora appesantito dal cenone di Natale e capodanno? Non lo so, ma l’unica certezza di ieri vedendo il capitano del Napoli è che lo avrebbe potuto superare pure mio nonno.

Dimarco prima, Gosens dopo, Di Lorenzo che di solito fa venire gli incubi a ogni avversario sulla sua fascia, ieri sera li ha avuti lui i brutti sogni.

  • Kvara, passa questa palla

Non brilla il talento georgiano in quel di San Siro, 0 tiri in porta e dribbling fini a se stessi, sono questi i dati che racchiudono i 90 minuti di Kvaratskhelia, a questi si aggiunge l’egoismo del 77 che avrebbe potuto servire più di un occasione un compagno in area di rigore invece di tentare la giocata personale.

Chiaramente non ancora al 100%, ma gli vanno dati meriti per aver fatto sembrare Darmian il Dani Alves dei tempi d’oro.

  • Le decisioni forzate di Spalletti

Non è certamente una sconfitta a San Siro contro l’Inter che mette in discussione la qualità della squadra e la conoscenza dell’allenatore, ma Spalletti qualcosa doveva rivederla.

Era evidente che i nazionali non erano al massimo della condizione, e in panchina c’erano giocatori come Ndombele, Elmas e Raspadori che scalpitavano.

Un Anguissa sofferente e confuso in fase d’impostazione, uno Zielinski spento con il pallone e un Rrahmani rilanciato titolare nella partita sbagliata.

A tutto c’è rimedio, ma questa fase si supera se in campo va chi sta bene, il Ndombele visto ieri non può rimanere fuori a guardare.

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