Una settimana all’esordio: qualcuno dica al Bari che il calciomercato è aperto
A sette giorni dall'esordio ufficiale e a più di un mese dall'apertura del calciomercato, il Bari è tutt'altro che pronto per la nuova stagione. Servono acquisti, ed anche in fretta!
© “BARI–DE LAURENTIIS” – FOTO MOSCA
Per carità, siamo stati forse i primi a provare a stemperare le ansie dei tifosi del Bari sulla costruzione della nuova squadra, ma forse ora si sta tirando un po’ troppo la corda. In un precedente articolo, datato 1 luglio, abbiamo fatto il punto sulla situazione del calciomercato in casa biancorossa, sottolineando come fosse probabilmente giusto attendere e guardarsi attorno in una fase iniziale per poi passare in seguito all’azione. Bene, oggi che il primo periodo d’assestamento può ritenersi superato, e probabilmente anche da un po’, la situazione della formazione di Mignani continua ad apparire piuttosto opaca.
Dopo quasi un mese dall’apertura della finestra di mercato, sono ancora tante le posizioni che restano scoperte e per cui la società dovrà intervenire, ed il fatto che il via della nuova stagione sia sempre più vicino non è un fattore di poco conto. Il 12 agosto si parte con il primo match di Coppa Italia contro il Parma. Poi, il 19 agosto, l’esordio in campionato contro il Palermo.
Rispetto alla passata stagione, il Bari ha perso Caprile, Folorunsho, Benedetti, Mazzotta, Molina, Galano, Mallamo, Botta, Antenucci, Esposito e Ceter.
A fronte di undici cessioni (undici!), sono arrivati appena tre acquisti: Faggi, Nasti e Menez. Basta già questo dato per comprendere l’attuale squilibrio che sussiste tra uscite ed entrate nella rosa biancorossa.
Tale padre, tale figlio. Come Aurelio, anche Luigi è in netto ritardo sul mercato, e più passa il tempo, più si fa fatica a reggere in alto le bandiere del credo ottimista. Perché le altre intanto continuano a rinforzarsi, ed il Bari oggi si trova a dover rincorrere le potenziali rivali se si vuole ambire alle posizioni che contano.
Cosa manca alla formazione di Mignani? Un po’ tutto, a partire dal portiere. Polito non è ancora riuscito a trovare un sostituto di Elia Caprile, nonostante la sua cessione fosse un segreto di Pulcinella. Si lavora per il brasiliano Brenno, e sembra che forse, ma proprio forse, stia per arrivare la benedetta fumata bianca. Intanto, però, Mignani non può far altro che affidarsi a Frattali, che con ogni probabilità sarà il titolare delle prime uscite ufficiali.
Serve sicuramente un altro terzino. Se la fascia destra è completa con l’accoppiata Dorval-Pucino, a sinistra c’è solamente Ricci. E diciamo che magari anche un altro difensore centrale da affiancare a Vicari, Zuzek e Di Cesare potrebbe far comodo, ma almeno numericamente, per ora non è una priorità.
Il centrocampo necessita assolutamente di nuovi innesti. Non c’è bisogno di aggiungere molto sulla partenza di Michael Folorunsho. È palese che rappresenti una perdita rilevante in termini di quantità e qualità in mezzo al campo, di duttilità, e, soprattutto, di contributo in zona gol. Rimpiazzarlo non sarà semplice e per ora nessuno dei nomi proposti sembra possa essere il suo doppione. Il ritorno di Benedetti, se riuscisse a concretizzarsi, sarebbe un primo passo importante, ma poi servirebbe anche altro. Edjouma appare in salita, mentre sarebbero più fattibili Saric e Koutsoupias. Una casella, inoltre, potrebbe essere occupata da Lops.
Ed infine l’attacco. Si riparte da Morachioli, Nasti, Menez e Schiedler, con un grosso punto interrogativo rappresentato da Walid Cheddira. La permanenza o l’addio della punta marocchina indirizzerà le scelte della società in un senso o in un altro, ed è un nodo che prima o poi (sì, ma quando?) bisognerà sciogliere. Dalla sua cessione arriverebbero i soldi per un nuovo investimento e, chissà, magari anche un gruzzoletto da destinare agli altri reparti. Anche qui, comunque, qualche altro colpo servirebbe.
È chiaro che allora a Bari si respiri un certo malumore. Dopo aver sfiorato la Serie A per pochi secondi, ci si aspettava tutt’altro dal mercato dalla società, che invece di allestire una nuova rosa da promozione si sta adagiando sulle macerie di quella passata.
Nella conferenza stampa a corredo della presentazione delle maglie, avvenuta il 13 luglio, Luigi De Laurentiis aveva provato a metterci una pezza. Aveva in una certa misura provato a spiegare che la calma apparente era dovuta alla tardiva conclusione della stagione per via dei playoff, che era dunque servito del tempo per riflettere, riorganizzare le idee e tornare operativi. Aveva ribadito anche che non avrebbe fatto passi più lunghi della gamba, non si sarebbe fatto trascinare dall’entusiasmo col rischio di essere risucchiato in un vortice pericoloso, come accaduto invece ad altre società recentemente. Un messaggio che a molti è suonato quasi come una resa. La Serie A, sì, ma senza fretta.
Dopo quasi un mese, e ad una settimana dall’inizio della stagione, nulla è cambiato. Il Bari ha bisogno di darsi una svegliata se vuole davvero ambire al palcoscenico più importante. Ma forse, la risposta è proprio qui.