Al Napoli manca sempre “mille lire per arrivare al milione”
Anche questo sarà l’ennesimo campionato che vedrà il Napoli dominare sfide impossibili e pareggiare o perdere partite abbordabili.
© “NAPOLI” – FOTO MOSCA
Negli ultimi anni a Napoli c’è sempre quella sensazione d’insoddisfazione, come se mancasse qualcosa. Spesso è capitato, soprattutto in sede di mercato in cui una squadra composta da 10/11 perfetti con sostituti all’altezza non si è mai svenata per poter colmare quel gap sulla fascia sinistra che mancava dai tempi di Ghoulam.
È come se i tifosi partenopei ci avessero fatto l’abitudine. Se volessimo analizzare le prestazioni azzurre, ci renderemmo conto che il Napoli è sempre lì, pronto ad afferrare qualcosa che poi gli sfugge. Nella fattispecie, in questo avvio di campionato si possono ripercorrere le stesse situazioni che ci portiamo dietro, ormai, dai tempi di Benitez, quando una squadra in grado di strappare due titoli –Coppa Italia e Supercoppa italiana– ad una Juve all’epoca schiacciasassi, ma allo stesso tempo perdere poi entrambe le partite con un Chievo Verona per niente irresistibile.
Proprio in quel campionato ci innamorammo di Sarri che imbrigliò Rafa, sottraendo ben 5 punti al Napoli. E così una formazione straordinaria composta da ex galacticos e con gli innesti di giocatori di talento completava il suo campionato in maniera altalenante. Certo, arrivò in semifinale di Europa League e alla qualificazione diretta in Champions, ma lasciava sempre quell’amaro in bocca di ciò che sarebbe potuto essere.
Negli anni successivi si è continuato a vedere una squadra immatura che soprattutto noi momenti clou veniva meno, in una macchina perfetta sarriana e in un periodo concitato dove ti giochi lo scudetto punto per punto. Vai a Firenze e molli tutto. Non ci sono scusanti, la Fiorentina non si giocava nulla, tu lo scudetto, avresti dovuto andare lì con il sangue agli occhi e in qualsiasi condizione avresti dovuto incassare 4 goal, invece ne prendi 3…
Ancelotti resterà un mistero: un Napoli altalenante ha fatto dubitare anche del più grande allenatore di tutti i tempi; ancora oggi ci sono tifosi che non lo apprezzano per il lavoro svolto.
Che dire di Gattuso: cavalcata quasi perfetta con una formazione adeguata e all’ultima giornata in casa stai vincendo con un Verona già salvo e ti fai riprendere, perdendo così l’accesso in Champions. Quasi incredibile.
L’arrivo di Spalletti è stato accompagnato da tanto entusiasmo, portando l’allenatore toscano a vincere 8 partite consecutive, eguagliando il record di Sarri, ma poi? Il buio. Nel momento clou della stagione si è ricominciato con una serie di risultati inspiegabili, tra cui una sconfitta clamorosa ad Empoli. Sicuramente abbiamo tutti negli occhi gli errori di Meret, ma un Napoli che va in vantaggio contro una squadra che poi non ha più fatto risultato perché deve puntare a qualcosa d’importante? Che cos’è allora? Immaturità? Mancanza di personalità? Mancanza di uomini?
Quest’anno si ripete la storia: Spalletti è sulla panchina del Napoli e gli azzurri partono forte, segnando 5 goal al Verona fuori casa e 4 al Monza in casa, sono in grado di andare all’Olimpico e strappare una vittoria combattutissima con larghi tratti di partita dominata da bel gioco e talento, ma poi qualcuno sa spiegare come questa squadra pareggi in casa con il Lecce?
Siamo sempre lì, al Napoli manca mille lire per apparare il milione. Sarà l’ennesimo campionato che vedrà il Napoli dominare sfide impossibili e pareggiare o perdere partite abbordabili. Purtroppo, la cattiveria e la foga agonistica non si può acquistare, eppure siamo la capitale della “cazzimma”.