In una recente intervista, Paulo Sousa ha condiviso le sue riflessioni sui nuovi acquisti Ikwemesi e Stewart, provenienti da campionati inferiori. Il mister ha dichiarato: “Non conosco per niente Ikwemesi e Stewart e ho bisogno di conoscerli, dovranno cercare di ambientarsi. Vengono da campionati inferiori, sono scommesse forti del nostro direttore e del presidente. Con il mio staff dobbiamo cercare di conoscerli il più velocemente possibile sia a livello di caratteristiche, sia di carattere. Dobbiamo scoprire il loro potenziale e lavorare con loro nel miglior modo per creare valore, integrare la squadra e cercare di aiutarci.”
Successivamente, nell’intervista di presentazione della partita contro il Lecce, Sousa ha ribadito: “Tanti giocatori si devono stabilizzare sul piano emotivo, devono imparare un po’ la lingua italiana e devono conoscere meglio i compagni di squadra.”
Questi concetti sono stati nuovamente enfatizzati il giorno successivo nell’intervista post-partita, quando Sousa ha affermato: “Ribadisco quello che ho detto ieri: c’è qualche giocatore interessante, ma c’è bisogno di tempo. Martegani, che arriva da un campionato totalmente diverso, ha bisogno di molto più tempo. Cabral si è integrato più facilmente e ha fatto una buona partita, ma per gli altri c’è ancora del lavoro da fare.”
Tuttavia, mentre il portoghese procede con prudenza e utilizza in dosi omeopatiche i nuovi arrivati, il Lecce ha fatto debuttare come titolari molti calciatori altrettanto poco conosciuti, che sicuramente non parlano italiano e non conoscevano il modo di giocare in Italia. La stampa nazionale ha sottolineato questo aspetto, evidenziando che Krstovic si è rivelato subito decisivo, dimostrando che se un giocatore è forte, non ha bisogno di tempo per dimostrarlo. Del resto anche i nostri Cabral e Martegani avevano già messo in mostra le loro qualità al momento del debutto.
È importante notare che alcuni allenatori preferiscono introdurre gradualmente i nuovi arrivati per non disturbare l’equilibrio dello spogliatoio, ma Sousa è determinato a seguire un approccio diverso. Non sembra propenso a subire situazioni di sudditanza, ma piuttosto sta cercando di massimizzare le potenzialità dei nuovi giocatori.
Sicuramente un inserimento progressivo, senza sottoporre i nuovi arrivati al rischio di steccare nei debutti, è una pratica corretta e consigliabile. Tuttavia, considerando che i nuovi acquisti sono arrivati a Salerno in ritardo e che Dia non è stato convocato, perché non osare e lanciare subito in campo giocatori come il panzer Ikwemesi al posto di Botheim, troppo leggero per impensierire i granitici difensori leccesi? Peggio non poteva fare, e solo giocando può accelerare la sua conoscenza del campionato italiano.
C’è anche un’altra variabile che potrebbe aver inciso: Sousa aveva esposto al presidente Iervolino e al direttore sportivo De Sanctis le lacune della squadra e i nomi dei calciatori che, a suo parere, avrebbero potuto rinforzarla. Purtroppo, le cose sono andate diversamente, e il presidente a causa delle restrizioni finanziarie ha imposto una politica di contenimento dei costi, costringendo De Sanctis a cercare soluzioni alternative con giocatori promettenti ma ancora poco conosciuti. Queste decisioni sembrano aver indispettito il nostro allenatore, come dimostrano i toni delle sue interviste. Tuttavia, il mercato è chiuso, e ora non resta che gestire al meglio la situazione attuale.
Siamo convinti che una volta recuperato l’importante contributo di Dia e metabolizzata la delusione di non essere stato ascoltato, Sousa sarà in grado di organizzare al meglio gli uomini a disposizione e raggiungere una nuova salvezza tranquilla, senza rinunciare a qualche colpo importante contro le squadre di alto livello.
Noi rimaniamo fiduciosi!
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