Dries Mertens: che vuol dire essere “Loco”
Dries Mertens trova il suo riscatto nel momento decisivo. Il belga apre le porte per la goleada lanciando un grido: il Napoli è ancora mio.
© MERTENS – FOTO MOSCA
“In tutto il Sudamerica ispanofono, vi capiterà spesso di sentire che l’apodo, il soprannome, di molti calciatori è “El Loco”, il pazzo, il folle. La follia, sotto quest’accezione prettamente sudamericana, è un affidamento di valore riservato a chi non guarda il mondo come lo guardiamo noi. È un “Loco” Marcelo Bielsa, perché immagina partite che grondano di quel realismo magico che disorienta molti. È un “Loco” anche Abreau, l’uruguaiano che calcia praticamente tutti i rigori alla Panenka“. Proprio su questo ho intenzione di fermarmi oggi: la quantità, non misurabile, d’essere “Loco” di un ragazzo che col Sudamerica, almeno sotto il punto di vista geografico, non c’entra niente: Dries Mertens.
Colui che detiene il record di più reti realizzate con la maglia del Napoli, sta facendo – anche – i conti con gli anni che porta sulle spalle. Nel momento del bisogno, quando la squadra era orfana del “punterò”, si fece trovare più che pronto. Ed ancora oggi, quando il destino ha chiamato, in un’ambigua partita dalle sorti incerte, ha deciso di rispondere nel migliore dei modi.
Non era facile calciare quel rigore. Sei entrato appena da due minuti e subito hai l’occasione per sbrogliare la matassa. I tuoi ti battezzano rigorista, ti passano il pallone e ti accingi ad andare dagli undici metri. Sei solo. In quel momento nella tua testa rimbombano le parole dei tuoi stessi tifosi, quelli che ti etichettano “finito”, oppure di altri che magari volevano qualcun altro sul punto di battuta. Il risultato, poi, non è di certo dalla tua, come non lo è il tempo a disposizione per rifarti in caso d’errore. Beh, le condizioni erano perfette per dimostrare quello che sei. Un “Loco“, appunto. Sei rapidi passi, un tocco smorzato al termine di una rincorsa veemente. Il pallone prende il volo e, morbido e beffardo, batte l’inerme portiere, al quale non resta che guardarlo cadere lentamente come una foglia d’autunno.
Un modo geniale, elegante, da campione, per urlare che il Napoli è ancora la sua squadra. Attenzione, non che questo sia “il Napoli di Mertens”, perchè come spesso ha ribadito Spalletti “il Napoli è di tutti”. Nel senso che non ha intenzione di fungere da comparsa di questa squadra. A gennaio subiremo delle perdite importanti, ma la squadra, la città e i tifosi, possono contare sul “Loco” Dries Mertens, il miglior marcatore della storia del Napoli. Meglio di così.