Quanto vale il Napoli? L’analisi di Vincenzo Imperatore
Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione per calcolare il valore di una società di calcio e, nello specifico, della SSC Napoli. L’analisi di Vincenzo Imperatore
Nel suo nuovo articolo per AreaNapoli.it Vincenzo Imperatore, noto saggista, scrittore e consulente aziendale, ha affrontato il tema della valutazione del valore di una azienda, nello specifico di una azienda-calcio, ovvero una società di calcio, quale è la SSC Napoli. Di seguito vi proponiamo un la sua analisi.
““Ma perché non se lo vende il Napoli?” è un altro mantra dell’integralismo antipapponista che sottolinea l’insofferenza per la gestione della famiglia De Laurentiis. La mia personale valutazione, consapevole che nel calcio attuale la durata massima della proprietà di un club non supera i vent’anni, è di augurare lunga vita, anagrafica e come presidente del Napoli, ad Aurelio De Laurentiis. Tra l’altro, a Napoli, in un contesto economico-sociale comunque difficile, l’unico ad aver resistito per trent’anni come proprietario del club è stato Corrado Ferlaino, il presidente dei primi scudetti, che però operò in circostanze e condizioni completamente diverse da quelle più complesse e competitive in cui fa impresa Aurelio de Laurentiis. A parte Ferlaino e De Laurentiis, la durata media della proprietà del club azzurro, in tutta la sua storia, è stata di soli due anni!
E allora, per gioco (non arricciassero il naso i professori di Economia e Finanza), pensiamo che per il tifoso presidente per un giorno sia necessario dire qualcosa, in modo semplice, riguardo al processo di valutazione di un’azienda, una procedura piuttosto complessa che ha il fine di stimare il prezzo della stessa, o di un ramo a essa afferente, mediante metodologie specifiche.
La valutazione di un’azienda può avere vari fini (acquisto e vendita dell’impresa, sostituzione di un socio, calcolo della porzione legittima in caso di divisione ereditaria e così via) e – ecco il primo importante elemento da non sottovalutare – determinare con approssimazione accettabile il prezzo intrinseco dell’impresa nelle normali condizioni di funzionamento, ossia non solo attraverso il bilancio e l’informativa ordinaria. Perché, se così fosse, se cioè ci limitassimo ad analizzare i dati di bilancio, basterebbe guardare il patrimonio netto della società [ATTIVO (beni e crediti) – PASSIVO (debiti)] e il gioco sarebbe fatto.
Il patrimonio netto del Napoli al 30 giugno 2023 è di 148,5 milioni di euro, in aumento rispetto ai 68,8 milioni di euro del 2022 (ricordiamoci della rivalutazione del marchio per 75 milioni di euro).
Chi vende, però, potrebbe essere scettico di fronte a questo “semplice” prezzo perché il metodo patrimoniale di valutazione di un’azienda si applica quando i beni che compongono il patrimonio aziendale sono caratterizzati da un proprio valore, rilevante e autonomo, come nel caso di aziende prive di attività produttiva, in cui prevale l’elemento patrimoniale.
Non è questo il caso di una azienda di calcio, che basa invece il suo prezzo sulla “produzione dello spettacolo” e sul reddito (profitti o perdite) che quella materia prima realizza.
In sintesi, in alternativa al metodo patrimoniale, il venditore e l’acquirente di una società di calcio potrebbero utilizzare un metodo “reddituale” di stima del valore dell’azienda. I criteri “reddituali” di valutazione sono vari. Tra quelli più utilizzati, e che abbiamo preso in considerazione per questo business game, c’è il “metodo dell’Ebitda” che consiste nel calcolare il prezzo di un’impresa in funzione al rendimento netto prima degli interessi, ammortamenti e delle imposte. Anche in questo caso viene presa in considerazione la media Ebitda degli ultimi tre anni e la si moltiplica per un valore compreso tra 5 e 7 che è quanto gli investitori professionali spesso pagano per un’impresa.
Indipendentemente dal metodo utilizzato, l’equity value di un’organizzazione è determinato al netto della posizione finanziaria netta (PFN) dell’azienda alla data di valutazione. Risulta quindi fondamentale, ai fini della valutazione d’azienda, la corretta determinazione della posizione finanziaria netta, la quale esprime l’ammontare dei debiti finanziari al netto delle attività che potrebbero essere liquidate ed utilizzate immediatamente per il rimborso, fornendo pertanto una misura dell’ammontare di debito per il quale non esiste un’immediata copertura. Il Napoli ha una Posizione Finanziaria Netta di circa 100 milioni di euro.
Considerando quanto sopra, potremmo dire, ricordando sempre che stiamo “giocando”, che il prezzo di cessione del Napoli dovrebbe aggirarsi intorno ai 600 milioni di euro.
Ma allora come si spiega, secondo quanto riferito da De Laurentiis nell’agosto 2022, l’offerta di 900 milioni di dollari da parte di un fondo americano arrivata nel 2018 per l’acquisto di una società come il Napoli che aveva vinto ancora poco? Oppure quella, sempre rifiutata dal presidente perché “vuole continuare a divertirsi”, di 2,5 miliardi di euro proveniente da un fondo Usa per rilevare anche la Filmauro?
Sostituite la parola “prezzo” più volte utilizzata in questo articolo con la parola “valore” e la prossima settimana lo capiremo”.