Osimhen-Spalletti, charme contro il razzismo

Il garbo e il bon ton di Osimhen e di Spalletti riscattano la volgarità razzista degli stadi del calcio, da chiudere per il residuo di campionato.

Articolo di Luciano Scateni06/02/2023

©️ “SPALLETTI-OSIMHEN” – FOTO MOSCA

Un dettaglio? Una nota di colore? Una sviolinata partenopea all’indiavolato Superman, un tributo alla leggerezza dell’essere, al garbo, alla gentilezza, al bon ton, un attestato di signorilità, chapeau per un gesto che riscatta la volgarità razzista degli stadi del calcio da chiudere per il residuo di campionato ancora da disputare? Questo e altro racconta il tratto di cortesia galante regalato da Victor Osimhen all’Italia: in corso di riscaldamento un suo tiro prova è finito addosso a una tifosa dello Spezia. Il fenomeno nigeriano, grazie ad una condizione atletica perfetta alla naturale agilità, alla base di molte performance di ‘bomber’ ha raggiunto la spettatrice, si è assicurato di non averle procurato danno e si è scusato. Fine del racconto? Macché: la becera tifoseria ligure per tutta la partita ha sfogato la frustrazione di squadra da bassa classifica, sovrastata dalla capolista del campionato e dal giustiziere Osimhen, lo ha insultato con il verso delle scimmie.

Insulti anche per Spalletti, che ha militato da giovane nello Spezia. Se Osimhen ha diritto al Nobel dell’etica sportiva, Spalletti non è da meno: “Cosa significa per me La Spezia è scritto nella mia storia, non solo calcistica. Possono comportarsi come gli pare, di loro penserò sempre la stessa cosa. Ho tanti amici che frequentano la curva, qui sono nati due dei miei figli, mia moglie abita a cento metri dall’albergo in cui alloggiavamo. Io allo Spezia auguro il meglio e quando vincono sono contento”. Cori insolenti anche contro Maradona. C’è anche questo nei primi passi dell’Italia dimezzata dal secessionista Calderoli, nel razzismo della cosiddetta autonomia differenziata, che la Meloni deve condividere con la Lega per tenere faticosamente insieme i pezzi di una maggioranza spuria.

L’insulto razzista dell’autonomia allargherà la frattura tra regioni del nord ricche e del sud emarginato e non c’è segno di mobilitazione totale del Mezzogiorno contro questo nuovo discrimine, di evidente matrice razzista. De Luca, voce nel deserto: “L’autonomia differenziata è una grande truffa e condanna il Sud Italia al degrado. Non affronta la sostanza dei problemi che riguardano il divario tra Nord e Sud. Si avvia la distruzione dell’unità della nazione, tanto cara a Giorgia Meloni”. In stand by quel che resta della sinistra, all’Italia da Roma in giù rimane l’illusione che i primi segnali di crepe nel traballante sodalizio FdI-Lega-FI preludano a un consistente crac. Per adesso Berlusconi dà segni di insofferenza per la guida arrogante, dispotica della Meloni (“così si va troppo a destra”) e Tajani si associa (prende le distanze da Donzelli e Del Mastro). In attesa del ‘miracolo scissione’, perché il ministro degli Interni consente che nella maggior parte degli stadi del centro-nord si commetta impunito il reato di razzismo, spesso violento e perché gli arbitri non interrompano le partite avvelenate da ignobili cori (Di Bello, Spezia-Napoli), da insulti ai calciatori neri. Perché i club del nord sono collusi con gli ultra, focolaio di razzismo?

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