Napoli-Milan: è tempo di rivendicare il primo maggio ’88
A Napoli è tempo di rivincita: è il giorno adatto per diventare grandi e ripagare il diavolo con la stessa moneta di quel primo maggio.
© “NAPOLI – MILAN” – FOTO MOSCA
Dopo il pareggio con la Salernitana e con l’Udinese, ed a ridosso di un brutto derby, il Milan trova il Napoli sul suo cammino. In una Serie A che non riesce a trovare un padrone, l’Inter, il Napoli e i rossoneri hanno vissuto momenti altalenanti nell’ultimo periodo. Pensiamo al diavolo, che nel 2022 ha perso contro lo Spezia e pareggiato contro la Salernitana, ed addirittura non conquista i tre punti dal 13 gennaio, quando s’impose “di corto muso” contro la Sampdoria. Anche l’Inter non è nel suo momento migliore, escludendo il sonoro 5-0 alla Salernitana, la squadra di Simone Inzaghi non vinceva in Serie A dal ventidue gennaio. E, mentre un Napoli di gladiatori espugna Roma, arriviamo, il sei marzo, ad uno scontro in cui i punti in palio valgono doppio. Non si tratta di approfittare dell’inciampo altrui bensì di far inciampare l’altro con le proprie mani, anzi con i propri piedi. Pensare a sè stessi non serve. Numeri alla mano, l’Inter ha ancora una partita da recuperare, e potrebbe mettere le due contendenti alle spalle con una vittoria. Ecco perchè, un altro pareggio contro una diretta rivale, stasera, non solo non serve, ma è nocivo per il proprio cammino.
IL MILAN È IN EMERGENZA, MA ALLO STESSO TEMPO NON LO È
Pensiamo se al Napoli fosse mancato in una partita del genere il suo fuoriclasse e la sua colonna difensiva. Non vantando di un fuoriclasse in rosa, consideriamo l’assenza di Kouliibaly e di una serie di giocatori cardine della squadra. Cosa sarebbe successo? A Napoli è bastata la Coppa d’Africa a far tremare. Tralasciando che sia andata comunque bene, il pensiero del senegalese non a servizio della squadra preoccupava tutti. Il Milan, non solo affronterà questa partita senza Simon Kjær e (probabilmente) Zlatan Ibrahimović, ma è lì ad un punto dalla vetta avendo impiegato i due complessivamente ventisei volte. Rispettivamente undici e quindici. Se il Napoli è stato sfortunato nel corso di questa stagione, è opportuno dare un occhio più a nord. Senza alcun tipo di pianto, lamento, i rossoneri stanno lottando per lo scudetto senza i due colossi della squadra. Per questo diciamo che il Milan è in emergenza, ma allo stesso tempo no, in quanto abituato mentalmente e tecnicamente a colmare i vuoti di questi due calciatori.
Tutto ciò grazie al suo mister, Silvio Pioli, su cui inizialmente nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo. Forse, però, l’apporto mentale da squadra vincente è stato portato proprio da Zlatan Ibrahimović, colui che ha realmente cambiato la squadra. Solo chi ci ha giocato insieme può sapere cosa significa allenarsi con lui e ciò che ti trasmette, ma questo è stato evidente anche in campo. Il Milan da squadra fantasma ha iniziato ad avere grinta, cuore, carattere e rabbia. Come se la presenza dello svedese ti rendesse più forte, maggiormente cosciente dei tuoi mezzi. Anche quando ha subito i primi infortuni, la squadra continuava a macinare chilometri e punti, spargendo sangue e sudore su ogni campo. Non sarebbe un errore dire che l’ex Inter e Barcellona abbia aiutato la squadra più su un piano mentale che su un piano tecnico. Poi, ovviamente, se il gioco si faceva duro, non ci pensava due volte a risolvere la partita. Proprio come è successo a Napoli.
Senza Kjær, ma anche senza il suo sostituto, Alessio Romagnoli, uscito dolorante dal derby contro l’Inter. Ma per il Milan non è un problema. La squadra di Pioli può schierare tutte le riserve a disposizione, in campo viene dato tutto. Se contro la Lazio era necessario correre, contro il Milan è necessario tenere testa alla loro mentalità vincente. Questo è chiaro dalle rimonte, ma anche dallo spirito con cui si rimonta.
IL LAVORO DI PIOLI RICORDA QUELLO DI GUARDIOLA AL BAYERN MONACO
Nonostante la fame ed il fuoco negli occhi dei calciatori di questa rosa, essa non è una squadra di Conte. Rabbia, mentalità e pressioni si, ma c’è un lavoro che è stato definito da Lele Adani comparabile a quello di Guardiola nel Bayern Monaco. Sotto il punto di vista del gioco, ovviamente.
In questa gara contro la Roma, in cui si vede in campo anche il danese Kjær, si nota uno dei possibili modi d’attaccare della squadra di Pioli. Nella foto si nota Kessié in mezzo ai due centrali, in una sorta di 3-1-1-5, dove ci sono esterni che si alzano o si accentrano. Calabria, di cui qualche anno fa veniva chiesta la testa, lo vediamo praticamente a ricoprire il ruolo di mezzala. Quest’idea toglie praticamente ogni riferimento. Tutto questo, proprio come fece Pep Guardiola in Baviera. I terzini possono occupare lo spazio tra le linee come fossero esterni alti o mezzali. Sia tra il centrocampo e la difesa avversaria, sia tra la prima linea degli attaccanti e quella dei centrocampisti. In sostanza dove si genera uno spazio utile per far risalire il pallone.
In quest’altro esempio, che ci fa il solito Calabria al centro del campo e non nel suo ruolo originario di terzino classico? Anche lì c’è spazio. Perché in una logica posizionale un passaggio orizzontale vale meno di un passaggio che taglia fuori una linea. Non si tratta più o soltanto di ricevere palla in uno spazio libero in assoluto. C’è spazio e spazio. In certi momenti uno spazio libero ha un valore maggiore di un altro altrettanto vuoto, e per il semplice fatto che è più funzionale, utile a un obiettivo di squadra.
COME NON SUBIRE ECCESSIVAMENTE QUESTO MILAN?
Oltre al tener testa ad una squadra dalla mentalità vincente, è necessario saper subire gli attacchi. Vale, con le dovute proporzioni, lo stesso discorso intrapreso con il Barcellona. Il Napoli è la prima squadra in Italia per possesso palla, ma ci sono dei match, e soprattutto degli avversari, che questo non lo consentono. Il pressing alto della squadra non permette al Napoli di sviluppare il suo gioco con facilità. Sarà necessario che i due di centrocampo siano in splendida forma, pronti a rendere rapido il gioco in fase di possesso e in fase di copertura. Ci potrebbe essere difficoltà a sviluppare azioni da destra, da quel lato sgroppa uno dei migliori terzini sinistri del mondo. Osimhen, come sempre, avrà un ruolo centrale, ma avrà difronte degli altrettanti difensori rapidi e pronti, difficili da mettersi alle spalle con uno scatto. Sarebbe il momento di migliorarli quei piedi, non si può far affidamento unicamente sulla velocità, soprattutto in queste partite, in cui, ci pensa sempre il campione. Come in quel di Roma, in cui Fabián Ruiz, tramutandosi per un momento in Messi, fa esplodere Napoli.
È arrivato il momento di diventare grandi, il momento di urlare “presente” a tutta l’Italia. È il momento di vendicarsi di quel maledetto primo maggio, ripagando il diavolo con la stessa moneta, gettandolo negli inferi.