Segnali positivi, ma il Bari non è ancora uscito dal tunnel

7 punti in 3 partite: la cura Marino sta cominciando a dare i primi frutti. Il Bari ribalta la classifica, ma ora serve costanza e continuità.

Articolo di Luca Paesano06/11/2023

©️ FOTO SSC BARI

Dire che la cura Marino sia riuscita sarebbe forse un tantino affrettato. Eppure, però, il malato Bari comincia a mostrare i primi segnali di ripresa, che non è detto portino per forza ad una pronta guarigione, ma che sono per lo meno un buon punto di partenza.

La classifica corta e il rendimento grosso modo altalenante di tutte le squadre, come sempre insegna la categoria, ha reso meno deleteri gli orrori visti nelle prime giornate sotto la guida di Mignani. I 10 punti in 9 partite erano davvero pochi, ma la forbice tra la zona retrocessione e la zona play off era, ed è, ancora molto ristretta. È bastato incanalare qualche buon risultato per rimettere di nuovo tutto in gioco e cambiare volto ad una classifica che non rendeva affatto onore ad una squadra che meriterebbe un altro palcoscenico rispetto alla cedetteria.

Bari, è arrivata la svolta?

Ma cosa doveva curare il “dottore” Pasquale Marino? Innanzitutto l’attacco di pareggite acuta che aveva colpito la squadra nelle prime giornate. In secondo luogo, la sterilità dilagante del gioco biancorosso, in piena crisi creativa e soprattutto realizzativa.

In queste prime tre partite sulla panchina del Bari, l’ex allenatore del Crotone è sicuramente riuscito a trovare rimedio dal punto di vista dei risultati. Un pareggio all’esordio aveva gettato timori di un Mignani-bis, poi due vittorie hanno decisamente cambiato l’umore. Sette punti che sanno di ossigeno puro, nella speranza che non siano solamente un palliativo ma un punto di svolta. La classifica ora assume un sapore diverso, alla faccia di chi dava già il Bari per spacciato. Tifosi baresi inclusi.

I biancorossi sono ora a 17 punti, all’ottavo posto. A soli 3 punti da quello che in estate veniva definito “super” Palermo (che recupera in settimana il match con il Brescia), di cui tutti ammiravano estasiati il mercato “da Serie A”. E se il Parma capolista viaggia su altri ritmi e pare irraggiungibile, sono appena 7 i punti di distanza dal Venezia al secondo posto. Ecco perché, come scrivevamo non molto tempo fa (leggi qui), non bisognava perdere l’ottimismo. Ora, però, occhio a non adagiarsi: così come la risalita è stata alquanto spedita, anche la discesa può essere altrettanto rapida.

Se dal punto di vista dei risultati il Bari sta assorbendo i benefici del cambio in panchina, non si può dire lo stesso per quanto riguarda le prestazioni. Marino si era presentato con tanti buoni propositi al grido di “divertimento!”, ma attualmente non si è ancora visto un vero e proprio cambio di marcia. Almeno ci sta provando, con personalità, prendendo atto di tante delle difficoltà evidenziate dalla gestione Mignani.

Innanzitutto sfruttando il recupero di Davide Diaw per aggiungere un altro uomo ad accompagnare Marco Nasti, spesso apparso troppo isolato nella prima parte di campionato. E poi dando spazio a chi merita, a chi è più in forma, a chi può far meglio. Aramu sarà anche di un’altra categoria, e magari tra qualche giornata si rivelerà un giocatore chiave, ma fino ad ora ha dimostrato di non è essere ancora sul pezzo, tanto tatticamente quanto atleticamente. Ed è giusto allora dar spazio a Sibilli, che ad oggi è irrinunciabile e che anche sabato ha tirato fuori il coniglio dal cilindro. E possiamo dirlo: è stato l’acquisto più sottovalutato del mercato del Bari.

L’ultima novità è il passaggio alla difesa a tre, un sistema che senz’altro, così messo in campo, ha mostrato un buon equilibrio in entrambe le fasi. Il reintegro di Pucino rappresenta una soluzione interessante, mentre viene alleggerito il lavoro difensivo di Dorval e Ricci, pur sempre responsabili ma consapevoli di una copertura alle spalle.

Marino sta lavorando, e lo sta facendo con dedizione e consapevolezza. Il Bari vede la luce, scorge l’uscita dopo tanto buio. E l’aspetto più interessante è che non è una via di fuga, ma è quella principale. Ora per raggiungerla serve costanza e continuità: dimostrare che le due vittorie non sono state frutto del caso e che i biancorossi possono essere protagonisti in questa Serie B.