Il capitano spaesato

Il Napoli vince, ma non convince. La squadra di Spalletti non ha ancora le strategie e le armi necessarie per espugnare i bunker difensivisti.

Articolo di Redazione SDS07/02/2022

© “NAPOLIINSIGNE” – FOTO MOSCA

Un’invenzione in decollo verticale dell’uomo mascherato, del pivot calcistico, regalo della natura e del Dna di papà e mammà, sottrae Spalletti al disagio di giustificare il vuoto di strategia antagonista dell’indietro tutta delle avversarie, che consapevoli di contare su organici di qualità mediocre, provano a limitare i danni con quello che nel gergo dei calciofili è definito catenaccio. La testata radiocomandata dell’atletico nigeriano ha infranto il sogno veneziano di aggiungere almeno un punticino allo sfornito carniere della sua classifica. Il bis di Petagna al minuto 99 di una partita oramai definita nel punteggio, nulla toglie ai dubbi sullo Spalletti maestro di calcio.

Per aver ragione di avversari arroccati in difesa, disposti in campo con l’unico scopo di ostacolare il “nemico” con le buone o le cattive, la letteratura specializzata nel capitolo “come espugnare i bunker difensivisti” prescrive velocità di passaggi, tempestivi e precisi cambi di versante offensivo, conclusioni ben preparate dalla distanza, schemi inediti per calci d’angolo e punizioni, compiti offensivi in area di rigore degli uomini potenzialmente più dotati in altezza e doti di elevazione. Niente di tutto questo nel Napoli di Spalletti e da qualche gara in qua neppure il cambio di passo tra un tempo di gioco e l’altro, per profittare del prevedibile calo di energie spese dagli avversari nella prima frazione di gioco.

Tutta colpa del coach? Ovvio, no. Sul rendimento degli uomini agisce negativamente la prospettiva di emigrare altrove per smarcarsi dall’intento, tutto sommato da assolvere, del Calcio Napoli in piena crisi finanziaria, perciò orientato a contenere le spese di gestione e in particolare i compensi più onerosi di alcuni giocatori. Se sono considerazioni condizionate da ingiustificato “giustizialismo” o verità scomode, ma corrispondenti alla realtà: un’importante cartina di tornasole è imminente.

Sabato, contro la solida Inter di Inzaghi, il Maradona Stadio smentirà, o confermerà le due ipotesi, ma forse non chiarirà se è di Spalletti l’idea insana di espellere Insigne dalla fascia sinistra, posizione che lo ha reso attaccante di gran pregio, per operare in funzione ibrida di regista avanzato di centrocampo che non gli è propria e che disturba il lavoro prezioso di Zielinski, infatti offuscato. Commentatori di media sportivi con meritato seguito sorprendono i lettori. Si congratulano con l’acume dell’allenatore del Napoli per la “felice intuizione di puntare su Osimhen”. In totale buona fede c’è da chiedersi: ma che “geniale trovata” è stata mandare in campo il gigante nigeriano?