Il dolce momento del goal
Dopo due anni devastanti mi sono reso conto che il calcio non potrà mai finire finché ci sarà la dolce emozione del goal.
Immaginate il momento che stiamo vivendo. Ecco ora calatevi nel contesto calcistico. Non in quello dei big però, bensì in quello dei “poveri” del pallone. Ci siete? Immagino di sì.
Rinvii, scadenze non mantenute, protocolli a volte strani e a volte leciti: insomma, negli ultimi due anni questa realtà ha visto davvero di tutto.
Eppure, pian piano, un passo alla volta, tutto sta lentamente tornando alla normalità, seppur con alcuni cambiamenti: neanche così eclatanti.
Tuttavia, durante questa stagione, più intensa della scorsa durata solo un paio di mesi, mi sono piacevolmente reso conto che molti dei dubbi che avevo non hanno poi effettivamente mai trovato riscontro.
Sul campo, salvo qualche caso disparato, c’è ancora una passione infinita da parte di tutti e anzi, se possibile, addirittura più di prima.
Questo perché forse, l’ultimo periodo, ha dato davvero una scossa a livello psicologico, un qualcosa che ci ha fatto pensare: “Ma non è che finisce tutto?”.
Purtroppo, per diverse società, questo pensiero ha anche trovato riscontro.
Ma nei giocatori, quelli, noto che tutto sta realmente tornando alla normalità. Che le emozioni sono tornate ad essere il fulcro, a discapito di quella maledetta paura che sembrava non volerci più lasciare.
Più di tutto però, quello che mi fa stare davvero bene, è che certe cose, certe sensazioni, sono rimaste pressoché identiche.
Una, forse la più importante, ha addirittura amplificato la sua potenza: il goal.
Il goal, signori, non è cambiato per niente. Quando succede che quella palla, quel magico oggetto gonfio d’aria, varca la rete, tutto si congela per pochi istanti.
La tua vita rimane fuori e tu, impazzito, diventi un’altra persona.
Ecco, grazie a quello, il goal intendo, dopo due anni devastanti mi sono reso conto che il calcio non potrà mai finire finché ci saranno emozioni del genere.
Emozioni per cui vale davvero la pena vivere.