Il MOSE di Zanetti non ferma il Napoli
Tre punti in più e testa all'Inter, ma la partita di Venezia ha generato alcuni dilemmi a cui Spalletti dovrà necessariamente rispondere.
© “NAPOLI” – FOTO MOSCA
Come con la Salernitana, ci prendiamo i tre punti e andiamo avanti senza fare troppo gli schizzinosi.
Nel 2022, con la squadra in emergenza, abbiamo consuntivato un pareggio in casa della Juve e quattro vittorie consecutive contro squadre di medio bassa classifica. Per certi versi si è riproposto in tono minore il filotto di vittorie di inizio campionato: vittorie, alcune di quelle, “a cortissimo muso”.
La piazza si è riaccesa come un fiammifero e ha ripreso a parlare di scudetto senza ritegno: ovviamente già pronta a ricadere nella depressione in caso di passo falso contro la corazzata Inter. Sotto questo aspetto l’immaturità dimostrata dalla squadra, nonostante Spalletti, è lo specchio fedele della nevrastenia dell’ambiente.
Comunque è innegabile che siamo lì a giocarci concretamente l’obiettivo CL vista la caduta (prevista a inizio stagione) dell’Atalanta, le prestazioni alterne delle romane e l’oggettivo indebolimento della Fiorentina. Persino la prevedibile risalita della Juve non fa paura, sempre che si conservi un buon passo fino alla fine: cioè vincere (quasi) tutte le partite alla nostra portata e giocarci le altre al massimo delle nostre possibilità.
Spalletti avrà una settimana intera per preparare il match di sabato e integrare i transfughi della Coppa d’Africa. L’Inter invece domani affronterà la Roma in una partita difficile, presumibilmente dispendiosa, contro una squadra che cercherà di mantenere vivo l’obiettivo Coppa Italia dopo le grandi attese iniziali e gli ingenti investimenti.
È un grande vantaggio che Spalletti dovrà cercare di monetizzare nonostante il “Maradona” dove si sono consumate tre sconfitte su quattro in campionato, cinque su sette in stagione se contiamo anche Spartak e Fiorentina. Un ruolino di marcia che la dice tutta sul cosiddetto dodicesimo uomo che sparla di scudetto e “pappone”.
Per tornare a sabato: Spalletti riavrà KK e Anguissa. Mentre sul primo non ci sono dubbi di vederlo in campo al posto dell’ottimo JJ, che va ringraziato e confermato come ottimo punto fermo anche per il futuro, non è altrettanto certo che il camerunense prenda il posto di Lobotka per riproporre lo stesso centrocampo letteralmente distrutto nella partita di andata.
Anche ieri lo slovacco è stato il migliore. Nonostante Ruiz gli abbia letteralmente pestato i piedi per tutto il primo tempo costringendolo a movimenti ed errori inusuali, Lobotka è entrato gradualmente in partita ed è diventato una volta di più il faro della squadra: sempre nella posizione giusta da interdittore e regista. Tanta roba in confronto all’evanescente spagnolo e all’anonimo e inutile Zielinski.
Però ieri giocavamo contro il Venezia, candidata alla retrocessione: se dovessimo riproporci così contro l’Inter, imbestialita dopo il ko immeritato subito nel derby, verremmo spazzati via come è stato per settanta minuti abbondanti al Meazza prima che Inzaghi provasse a suicidarsi nello stesso modo visto sabato.
Ecco quindi alcuni dei nodi che Spalletti dovrà sciogliere in questi giorni:
- Quante garanzie dà Zielinski di tirare fuori “cazzimma” e energia di cui ha improvvidamente concionato in settimana senza sapere esattamente di cosa stesse parlando? Noi sappiamo sin da ora che Zielinski giocherà ma restiamo convinti che il problema in partenza quanto meno esiste e andrebbe attentamente valutato.
- L’Insigne di ieri, che girovagava per il campo senza posizione (più spesso terzino aggiunto che attaccante, contro il Venezia!!), con i suoi quadricipiti amatoriali sembra già un giocatore di MLS. Rinascerà nella partita dell’anno contro una grande?
- A sinistra il deludente Mario Rui di ieri è meglio di Ghoulam? A parità di limiti difensivi, l’algerino offre intelligenza e piede di cui il portoghese è privo.
- A parte Insigne, in attacco le scelte saranno determinanti: contro l’Inter non si potrà lasciare solo Osimhen come è stato ieri e come è stato all’andata. Schierare Mertens insieme al nigeriano potrebbe essere una soluzione, contando sulle grandi motivazioni del belga capace di fare la differenza non ogni domenica ma – lui sì – in partite di cartello contro grandi squadre.
Abbiamo elencato, pensiamo, dilemmi importanti: concause che nel tempo ci hanno impedito di fare salti di qualità decisivi.
Quest’anno però abbiamo un allenatore e (forse) un centravanti capaci nuovamente di fare la differenza. Osimhen è imprescindibile oggi nel Napoli; senza la sua incornata ieri sarebbero stati dolori. Ma deve ancora dimostrare di essere un fattore contro grandi squadre: all’andata prima dell’infortunio annaspava impotente. Anche da lui ci si attende un salto di qualità, magari proprio a partire da domenica.
FORZA NAPOLI SEMPRE