La rinascita del Savoia che riparte dall’Eccellenza
Le parole di mister Roberto Carannante, allenatore di un Savoia che dopo la cessione del titolo è ripartito dall'Eccellenza.
La nascita del Savoia ha origini lontane nel tempo: la squadra di Torre Annunziata è infatti una delle più antiche del Meridione, con la sua fondazione datata 1908. La formazione biancorossa, in tempi più recenti, è stata per tanti anni tra Serie D e C, arrivando anche nel campionato di Serie B per la stagione ‘99/2000. Al termine dello scorso campionato di D, dopo essersi classificato terzo e aver sfiorato la promozione perdendo in finale, il Savoia ha visto cedere il suo titolo, con la piazza che per circa due mesi è rimasta senza calcio.
A parlare ai nostri microfoni della “rinascita” della formazione di Torre Annunziata è mister Roberto Carannante, che, con l’aiuto della società, ha dato nuova vita alla squadra in un momento difficile.
“Sono allenatore della squadra dalla terza di campionato, prima non c’era la società. Si è formata circa a fine settembre/inizio ottobre, con le prime partite in cui è andata a giocare la Juniores proprio per non perdere la categoria”, afferma l’allenatore. “Poi dopo, dalla terza in poi, si è formata questa società e pian piano abbiamo iniziato a cercare di fare la squadra”, prosegue. Una formazione nata dopo che le squadre avversarie avevano già ultimato il mercato, con giocatori fermi da settimane tra infortuni o mancanza di squadra. “Il direttore Palumbo ha fatto un buonissimo lavoro, abbiamo cercato di prendere giocatori che erano già stati con me e abbiamo cercato di fare, secondo me, una buonissima squadra.
Abbiamo avuto la fortuna di avere tanti miei ex calciatori (abbiamo anche tanti giovani) che conoscevano il mio principio di gioco, erano funzionali alle mie idee e magari anche questo ci ha aiutato nel fare così bene. Perché ripeto, non è facile rientrare dopo 70 giorni senza fare ritiro, niente, ritrovarsi e giocare il campionato. Ci siamo ritrovati il mercoledì/giovedì e siamo andati in campo. Poi ovviamente è un cantiere aperto perché all’inizio c’erano pochi calciatori, poi si prendeva fiducia e qualche calciatore che era restio a venire veniva perché appunto si cominciava a fare sul serio quindi è stato anche un work in progress”.
Gli obiettivi futuri del Savoia
Nonostante le difficoltà, il Savoia, che come obiettivo iniziale aveva quello di salvare la categoria, è attualmente terzo in classifica, a pari punti con la seconda, in zona playoff. La società ha alla base un progetto che punta a riportare la squadra di nuovo nelle serie maggiori: “Che sia Serie B o Serie C è una piazza che merita il professionismo, per tifoseria, attaccamento alla maglia, storia, stadio”, afferma mister Carannante. “So per certo che la società ha ambizioni in questo. Bisogna fare degli step e uno di questi è quello di fare un passettino alla volta”.
Mister Carannante, prima di sedere sulla panchina del Savoia, ha vestito la maglia della squadra di Torre Annunziata per due stagioni, dal ’96 al ’98, anni in cui le gare erano accompagnate da una numerosa tifoseria, che oggi pian piano inizia a tornare. “Savoia è una piazza importante, una piazza dove la gente ha una storia importante quindi vuole fare calcio”, sottolinea l’allenatore. “All’inizio c’è stato molto scetticismo nei confronti della squadra perché ovviamente venivano da un passaggio di titolo. Però man mano con i vari risultati siamo stati bravi nel portare persone allo stadio. Io ho giocato nel Savoia in C1 due anni, avevamo 7/8mila persone ogni volta. Poi adesso incominciano a ritornare le varie tifoserie fermo restando che non c’è ancora quell’euforia come allora. Lo Stadio Giraud è uno stadio importante, è uno stadio vero. Noi abbiamo purtroppo una capienza in questo momento di 1000 spettatori perché bisogna fare dei lavori. Oggi ti assicuro che tutti quanti vogliono venire a rigiocare a Torre annunziata, è una cosa molto bella, è già una grandissima vittoria”.