Da Udine a Udine: Il Napoli “chiude” il ciclo

La prima vittoria al ritorno in Serie A e quella dello scudetto 15 anni, 8 mesi e 2 giorni dopo: a Udine si “chiude" il ciclo.

Articolo di Ruben Zaccaria07/05/2023

Si è chiuso ad Udine il ciclo, dove in fondo era iniziato. Settembre 2008, il Napoli di Edy Reja scende in campo al Friuli per la seconda giornata di campionato. La gara d’esordio del ritorno in Serie A aveva visto il Cagliari trionfare al San Paolo; la trasferta contro i bianconeri, invece, il preludio di quella che sarebbe stata una stagione da tutt’altro che neopromossa.

A mettere a segno quella che per una generazione è la prima rete vissuta del Napoli in A è Marcelo Zalayeta, dopo sedici minuti, assistito da Lavezzi, che su un lancio lungo brucia Mesto e serve all’uruguaiano il pallone a pochi passi dalla porta. Gli azzurri trovano poi il raddoppio nel finale del primo tempo: calcio d’angolo, dalla bandierina Marek Hamšík, sponda di Zalayeta, Cannavaro prolunga e Domizzi calcia in rete. Per il difensore rigorista del Napoli sarebbe stato il primo degli otto goal messi a segno in campionato nel corso della stagione, e già il terzo in maglia azzurra dopo i due messi a segno – su tre poi totali – in Coppa Italia.

Al 65′ la squadra di Edy Reja chiude la pratica: Lavezzi servito in area finta di calciare con il destro, rientra sul mancino e scarica in rete. Dopo la tripletta al Pisa del 18 agosto, El Pocho mette il suo marchio sul campionato e si appresta a diventare uno dei giocatori più amati nella storia della squadra.

Il Napoli dopo cinque minuti cala il poker: Grava servito in area crossa rasoterra, Chimenti va a vuoto e sul tabellino pone nuovamente la sua firma Zalayeta, che trova il più facile dei goal a porta sguarnita. Al 75′, proprio l’uruguaiano lascia il posto al Pampa Sosa. Il cronometro di Gervasoni segna 81′, Lavezzi imbuca e il suo compagno argentino dopo sei minuti dal suo ingresso in campo mette a segno il goal dello 0-5 in scivolata, chiedendo poi scusa al pubblico.

Avevo 11 anni, ricordo perfettamente quel momento, i miei erano usciti per recarsi da mio nonno come ogni domenica. Al quinto goal, rimasto solo a casa, mi affacciai dalla finestra del mio terzo piano e comunicai a mia madre dell’ultima rete del match.

Quella fu la prima vittoria al ritorno in Serie A, e non una vittoria qualunque. 0-5, fuori casa da neopromossi con l’Udinese. A fine anno gli azzurri arrivarono ottavi, conquistando 50 punti. Un risultato straordinario che permise ai ragazzi di Reja di giocarsi la Coppa Intertoto – competizione terminata proprio nel 2008 – che dava la possibilità di qualificarsi alla Coppa Uefa. Gli azzurri non centrarono la fase a gironi solamente per l’ultimo doppio confronto dei preliminari, battendo il Benfica in casa 3-2 e perdendo 2-0 al Da Luz.

Ma facciamo un passo indietro. A Udine si è aperto e “chiuso” il ciclo. La prima – per una generazione in particolare – vittoria in Serie A, e l’“ultima”, non in termini di tempo ma di percorso. 15 anni, 8 mesi e 2 giorni dopo, nello stesso stadio dove gli azzurri avevano visto il primo successo della rinascita nel massimo campionato, il Napoli passa ancora, chiudendo quanto lì iniziato. È un Napoli diverso, meravigliosamente diverso, consacrato, che si è assicurato il suo terzo scudetto. Udine diventa sfondo di un balzo temporale, inizio e punto di una storia che ha avuto il suo lieto fine.

Il prossimo capitolo è pronto per essere scritto; stesso, meraviglioso, autore: il calcio.