Lode alla spina dorsale del Napoli

Il Napoli è una squadra che ha sempre brillato per la sua solida spina dorsale: giocatori che incarnano la forza e l'essenza del club.

NapoliFoto Mosca
Articolo di Salvatore Esposito07/06/2023

Il Napoli è una squadra che ha sempre brillato per la sua solida “spina dorsale”. Un insieme di giocatori che incarnano la forza e l’essenza del club. Quest’anno, durante la stagione trionfale dello storico terzo scudetto, la colonna vertebrale del Napoli si è rivelata ancora una volta una potente arma vincente.

In difesa abbiamo avuto il privilegio di ammirare Kim Min-jae, ormai prossimo all’approdo in Premier League: un autentico muro, insignito del titolo di miglior difensore della Serie A. Il coreano incarna appieno i valori di impegno e concentrazione, tanto da acquisire il soprannome di “saldato”. Affermatosi come uno dei più forti d’Europa, il suo impatto in Italia è stato semplicemente straordinario. Riesce a leggere il gioco con precisione millimetrica e ad intercettare i passaggi avversari con una tempestività sorprendente. La sua rapidità e il suo senso della posizione gli permettono di mantenere il controllo della situazione e di fermare gli attacchi avversari.

La spina dorsale del Napoli

Stanislav Lobotka è il punto di riferimento fondamentale per il centrocampo del Napoli. La sua visione di gioco, la capacità di recuperare palloni e la leadership silenziosa hanno reso lo slovacco l’anima e il cervello del centrocampo azzurro. Maestro nell’arte del passaggio, con una percentuale di precisione pari al 92%, non spreca mai un pallone e riesce a distribuire il gioco in modo intelligente e preciso.

Lobotka detta i ritmi di gioco della squadra, e grazie alla sua visione a 360° e alla sua capacità di leggere l’andamento della partita, riesce a prendere decisioni rapide ed efficaci. Noto per la sua tecnica raffinata, in campo porta armonia e fluidità nel gioco. Un piacere per gli occhi degli appasionati di calcio.

In attacco, poi, Victor Osimhen. Un calciatore che rappresenta la purezza della determinazione e del coraggio. Il suo stile di gioco, caratterizzato dall’amore per l’attacco in profondità e dalla voglia di vincere ogni duello, trasformano le classiche connotazioni del ruolo di punta. Un guerriero, che lotta su ogni pallone, che mette in scena una grinta senza pari. Con le lunghe leve del nigeriano, nessun pallone è sprecato.

Osimhen non si accontenta di segnare solo gol comuni. Durante la stagione, ha dimostrato di essere in grado di fare centro anche con tiri straordinari, come la rete contro la Roma, in cui ha effettuato un doppio stop – di petto e coscia – prima di concludere, o il suo gol contro il Sassuolo, con un preciso tiro sul primo palo da una posizione defilata.

Ma questa è solo l’ultima incarnazione della spina dorsale del Napoli. Negli anni passati, abbiamo avuto giocatori di spessore come Kalidou Koulibaly in difesa, Jorginho a centrocampo, e attaccanti di classe come Gonzalo Higuain e Dries Mertens. Calciatori che hanno scritto pagine indelebili nella storia del club.

La spina dorsale del Napoli è una parte vitale del suo DNA calcistico e continua a essere una fonte di ispirazione per i tifosi azzurri.

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