Questo centrocampo è il migliore di sempre? Sarri avrebbe da ridire

Ad oggi il centrocampo del Napoli è di certo la sorpresa della nuova stagione. I risultati parlano chiaro, ma è davvero il migliore dell’era De Laurentis?

Articolo di Federico Grassi07/10/2022

© “NAPOLI” – FOTO MOSCA

Oggi il centrocampo del Napoli, di gran lunga, è la grande sorpresa della nuova stagione. Tra scetticismo e poca speranza, nelle prime otto giornate di campionato – e nelle prime tre di Champions – le attenzioni si sono spostate su quei tre che incantano tutti coloro che guardano il calcio. Le statistiche e i risultati parlano chiaro, la differenza nel Napoli di Spalletti la fa il centrocampo. Ma è davvero il migliore dell’era De Laurentis?
Di certo possiamo affiancarlo ad uno dei migliori centrocampo della storia azzurra, quello di Maurizio Sarri.

Il Napoli di Sarri

Era il 2015 quando approdava al Napoli Maurizio Sarri. In pochi anni quel Napoli, arrivato la stagione precedente quinto con Rafa Benitez, diventava una delle squadre più belle e insidiose d’Europa. I nuovi acquisti, e non solo, vivono la loro consacrazione fino a formare un organico che dava spettacolo. Dal Pipita, arrivato sotto la gestione Benitez, ad Allan e Zielinski; di certo quella squadra era pronta a vincere uno scudetto.

La prima stagione sotto la gestione del tecnico toscano termina con un secondo posto e la conseguente qualificazione in Champions. Il Napoli in quegli anni era osannato da tutti, anche dal City di Guardiola che nel 2017 ne esaltava la qualità dell’undici. Di certo negli ultimi anni il reparto più amato è stato l’attacco, dall’odi et amo con il pipita Higuain alla storia infinita di Ciro Mertens. Per non parlare e dimenticare dell’onnipresenza di Jose Maria Callejon e la sempre più napoletanità di Lorenzo Insigne.

Passato, presente e futuro

Il reparto però che è passato più in secondo piano era il centrocampo, nonché il motore di ogni squadra di Maurizio Sarri. In quegli anni era composto da Jorginho, la mente, Allan, il recupera palloni, e Hamsik, il finalizzatore. Quei tre erano davvero forti e in maglia azzurra ne hanno passate tante; 699 partite e 113 gol in tre, una vita passata all’ombra del Vesuvio tanto amato e tanto protetto. Il tiki-taka del Napoli partiva tutto da loro, che tanto possiamo paragonare ai titolari di oggi. Lobotka, la mente, Anguissa, il recupera palloni e Zielinski, il finalizzatore; esattamente gli stessi incarichi e le stesse qualità. Mi permetterei di dire anche più forti dei tre precedenti.

Lobotka ha la freddezza di Jorginho, ma in più ha la gamba di strappare e di recuperare cosi tanti palloni che non ti rendi conto che ci sono altri dieci oltre lui. Lo slovacco, dopo un’annata complicata con la gestione Gattuso, ha ritrovato la condizione e ha firmato la sua consacrazione nel club campano, diventando di gran lunga il miglior centrocampista in quel ruolo in Italia e Marek ce lo aveva detto. Anguissa ha la stessa fisicità e cattiveria agonistica del mastino brasiliano, Marques Allan, che però peccava un nella qualità. Zambo ne ha qualità e anche tanta; sombreri, tacchi, rulete e doppi passi che in aggiunta alla sua fisicità e a qualche gol lo hanno reso insostituibile. Invece Zielinski, nato come sostituto naturale di Marek Hamsik, ha sempre peccato di continuità. Il polacco è unico nelle sue giocate e nella qualità espressa sia di sinistro che di destro, proprio come lo slovacco, ma la sua discontinuità lo ha reso inaffidabile negli ultimi anni. Sprazzi positivi ed altri nulli, paragonato ad Hamsik pecca un po’ nella mentalità, ma nella qualità non si discute.

Il presente

316 partite e 36 gol in maglia azzurra, quasi la metà del centrocampo storico e passato. Il campionato è iniziato e mica male!

Gli azzurri sembrano aver preso la consapevolezza dei propri mezzi e del gruppo che, nonostante la perdita degli ormai “old leaders”, si sta sempre più consolidando. Un mercato tanto criticato e vissuto con poca speranza da parte dei supporters azzurri che stanno assistendo però ad uno dei Napoli migliori della storia. Lobotka diventa sempre di più il professore del centrocampo azzurro, apre e chiude gli spazi quando vuole e come vuole, un fuoriclasse mai visto negli ultimi anni. Anguissa detta i tempi e gli inserimenti che sembrano ormai diventati routine nelle sue partite. Unisce qualità a fisicità e vallo a fermare! Zielinski inizia bene, continua meglio e speriamo finisca magnificamente.

Il gruppo è unito e ciò giova anche a calciatori come il polacco ed Alex Meret, che ogni tanto soffrono la pressione del momento, inficiandone le prestazioni. Momento da incorniciare e che evidenzia l’unione di questo gruppo è il comportamento di Kvhicha Kvarastkhelia che, dopo i due rigori sbagliati dal polacco all’Ibrox Stadium, in Scozia, lo rincuora e lo abbraccia, ma anche il passaggio di fascia da capitano da Di Lorenzo a Meret, avvenuto nella goleada alla Johan Cruyff Arena, per trasmettere fiducia ad un ragazzo che ne ha bisogno.

Le premesse ci sono tute per vedere il miglior Napoli degli ultimi anni, ma forse è meglio parlarne più avanti…