Tutto quello che c’è da sapere sul Toronto

Una scheda di presentazione del Toronto, prossima squadra di Lorenzo Insigne, partendo dalla domanda: perchè una squadra canadese gioca in MLS?

insigne
Articolo di Lorenzo Maria Napolitano08/01/2022

© INSIGNE – TORONTO – FOTO MOSCA

Se per le strade di Napoli abbiamo sempre sentito parlare unicamente del Napoli, con brevi interessamenti rivolti all’avversario della domenica, da diversi mesi sulla bocca di tutti i tifosi s’è stampato il nome d’una squadra oltreoceano: Il Toronto FC.

La grande (ma non così grande) offerta per Lorenzo Insigne dimostra l’effettivo interesse da parte della società canadese per acquistarlo.

CHI È IL TORONTO?

Partiamo dal suo presidente: Bill Manning. Il patron della squadra rossa è un ex-difensore che negli anni Novanta ha vestito la maglia della Nazionale di Porto Rico, prima di darsi alla carriera manageriale. Oggi, infatti, gestisce il ramo sportivo del colosso canadese Maple Leaf Sports & Entertainment, una grande azienda che controlla tutto lo sport cittadino, possedendo anche i Raptors in NBA. Team che, nel 2019, ha conquistato il suo primo storico titolo NBA. Gli anni verso la seconda metà del decennio scorso sono stati particolarmente floridi per la città: oltre il titolo NBA è arrivata anche la prima vittoria in Major League Soccer per il Toronto, unica squadra canadese ad aver vinto il titolo.

PERCHÈ UNA SQUADRA CANADESE COMPETE NEL CAMPIONATO AMERICANO?

Quella di Toronto non è l’unica franchigia canadese che fa parte della MLS: ci sono anche i Montreal Impact e i Vancouver Whitecaps. Il motivo per cui queste squadre fanno parte della lega americana è semplicemente di business e di visibilità. Il sistema delle leghe americane permette infatti di ‘affiliare’ delle franchigie, le quali non sono delle società indipendenti come accade nella maggior parte dei campionati in Europa. 

Nel caso specifico il Toronto FC, iscritto nel 2007 dopo essere stato fondato e ufficializzato nei due anni precedenti, è stata la prima franchigia ad unirsi alla lega americana, seguendo l’esempio di quanto successo nei decenni precedenti negli altri sport più importanti. Quella del calcio, infatti, non è un’eccezione, nello sport americano è piuttosto normale trovare squadre canadesi.

INSIGNE SULLE ORME DI GIOVINCO

Fu l’ex Juventus Sebastian Giovinco il cardine della squadra campione d’America. La formica atomica ha condotto la squadra al suo primo storico titolo, venendo ben presto – e giustamente – divinizzato dai tifosi. Lui che notoriamente un gigante non è, s’è trovato a guardare tutti dall’alto verso il basso. In maglia rossa ha vinto anche 3 Canadian Championship (Si tratta della coppa nazionale del Canada) e una MLS Supporters Shield (il trofeo assegnato alla squadra della MLS che ottiene il maggior numero di punti nella classifica generale della stagione regolare, ovvero alla formazione che vincerebbe il campionato se la MLS fosse organizzata con lo stesso formato dei principali campionati di calcio europei).

IL BINOMIO ITALIA-AMERICA NEGLI ULTIMI ANNI

Tra l’Italia e gli Stati Uniti, o il Canada, sono sempre intercorsi sani valori. No, non solo perchè oggi gran parte delle squadre di Serie A sono proprietà americane, questo è un fenomeno degli ultimi decenni. Piuttosto perchè sono svariati anni che il calcio americano tende a perfezionarsi ed attirare spettatori grazie alle star provenienti dall’Europa e, appunto, dall’Italia. Dopo il mondiale americano nel 1994, vero e proprio spartiacque del football nella zona settentrionale del nuovo continente, per tenere viva la passione di tutta quella gente che si era rimasta incantata difronte ad i campioni di quel mondiale, iniziano ad arrivare da parte dei club a stelle e strisce importanti offerte in Italia e in Europa.

Roberto Donadoni e Nicola Caricola sono stati i primi: entrambi arrivati proprio perchè la popolarità di calciatori di quel calibro avrebbe attirato l’attenzione di tutti. In Canada c’è stato Alessandro Nesta, nel Montreal Impact. A fine carriera sono arrivati anche Marco Di Vaio, Andrea Pisanu, Daniele Paponi, Antonio Nocerino e Andrea Pirlo. Insigne sarà l’unico, insieme a Giovinco, ad aver accettato l’offerta nel pieno, o quasi, della carriera.