© “OSIMHEN” – FOTO MOSCA
Cosa ci ha detto questa ultima giornata di campionato? In primis, il calarsi le braghe di Stefano Pioli nella partita in cui avrebbe dovuto rilanciare il suo Milan; secundis, che siamo di fronte a un giocatore, potenzialmente, da scarpa d’oro: Victor il nome, Osimhen il cognome.
Il Napoli vincerà lo scudetto, lui il titolo di capocannoniere, e un posto speciale nel cuore di ogni napoletano. Poi, purtroppo per i tifosi, quasi sicuramente saluterà in estate. De Laurentiis, al contrario, vestirà i panni di Paperon de’ Paperoni, pronto a tuffarsi nelle offerte megagalattiche che arriveranno dalla Premier League, e non solo. Ma iniziamo con il grande sconfitto di giornata.
Pioli, come un gatto in tangenziale
L’avevamo detto un mese fa, dopo il pareggio con la Roma che inaugurò la crisi rossonera, e lo ribadiamo oggi a gran voce: Pioli is not on fire. E credetemi, il passo da fire a fired (licenziato, in inglese) è breve. Specialmente se si offrono prove scialbe come quella vista nel derby di domenica sera. C’è modo e modo di perdere, ma porgere le terga agli avversari, attendendo di essere presi a pallonate dai cugini nerazzurri, è ingiustificabile.
Le critiche sono piovute sul tecnico del Milan a 360°, mentre questi tentava di coprirsi con l’ombrellino di Willy il coyote, arroccandosi sulle proprie scelte. In realtà, sono i fatti a parlare: dal 4-2-3-1 al 3-5-2, fino al 5-3-2. Tutto questo in un mese.
La sensazione è che la squadra abbia perso fiducia in Pioli, che percepisca la confusione di idee e, di conseguenza, scenda in campo per fare la fine del gatto in tangenziale. Il Milan è stato investito ripetutamente in questo ultimo mese, spesso pesantemente, eppure tutto tace. È chiaro che il doppio confronto con il Tottenham rappresenterà uno spartiacque per la stagione rossonera, e per Pioli stesso. Pensare che possa esserci partita, allo stato attuale, è pura fantasia.
Ibra c’è ma non c’è. Il suo silenzio urla la frustrazione di un ultraquarantenne pronto a dire basta. Il suo ascendente sul gruppo di giovani, non più giovanissimi, si sta eclissando. Il Milan, dopo due anni di grandi prestazioni, culminate con l’ultimo scudetto, ha finito la benzina. La seconda stella auspicata da Maldini ad agosto dovrà aspettare, e molto. Con questo Napoli…
Dove osano le aquile…grazie a Osimhen
Che Victor Osimhen fosse forte, ma forte sul serio, l’avevano notato anche i ciechi. Quanto sta facendo adesso è, però, sinceramente al limite della legalità fisica umana. Il primo dei due gol segnati allo Spezia, toccando una vetta di 2.58 con la testa, è qualcosa da giocatore NBA. Altezze simile erano già state sfiorate in passato, ma, che io ricordi, nessuna con stacco da fermo a piedi uniti. Questo solo per dare l’idea dell’esplosività di Osimhen.
Ma il 9 d’ebano, d’azzurro vestito, è un Victorinox, letteralmente. Il Napoli ha bisogno di un ariete, e lui si trasforma in ariete; serve opportunismo, e veste i panni si Pippo Inzaghi; c’è bisogno della giocata decisiva, lui in qualche modo la trova, sempre. La media di un gol segnato in Serie A ogni 89’, non rende l’idea dell’importanza di un giocatore simile. Allunga e stressa continuamente le difese. Come dicono negli Stati Uniti: “Pick you poison”, ovvero, scegli il veleno di cui vuoi morire. Se esiste un black mamba nel calcio moderno, non può che essere Osimhen.
Non è un caso che le grandi d’Europa siano già pronte a darsi battaglia per strapparlo al Napoli, e, soprattutto, ai napoletani. Nello sport senza “bandiere”, ogni anno può essere l’ultimo con certi colori. Il Bayern si divora le mani pensando al mancato affondo la scorsa estate. De Laurentiis, e Giuntoli per estensione, si sfregano le loro, immaginando di imbastire l’asta più ambita della prossima sessione di mercato.
Manchester United, Chelsea, Bayern Monaco, Real Madrid; è di queste potenze che parliamo, e di cifre proporzionate al blasone di questi club. 130, 140, o persino 150 milioni potrebbero non bastare, viste le cifre spese per i Mudryk del caso. Ma se dovesse arrivare l’offerta che non si può rifiutare, il sacrificio di Victor potrebbe far volare il Napoli là, dove osano le aquile. Con i conti in regola di De Laurentiis a garanzia, e un gruzzolo a tre cifre per Giuntoli da gestire, le possibilità che si apra un ciclo vincente in Italia, e non solo, aumentano vertiginosamente. Senza dimenticare che partirebbe come eroe del terzo scudetto. Quindi, non piangete quando arriverà il momento, perché potrebbe essere l’inizio di una età dell’oro a Napoli.
Leave a Reply