Dai ragazzo, dai

Osimhen supera agevolmente i test di idoneità, ma nella cartella non c’è traccia di accertamenti sulla sua personalità. Riuscirà a trovare il proprio equilibrio ed esprimersi al massimo delle sue potenzialità?

osimhen
Articolo di Luciano Scateni08/04/2022

© “OSIMHEN” – FOTO MOSCA

Titolone e dettagli sull’ultimo ‘acquisto’ di un calciatore. I più informati raccontano quando sarà nella sede di destinazione e di lì nel centro di medicina sportiva, dove lo staff di specialisti accerta le condizioni fisiche del nuovo arrivato. Potremmo sbagliare, per mancato riscontro diretto, comunque non risulta che oltre al fisiatra, al cardiologo, al luminare di medicina generale dello staff faccia parte anche uno psicologo, che accerti la salute mentale dell’atleta, soprattutto se giovane e sradicato dall’habitat d’origine e dalla famiglia.

Mettiamo, ed è successo, che, liquidato Milik e con l’obiettivo di mettere a disposizione un centravanti fisicamente alla pari con difensori centrali da un metro e ottanta in su, Giuntoli, su mandato di De Laurentiis, abbia convinto l’aitante Victor a dire addio alla Francia per offrire ai tifosi ‘vesuviani’ il bello del suo metro e ottantasei, l’energia di poco più che ventenne e la velocità di un gazzella: fisico da gagliardo nigeriano, Osimhen supera agevolmente il test dell’idoneità, ma nella cartella non c’è traccia di accertamenti sulla sua personalità, sul governo responsabile dei comportamenti in campo nella varietà di situazioni prevedibili che incontra un calciatore al suo livello e, per esempio, allorché difensori più che aggressivi provano con ogni mezzo a fermarlo.

In campo succede che la giovanile vemenza dell’inarrestabile uomo-gol venga contrastata con particolare asprezza da avversari che assistono impotenti ai suoi micidiali sprint, e che la loro impotenza si scarichi con falli cattivi da frustrazione. Dai tempi di Jeppson e di altri famosi attaccanti è noto che il loro destino è di subire trattamenti non proprio ‘garbati’ da chi impedisce con le ’cattive’ libertà d’azione al ‘nemico’. La maggiore esperienza di molti omologhi di Osimhen sanno bene che a reagire con pari violenza si rischiano ammonizioni, espulsione squalifica. Non è il solo comportamento ‘boomerang’.  Se profittando della propria stazza il centravanti oltrepassa il limiti del contatto fisico consentito, il rischio di punizioni è molto probabile. Se poi le proteste per decisioni arbitrali non condivise irritano chi le ha prese, il risultato non cambia e chi se ne responsabile paga con le sanzioni previste.

Ecco, il fantastico Osimhen (pagato 60 milioni o 40 come suppone l’inchiesta in corso sulle cosiddette plusvalenze) rischia spesso di venire meno al potenziale offensivo del Napoli, per incidenti (talvolta provocati dalla sua eccessiva veemenza) e assenze punitive. Non è mai troppo tardi, slogan di nobili intenti del maestro Tv Manzi, una seduta settimanale sul lettino dello psicologo del campione nigeriano, perché no? Un Osimhen con la testa a posto, che abbia ha la meglio sulle intemperanze giovanili, è un’ipotesi velleitaria o un consiglio costruttivo, in ancora inespressa sintonia con la grande quota del potenziale positivo che il fenomeno adottato con entusiasmo da Napoli ha in serbo per il suo futuro prossimo?

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