La Juve non conta nulla

Non c’è nessun fuggi fuggi generale dalla Juve. Anzi, tutti vogliono restare e nessuno ci pensa, neanche lontanamente, a salutare per andare chissà dove.

Articolo di Mauro Tatanka08/06/2023

©️ “ALLEGRI” – FOTO MOSCA

Grande è l’indignazione a Pyongyang per lo scarso peso politico della Juventus. Il primo a denunciare lo scandalo questa settimana è stato Max Allegri, che al termine di Udinese-Juventus se l’è presa con il nuovo Chief Official Officer (questa è la sua mansione tratta dal sito ufficiale della Juventus, scrivere dirigente pareva brutto) Francesco Calvo. L’ira di Allegri deriva dal rigore che l’arbitro ha osato dare alla Roma al novantesimo minuto contro lo Spezia, rigore che ha condannato i bianconeri alla Conference League invece che alla più prestigiosa Europa League.

Pensate cosa deve aver pensato il povero Calvo, reduce dall’aver patteggiato con la FIGC 18 euro di multa per l’accusa di aver violato mezzo codice penale, una situazione che a molte altre società sarebbe costata come minimo la retrocessione.

Allegri comunque ha anche dichiarato che non si rimprovera nulla e che faranno un bilancio per migliorare nella prossima stagione. E chi meglio di loro può fare i bilanci?

Comunque il tecnico livornese ha ragione, la Juve non conta nulla. Lo denuncia anche Tuttosport, che martedì ha pubblicato l’elenco dei protagonisti assoluti dell’ultimo campionato di Serie A misteriosamente non convocati da Mancini per le prossime partite di Nations League. Tra questi anche Perin e Gatti, indubbiamente miglior portiere e miglior difensore del campionato appena concluso. Uno scandalo.

Un’altra vergogna è quella dell’UEFA, che durante la finale di Europa League tra Roma e Siviglia ha fatto ripetere un rigore all’argentino Montiel perché il portiere giallorosso Rui Patricio non era sulla linea di porta al momento della battuta. Come ci racconta la redazione di JuventusNews24 è giustamente montata la polemica tra i tifosi della Juventus: il riferimento è al rigore sbagliato da Montero nella finale di Champions a Manchester nel 2003 contro il Milan. Come si vede dall’immagine, Dida era ampiamente fuori dai pali. Il titolo dell’articolo è “UEFA, fatecelo ribattere!”. Ha detto l’Uefa, che va bene, si può fare senza problemi, il Milan inizi a prepararsi mentalmente alla restituzione della Champions.

Chi ha capito che non ha senso restare in una società così vergognosamente presa di mira dal sistema è l’argentino Di Maria. La Gazzetta aveva anticipato il tutto lo scorso 30 marzo, sparando in prima pagina la notizia che di Maria sarebbe restato anche senza coppe.

Anche Juvenews confermava il tutto addirittura 20 giorni prima, l’11 marzo, con il comunicato di regime n. 776/bis. Altro che chiacchiere, altro che gufate varie ed eventuali. Non c’è nessun fuggi fuggi generale dalla Juventus. Anzi, tutti vogliono restare e nessuno ci pensa, neanche lontanamente, a salutare per andare chissà dove. La Vecchia Signora rimane per distacco il più grande, ambizioso e prestigioso club in Italia e basterebbe questa ragione per spiegare molto bene quale sia la situazione di gente, come Di Maria, che tutto vuole tranne che andarsene.

Come no? Angel infatti nei giorni scorsi ha comunicato ai dirigenti (anzi al Chief Official Officer) che alla Juve si è trovato molto bene e che per il rinnovo si farà sentire lui.