I “friendly matches” estivi
Estate 1976. Per prepararsi al meglio per il primo turno di Coppa delle Coppe, il Napoli di Pesaola gioca al San Paolo tre amichevoli contro avversarie internazionali.
©️ FOTO ARCHIVIO PERSONALE DAVIDE MORGERA
Nella patria del football li chiamano “friendly matches” anche se spesso di “amichevole” hanno ben poco, visto l’impegno dell’Espanyol nell’ultima a Castel di Sangro con De Laurentiis piombato in mezzo al campo per protestare con l’arbitro. Ma quale è il valore reale da dare a queste partite? Mettere benzina nel motore, trovare l’amalgama, far conoscere i nuovi, mettere in mostra qualche giovane da vendere o dare in prestito entro l’ultimo giorno di mercato, provare nuovi schemi o scovare le valide alternative a quanto già imparato a memoria dalla squadra dello scorso anno.
Ahimè, della compagine del campionato terminato al terzo posto resta ben poco, ormai. Col portiere con la valigia in mano, la cessione di Koulibaly, la poca voglia di Fabian Ruiz che pare stia già imparando il francese, il doloroso distacco da Mertens, la già metabolizzata partenza di Insigne, la cosiddetta “spina dorsale” è praticamente svanita. “L’è tutto sbagliato, tutto da rifare” come diceva il toscanaccio Gino Bartali. Questa non è la sede adatta per parlare di mercato o lanciare strali verso una campagna acquisti ancora deludente ma piuttosto si vuole evidenziare come, da sempre, le amichevoli estive lasciano il tempo che trovano e sta soprattutto all’allenatore cercare di capire dove intervenire, cosa è che va già bene e cosa non va per niente. A Spalletti, dunque, l’arduo compito di oliare il meccanismo, renderlo sempre più fluido e funzionale per raggiungere l’ennesimo obiettivo stagionale.
La serie delle quattro amichevoli disputate tutte a Castel di Sangro ci hanno riportato alla mente un’altra serie di tre partite consecutive giocate a Napoli negli anni della speranza, dei furiosi anni ’70 all’olandese e del calcio totale, quelli dove tutti credevamo potesse succedere qualcosa. Che poi il signor “qualcosa” si chiamasse “scudetto” è abbastanza evidente da come il Napoli si andava preparando al nuovo campionato.
Estate 1976. Dopo l’era Vinicio subentrò Pesaola il quale sancì che, per prepararsi bene per il primo turno di Coppa delle Coppe, la squadra aveva bisogno di fare quante più amichevoli possibili contro squadre internazionali e non contro carneadi e squadrette della Val Brembana. In tal modo il Napoli avrebbe messo i famosi “minuti nelle gambe” e cercato di trovare la quadratura del cerchio per ben figurare in campo europeo. Presto fatto, la squadra, col cerchietto della Coppa Italia appena vinta sulle magliette, affrontò in rapida successione, in una settimana, tre compagini straniere. E tutte al San Paolo, proprio come al “Teofilo Patini” di Castel di Sangro che si è trasformato improvvisamente nello stadio di Fuorigrotta degli anni DuemilaVenti.
È vero anche che al Napoli capitarono i norvegesi del Bodoe Glimt ma Pesaola la prese sul serio. “Manderò un mio osservatore in Norvegia per studiare gli avversari” dichiarò dopo il sorteggio di Ginevra durante le fasi preparatorie al Ciocco con tre amichevoli disputate contro lo Spezia ( 4 a 1 ), la Massese ( 3 a 2 ) ed il Viareggio ( 8 a 1 ). Poi, al ritorno a Napoli, le già programmate partite contro il Nacional di Montevideo, i rumeni del Galatzi e gli austriaci del Grazer.
Nella prima c’è l’esordio dei nuovi acquisti Chiarugi, Catellani e Vinazzani che, sebbene impiegati per un tempo solo, non sfigurano affatto. Doppietta di Savoldi, il primo su rigore, il secondo dopo una splendida azione, e rete uruguaiana di Revetria. Pubblico dei cinquantamila soddisfatto, grossa accoglienza a Pesaola che ritorna al San Paolo e piacevole visita di Omar Sivori negli spogliatoi che promette: “Ritornerò in autunno con mio figlio quindicenne e gli farò fare un provino col Napoli”.
Nella seconda partita resta emblematico il titolo del Mattino: “Pesaola si aspettava il crack? Ed è arrivato”. Infatti il Napoli è battuto dagli universitari del Galatzi con una rete di Georgescu al 77′ ed accusa, per la prima volta in pre campionato, un netto calo atletico alla distanza. Il centrocampo, anche per le assenze di Esposito ed Orlandini, appare in difficoltà così come la coppia Savoldi-Chiarugi, molto giù di tono. Un Napoli “seduto”, dunque, che sbaglia qualche occasione di troppo nel primo tempo. Il crack di cui parla Pesaola è chiaramente quello della condizione fisica, quello di una sorta di rigetto dopo le fatiche del ritiro. Alla fine arrivano addirittura i fischi dei quarantamila.
Nella terza gara Massa e Savoldi fanno quello che sanno fare e travolgono gli austriaci del Grazer rispettivamente con una tripletta ed una doppietta. La gara comincia male per gli azzurri che vanno sotto di un gol al 3′, poi in venti minuti la doppietta di “Beppe-gol” ribalta la situazione. Nel secondo tempo Massa si scatena e fa tre reti dopo la marcatura di Weiss. Da segnalare la sempre precaria illuminazione, il calo degli spettatori (si veniva da una sconfitta!), le polemiche dichiarazioni di Massa e quelle entusiaste di Savoldi: “Stasera ho segnato il più bel gol della mia carriera”.
Insomma, “agosto, calcio vero non ti conosco”. Passano gli anni ma la sostanza delle amichevoli non cambia. Sia che devi affrontare gli operai del Bodoe Glimt sia una corazzata in Champions League.
Amichevoli a Castel di Sangro 2022 :
Adana Demispor 2-2
Maiorca 1-1
Girona 3-1
Espanyol 0-0
Amichevoli a Napoli 1976:
Nacional 2-1
Galatzi 0-1
Grazer 5-2