Salernitana: Game over!
Una partita che doveva rappresentare la svolta, si è trasformata in un epitaffio su quella che appare sempre più una autentica armata Brancaleone.
La Salernitana sembra ormai condannata a un amaro e inevitabile destino dopo l’ennesima pesante sconfitta di Monza. Una partita che doveva rappresentare la svolta, si è trasformata in un epitaffio su quella che appare sempre più una autentica armata Brancaleone. La Salernitana di Sousa si è confermata fragile psicologicamente e assai debole tecnicamente e agonisticamente fin dai primi minuti, andando nuovamente sotto nel punteggio e mostrandosi incapace di reagire.
Molte altre compagini, considerate nostre competitor nella lotta per non retrocessione, stanno sorprendentemente tenendo il passo, grazie a sagaci mosse di mercato estive che hanno rafforzato le loro fila. Oggi, tali squadre hanno lasciato la Salernitana in un’amara solitudine.
Eppure, a poche settimane dall’inizio del campionato, il 3 settembre per essere precisi, il Direttore Sportivo della Salernitana, De Sanctiis, aveva proferito parole di ottimismo: “Questa sessione di mercato è stata complessa ma, al tempo stesso, soddisfacente. Crediamo che i nostri giocatori abbiano un valore di mercato notevole. La società ha compiuto sforzi titanici per mantenere questa squadra, e ho scelto di puntare su profili giovani.“
Il giudizio espresso dal campo, purtroppo, lo ha spietatamente smentito.
La società è adesso pronta a prendere una decisione drastica. L’obiettivo è chiaro: riportare nuova linfa a questo progetto di consolidamento in Serie A e allontanare il fantasma di una retrocessione che, oggi più che mai, appare sempre più concreta.
Nell’imminenza della rimozione di Paulo Sousa, ci si domanda chi mai accetterà la sfida di guidare questa squadra, decisamente impreparata per calcare i palcoscenici della massima serie? Nei corridoi del calcio si sussurra il nome di Tudor, Iachini e Petkovic, ma alla fine la società dovrà orientarsi verso allenatori di terza fascia, come Inzaghi, De Rossi o Nicola, gli unici disposti a gettarsi nell’arena alla guida di una squadra così fragile e incompleta.
I tifosi, amareggiati e delusi, riversano la loro frustrazione sui social, e attribuiscono le colpe di questo inevitabile naufragio a dirigenza, allenatore e giocatori, in egual misura. Purtroppo, in questa situazione, nessuno ne esce indenne, e il futuro appare sempre più nebuloso.
Sempre più persone nutrono nostalgia per l’esperienza e la capacità di gestione dello spogliatoio di Walter Sabatini, che in questo contesto rappresenterebbe un baluardo di fiducia su cui potersi appoggiare, come avevamo anticipato in questo articolo. Tuttavia, l’eventualità del suo ritorno appare un sogno irrealizzabile, poiché richiederebbe un atto di pubblica autocritica da parte di chi lo ha così frettolosamente allontanato.