Il tackle nel deserto: le sorprese non sono finite
Quella vista in Qatar è l'Argentina più brutta della storia dei Mondiali. Si aggrappa a Messi, ma ha poca tecnica e tanta presunzione.
©️ “ARGENTINA” – FOTO MOSCA
Sono finite le sorprese? Ho l’impressione di no. E chi ama il calcio sogna che vengano spezzate le catene dell’omologazione. In Spagna hanno già liquidato Luis Enrique. Lo rimpiazza Luis de la Fuente, il professore del laboratorio di talenti, uno che con la Rojita ha vinto ovunque, ma che soprattutto manderà in pensione il tiki-taka. Qualcuno comunque dovrà spiegarmi a cosa serve l’ossessivo possesso palla quando poi sono gli altri a vincere… Andava bene quando avevi Xavi e Iniesta, ma quelli erano marziani, mentre Gavi e Pedri (ragazzi di classe, sia ben chiaro) di pagnotte devono mangiarne ancora parecchie. E forse per Gavi saranno addirittura reali…
Pettegolezzi a parte, è arrivato il turno di Brasile-Croazia e Argentina-Olanda. Forse troppo forte la Canarinha per la banda di Modric, ma i tulipani hanno uomini (Depay e Gakp) e strategie per regalare un dispiacere ai sudamericani. Per inciso quella vista in Qatar è l’Argentina più brutta della storia dei Mondiali. Si aggrappa a Messi, ma ha poca tecnica e tanta presunzione. Qualche invasato continua a fare paragoni tra Leo e Diego. Per favore, torniamo sulla terra a bere più acqua e meno vino.