Esclusiva – Presidente Santa Maria La Carità: “L’Eccellenza è un punto di partenza, non di arrivo”

Il presidente del Santa Maria La Carità, Vincenzo D'Oriano, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni dopo la vittoria del campionato della sua squadra.

Articolo di Alessandro Pierno09/03/2023

© ACD SANTA MARIA LA CARITA’

Pensando al calcio campano il primo riferimento è senz’altro il Napoli di Luciano Spalletti, squadra che domina la Serie A al primo posto a +15 dall’Inter seconda in classifica. Gli azzurri, però, non sono l’unico vanto della Regione, che nelle categorie minori e dilettantistiche è rappresentata da diverse squadre che si stanno facendo rispettare.

Tra questi club c’è il Santa Maria La Carità, che ha vinto il Girone B del campionato Promozione dominandolo dall’inizio alla fine raggiungendo una storica qualificazione in Eccellenza. Sport del Sud ha avuto il piacere di intervistare il presidente, Vincenzo D’Oriano, che ha raccontato ai nostri microfoni la stagione della sua squadra.

Per voi questo è un traguardo storico, quali sono le sue emozioni ora che avete raggiunto l’Eccellenza?

Per la società e per la città questo è un traguardo storico. Personalmente io vengo già da altre realtà di Lega Pro quindi per me non è una novità stare in queste categorie, sono stato in Serie D dove ho vinto un campionato e sono salito in Lega Pro, quindi la categoria che andremo ad affrontare per me non è nuova. Non sarà una difficoltà per me da Presidente ambientarmi alla nuova categoria.

Ci racconta il progetto Santa Maria?

Quando io ero con la Turris in Lega Pro, l’ex presidente del Santa Maria mi chiedeva di venire qui a fare calcio, io però avevo già degli impegni ai quali non potevo rinunciare e non potevo abbandonare. Ma l’intenzione di creare una mia società, fatta da me, con il mio modo di fare calcio, c’era e quando poi ho avuto l’occasione di venire a Santa Maria non ci ho pensato due volte e l’ho colta.

La prima cosa che ho fatto è stata assicurarmi che la squadra avesse una struttura, uno stadio, un campo, altrimenti era inutile iniziare un progetto senza avere delle basi dalle quali partire. Una volta fatti questi accertamenti ho avuto vari incontri con l’amministrazione comunale per lo stadio. Ho avuto piena disponibilità e l’ho ottenuto in gestione. Da li ho capito che potevamo fare qualcosa di importante e intraprendere una strada.

Non ti nego che all’inizio abbiamo trovato delle difficoltà. Per me è stato come ripartire da capo visto che venivo dai professionisti e ho avuto a che fare con persone che hanno fatto categorie inferiori, ho dovuto farli entrare nella mia metodologia, insieme all’aiuto del direttore De Simone e il mio collaboratore.

Poi abbiamo preso le basi dell’organico precedente che era arrivato quarto e abbiamo migliorato qualcosa.

Sicuramente non mi aspettavo di fare questo campionato, l’obiettivo era quello di raggiungere i Play-off, in secondo luogo quello di vincere il campionato. Alla fine è stato tutto più semplice, abbiamo messo tutti in condizione di fare bene, dai giocatori allo staff e siamo riusciti a raggiungere questo risultato.

Secondo lei perchè il calcio italiano non valorizza i suoi giovani? Si può fare qualcosa in più in tal senso?

Purtroppo in Italia noi presidenti e direttori sportivi abbiamo una mentalità sbagliata, abbiamo paura di fare esordire i giovani anche se si vede che hanno delle qualità importanti. Abbiamo paura che un loro errore possa far perdere una gara e si punti il dito contro di loro, ed è una cosa sbagliatissima.

Io invece sono contrario a questo pensiero, infatti nella mia squadra ho fatto già esordire dei 2005 e qualche 2006 perchè bisogna cambiare, infatti ho parlato con l’allenatore e gli ho evidenziato il mio progetto giovani. Il mio tecnico non deve avere paura a fare esordire qualche giovane importante perché li abbiamo.

Se non facciamo così il calcio non cambierà mai, noi abbiamo giocato un campionato di Promozione e ti assicuro che è un campionato difficile, il nostro girone è formato da squadre forti che al loro interno hanno ex calciatori importanti e se vuoi giocartela devi avere il coraggio di rischiare.

Io ci tengo molto ai miei giovani, e voglio aiutarli e voglio che vengano aiutati affinchè loro possano crescere. Se in campo i giovani vengono martellati poi si rovinano. Dal primo giorno i calciatori più esperti sapevano che dovevano dare una mano ai ragazzi, e se non l’avrebbero fatto avrei cambiato tutto.

Io ho un modo diverso di vedere il calcio: se sono un presidente e ho un’azienda da imprenditore devo investire nel calcio e nella mia squadra. Molti invece pensano che per guadagnare ci sono altri modi, io non ho paura di far esordire il giovane forte perchè non mi importa dello sponsor che potrebbe arrivare.

Purtroppo in Italia siamo in pochi a pensarla così. Invece in Lega Pro parliamo già di una situazione diversa in quanto la Lega mette a disposizione dei premi che aiutano a mandare avanti la squadra.

La gloriosa cavalcata del Santa Maria verso l’Eccellenza

Quando avete capito che il campionato si poteva vincere? Lei prima ha detto che la vittoria del titolo non era il vostro obiettivo primario...

Bisogna volare sempre bassi. Se nelle piazze prometti e poi non mantieni il tifoso può arrabbiarsi o rimanerci male. Io sapevo che avevo una squadra da vertice ed ero già pronto ad investire con degli innesti importanti a dicembre se le cose si mettevano male. Alla fine per fortuna è andato tutto bene ma ho comunque fatto degli innesti per mantenere alto il livello della squadra e mantenere il primato e ho preso qualche giocatore di categorie superiori per vincere, nelle mia testa ero sicuro che alle fine avremmo vinto.

In Eccellenza farò lo stesso, volerò basso e poi vedremo quello che accadrà nel corso dell’anno. Abbiamo allestito un’ottima squadra con il giusto mix tra giovani e calciatori di esperienza, poi con un bomber come il nostro che ogni anno vince la classifica marcatori e con altri ragazzi che hanno un livello molto alto, più alto dell’Eccellenza e potrebbero giocare in Serie D senza problemi, ero molto fiducioso di poter fare la differenza in questa categoria.

Quando la matematica vi ha incoronato campioni cosa ha detto alla squadra?

In realtà mi sono arrabbiato, perchè nell’ultima partita abbiamo perso, ed è stata una sconfitta meritata perchè avevo visto in precedenza un atteggiamento sbagliato da parte della squadra. Io sono un presidente di campo, guardo gli allenamenti, osservo i comportamenti dei calciatori, il loro modo di fare e avevo visto questo atteggiamento sbagliato maturato nell’ultima settimana. Infatti il giorno della partita dissi ai miei collaboratori che non avremmo vinto e così è stato, i ragazzi stavano già festeggiando e siamo andati a Barano dove abbiamo trovato una squadra che doveva salvarsi che ha giocato con le unghie per prendere i tre punti. Fa strano pensare che è stata la nostra prima sconfitta a portarci il titolo.

Dopo la partita i ragazzi si sono incontrati e sono d’accordo con me sul fatto di continuare a lavorare a testa bassa perchè anche se abbiamo vinto il campionato va avanti e la categoria va onorata fino alla fine.

Quindi continuerete a giocare come se il campionato si dovesse ancora vincere?

Assolutamente si, questa è una promessa che ho fatto dal primo giorno e l’ho detto ai ragazzi dal primo giorno, io mantengo le promesse e loro devono fare lo stesso, e loro sono stati bravissimi. Quando abbiamo vinto il campionato il nostro capitano si è ricordato queste mie parole e mi ha assicurato che fino alla fine la nostra squadra non regalerà partite. Ho la fortuna di avere a che fare con dei veri uomini, sanno quello che voglio ma anche quello che vogliono loro.

Dobbiamo onorare la competizione anche per rispetto delle altre squadre che stanno lottando per i Play-off e per i Play-out e non possiamo regalare punti a nessuno, poi magari qualche partita da qui alla fine la possiamo anche perdere, però da parte nostra ci sarà sempre l’impegno ogni volta che scenderemo in campo.

Per voi è stata la stagione dei record, primi in campionato, primi per rendimento in casa e in trasferta, miglior difesa e miglior attacco. Quali sono i segreti del vostro successo?

Come ho detto prima il nostro segreto è il gruppo, abbiamo un gruppo forte che è stato messo nelle condizioni di fare bene.

Quando sono arrivato ho voluto portare il professionismo nei dilettanti. Ho fatto abbracciare ai miei ragazzi un po’ di realtà del professionismo, da quando si arriva allo stadio fino a quando i ragazzi fanno le docce e vanno via.

Li abbiamo messi nelle condizioni di lavorare come lavora un professionista, e questo ha fatto la differenza. Hanno a disposizione un medico, un fisioterapista, allenamenti con un preparatore, hanno le migliori condizioni di rendere. Anche un calciatore che non è al top nella nostra squadra può sempre migliorarsi.

Nel calcio non esiste una regola perfetta, però il calciatore deve essere sereno e divertirsi, deve trovare uno spogliatoio sano e senza mercenari, se ci sono questi fattori positivi si riescono ad avere dei risultati come i nostri, poi serve un presidente che faccia da comandante, questo è il giusto mix che ci ha portato ad una stagione così importante.

Nel futuro della vostra squadra è presente il nome di Farriciello Daniele?

Io voglio tenerlo, ancora non ho parlato con lui ma la mia volontà è quella di tenerlo. Parliamo di un giocatore che negli ultimi anni ha sempre vinto la classifica marcatori, un calciatore di un livello altissimo.

Purtroppo molti calciatori giocano in queste categorie per hobby e non riescono a venire agli allenamenti perchè lavorano, a differenza dei giovani che magari fanno qualche lavoretto ma sono sempre disponibili.

Ho un gruppo sano, fatto di ragazzi seri che lavorano ma con i giovani non ci saranno problemi poi vedremo, ora è presto parlare di mercato, ma mi piacerebbe continuare con tanti dei miei giocatori, chissà magari qualcuno chiude la carriera con noi e diventa dirigente.

L’Eccellenza è un punto di arrivo o sarà uno stimolo per mettere delle basi importanti?

Io non mi pongo limiti, l’Eccellenza non è un punto di arrivo, è un altro campionato che affronteremo e non ci porremo, non ci accontenteremo. Voglio puntare in alto, poi ovviamente dipende da come si mettono determinate situazioni, se ci sono i presupposti, l’aiuto della città, degli imprenditori e da tante altre cose.

Se non hai pubblico diventa difficile, se non ci saranno dei fattori allora dovrò ammettere che oltre all’Eccellenza non possiamo andare, ma per ora non penso a questo.

Santa Maria La Carità è la mia città, sono cresciuto qui e voglio vederla in alto, però se non ci saranno i presupposti per crescere dovremmo fare un passo indietro, ma sono fiducioso per il futuro.