Esclusiva – Collovati: “La forza del Napoli è un allenatore equilibrato in una piazza calda”

La corsa scudetto entra nel vivo ed il Napoli, nonostante mille difficoltà, è lì e ci crede. Sport del Sud ha parlato di questo ed altro con Fulvio Collovati, icona del calcio italiano e campione del mondo nel mitico Mundial di Spagna 1982.

Articolo di Luca Paesano09/04/2022

La corsa scudetto entra nel vivo. Sono solamente quattro i punti che separano le prime tre della classe, potenzialmente uno solo nel caso in cui l’Inter dovesse vincere il recupero contro il Bologna. L’ultimo turno ha reso ancor più arduo il tentativo di predire chi del terzetto capolista possa tagliare per primo il traguardo. E, a questo punto, ogni giornata può celare una nuova insidia. Un campionato così non si vedeva da anni. Dopo il ciclo di dominazione juventina e la volata indisturbata dell’Inter di Conte, la Serie A torna ad essere avvincente.

Tra le pretendenti c’è anche il Napoli di Spalletti, uscito vincitore dalla difficile trasferta di Bergamo e atteso dalla sfida casalinga contro la Fiorentina. Nonostante le innumerevoli defezioni che hanno minato l’intera annata, gli azzurri non si sono mai disuniti, continuando a produrre gioco e punti. Sport del Sud ha avuto il piacere di parlare di questo ed altro con Fulvio Collovati, una vera e propria icona del calcio italiano e campione del mondo nell’indimenticabile Mondiale di Spagna ’82.

Il Napoli ha attraversato una stagione con mille difficoltà tra Covid, infortuni, Coppa d’Africa e squalifiche pesanti, eppure è ancora lì in testa. Che ne pensa della squadra di Spalletti?

“Le difficoltà le hanno avute un po’ tutti. La forza di questo Napoli è dettata proprio da questo aspetto: ha superato tutte le avversità, con un allenatore che non ha mai drammatizzato. Nel momento in cui è mancato Koulibaly, ha riscoperto Juan Jesus; è mancato Osimhen per tanto tempo e ha dato fiducia a Petagna e Mertens; è mancato anche Lozano, che è stato spesso infortunato, e lo ha rimpiazzato in più modi; ha perso Anguissa in mezzo al campo e ha rivalutato Lobotka, un calciatore che con Gattuso era ai margini. Ora lo slovacco è diventato un punto di riferimento. La forza del Napoli è stata questa. Ha trovato un allenatore che ha dato equilibrio, che è quello che serve alla piazza di Napoli che conosco molto bene. Nei momenti delicati, Spalletti è riuscito a mantenere l’equilibrio. Ora però si entra nella fase complicata, perché sei chiamato ad un finale importante e la pressione aumenta”.

Si aspettava una vittoria del Napoli a Bergamo?

“Sinceramente no. Però devo dire che ho commentato l’altro giorno l’Atalanta in Europa League e mi è sembrato chiaro che sia quello il loro obiettivo stagionale. Confidavo in un’ottima prova del Napoli, ma non mi aspettavo la vittoria. Poi domenica è successo tutto il contrario di quanto ci si aspettava, con il Napoli vincitore a Bergamo, l’Inter a Torino con la Juve ed il Milan fermato in casa dal Bologna. Però il calcio è anche questo. Ora mancano sette partite alla fine e bisogna affrontarle, come dice Spalletti, come se fossero tutte delle finali”.

A sette giornate dal termine la classifica tra le prime tre è cortissima. C’è una squadra che vede favorita sulle altre?

“Due mesi fa, con molta onestà, ho detto che l’Inter avrebbe tranquillamente vinto il campionato perché aveva 5/6 punti di vantaggio sulle altre. Poi è successo che l’Inter ha fatto 7 punti in 7 partite ed è entrata in crisi, mentre il Milan ha preso la testa ed è andata a vincere in casa del Napoli. Ora i rossoneri hanno pareggiato in casa con il Bologna e hanno rallentato. La differenza lì davanti è molto sottile. Saranno quindici o venti anni che non si vede un campionato così incerto. Sarà sul filo del rasoio, fare le percentuali ora è come giocare un terno al lotto”.

Potrebbero esserci altri passi falsi da qui alla fine?

“Ormai le squadre non regalano più nulla a nessuno. C’è chi si deve salvare, tipo Spezia o Genoa, o chi non ha nulla da perdere, come il Sassuolo, che possono creare dei problemi. E il Napoli, tra l’altro, le deve affrontare in queste ultime partite. Ad oggi anche le piccole non si mettono più dietro le trincee a difendersi. In fin dei conti, è quello che ha fatto anche l’Atalanta in Europa. Se vai a Lipsia a barricarti in difesa, ne prendi tre e vai a casa. Il calcio europeo è questo: si gioca a viso aperto”.

Oltre alle insidie del campionato, il 19 aprile c’è il derby tra Inter e Milan, ritorno della semifinale di Coppa Italia. Può togliere energie e dare un piccolo vantaggio agli azzurri?

“Bhe, sì. Più del campionato. Penso che una partita del genere possa togliere tante energie. Si gioca di mercoledì, quindi in mezzo a due sfide di Serie A, e in più sono semifinali, per cui le squadre si vogliono giocare le proprie possibilità per arrivare in finale. Se poi si aggiunge che tra Milan e Inter è un derby… Questa sfida di Coppa Italia può incidere più di alcuni scontri di campionato secondo me”.

Le chiedo un parere da difensore: contro l’Atalanta Spalletti ha lanciato dal primo minuto Zanoli, che sarà confermato anche contro la Fiorentina. Cosa ne pensa?

“Io mi auguro che Spalletti lo confermi. Non per una questione di coraggio, ma perché i nostri allenatori devono credere in questi giovani. A parte che poi non è più un ragazzino perché ha 22 anni. Certamente, come dice anche Allegri, non ha l’esperienza di un calciatore di 28 anni. Però io vedo il Barcellona che fa giocare Gavi, Nico, Pedri che son ragazzi di 18 anni e ti fanno la differenza. Anzi, Gavi è addirittura un 2004 e ha ancora 17 anni. E allora io mi chiedo se possono giocare nel Barcellona, perché non possono farlo anche nel Milan, nella Juve o nel Napoli? Purtroppo è tutta una questione di mentalità, perché i giovani di valore ci sono, ma bisogna farli giocare. Zanoli è uno di questi, per cui fa bene Spalletti ad insistere. Tra l’altro è stato anche protagonista nel primo gol contro l’Atalanta. Personalmente non ho dubbi”.