La partenza di Fabián non è una grave perdita

Fabián non è stato parte della spina dorsale del Napoli degli ultimi anni; la sua partenza non è di certo una grave perdita.

Theo Hernandez
Articolo di Ruben Zaccaria09/08/2022

Il 5 luglio 2018 il Napoli ufficializza l’acquisto di Fabián Ruiz, pagando la clausola rescissoria di 30 milioni dal Betis. Lo spagnolo arriva in concomitanza con l’inizio dell’avventura di Ancelotti all’ombra del Vesuvio, giocando un’ottima stagione in maglia azzurra. 5 goal all’attivo in campionato – 7 totali comprendendo le coppe – e tanto estro mostrato nel dribbling per il numero 8 impegnato poi durante l’estate all’Europeo Under-21.

Lo spagnolo gioca e vince con la sua nazionale, conquistando anche il titolo di miglior giocatore del torneo. Il mercato va alla grande; il Napoli acquista Hirving Lozano per la cifra di 45 milioni e pare essere ad un passo da James Rodriguez. All’equazione che fa crescere l’hype per la stagione successiva si aggiunge Fabián, per il quale si intravede un campionato di possibile affermazione dopo l’estate da protagonista con le furie rosse.

Ma le aspettative non coincidono con la realtà: il Napoli di Ancelotti crolla, fino all’esonero del tecnico a dicembre. Fabián gioca due stagioni – prima dell’arrivo di Spalletti – non toccando i livelli precedenti.

Il Fabián dell’ultima stagione

L’inizio della stagione 2021/22 vede una rinascita dello spagnolo che gioca alla grande mentre il Napoli vince le prime 8 partite di campionato. Un inizio stagione ottimo, che resta però un inizio: un infortunio a dicembre lo tiene lontano dai campi per poco più di un mese, nel corso del quale salta sette partite. Il Napoli non torna ad essere quello di inizio stagione, così come Fabián, che mette nuovamente in evidenza i suoi limiti.

Nessuna grave perdita

Per l’intero ritiro Spalletti ha messo in campo un 4-3-3 che non poteva essere l’impostazione per il prossimo anno, prendendo in considerazioni le caratteristiche dei giocatori nel gioco proposto dall’allenatore. Il tecnico, tanto affezionato al 4-2-3-1, modulo preferito anche lo scorso anno, vuole infatti puntare sulle prestazioni di Raspadori, che salvo imprevisti in settimana sarà un nuovo giocatore del Napoli.

Con l’arrivo dell’attaccante del Sassuolo, l’intento è di tornare dunque al “vecchio” modulo, con Fabián chiamato in mediana. Nonostante il ruolo arretrato, lo scorso anno anno lo spagnolo si è espresso al meglio per quanto riguarda la sua caratteristica principale: la conclusione dalla distanza. Dei 7 goal in campionato, 6 sono arrivati da fuori aerea con capolavori d’alta scuola. Ma il calcio è molto più di questo.

Tanti errori in appoggio, soprattutto sotto pressione, sbagliando passaggi banali; poca rapidità e tempi di gioco persi; fase difensiva che non rientra nelle sue caratteristiche. I limiti dello spagnolo sono evidenti. Fabián non è stato parte della spina dorsale del Napoli degli ultimi anni, come gli ormai ex Koulibaly, Insigne e Mertens, ma pedina di un ciclo da rinnovare. Un salto di qualità, nel 4-2-3-1 di Spalletti prendendo in considerazione il caso specifico, non poteva infatti prendere forma con Zielinski in un ruolo cruciale – per modulo e caratteristiche di Osimhen – e Fabián titolare con lui. Il polacco resta, ma il segnale di Spalletti è stato chiaro con l’arrivo, quasi certo, di Raspadori che andrà a ricoprire quella zona di campo; pronto a raggiungere Parigi invece lo spagnolo, con il Napoli che si muoverà sul mercato per riempire lo spazio lasciato libero.

Di certo per la valutazione della rosa è da prendere in considerazione chi andrà a sostituire l’ormai ex numero 8 del Napoli, ma una cosa è certa prima di ulteriori sviluppi: la partenza di Fabián Ruiz non è una grave perdita.