Salernitana: innovazione e passione nel DNA di Vladimir Petković
Esploriamo il percorso dell'allenatore svizzero indicato tra i possibili sostituti di Sousa, analizzando i suoi tratti distintivi.
Vladimir Petković è un allenatore svizzero che ha condotto la nazionale elvetica a risultati lusinghieri e ha raccolto diversi successi anche a livello di club. Esploriamo la carriera di questo allenatore, il cui nome è ormai sinonimo di successo e astuzia tattica e viene indicato tra i papabili alla sostituzione di Paulo Sousa sulla panchina della Salernitana.
Le radici di Petković
Vladimir Petković è nato il 15 agosto 1963 a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina. Le sue radici balcaniche, permeate di passione per il calcio, sono state un trampolino di lancio per la sua carriera. Tuttavia, è stato in Svizzera che si è fatto apprezzare come allenatore.
Il Successo con i club
La carriera di allenatore di Petković è iniziata nei club minori svizzeri, ma è stato al Young Boys Berna che ha iniziato a lasciare il segno. Ha guidato la squadra a un titolo di campione di Svizzera, mettendo fine a un digiuno di 32 anni senza successi in campionato per il club. La sua abilità nell’organizzare e motivare la squadra gli ha guadagnato ammiratori in tutto il paese.
Successivamente, Petkovic’ ha allenato squadre come il Samsunspor in Turchia (dove viene sollevato dall’incarico), il Sion in Svizzera e il Lazio in Serie A (dove viene licenziato per giusta causa per aver sottoscritto un contratto con la nazionale Svizzera e lasciando la squadra capitolina al decimo posto in classifica). Ha dimostrato in tali esperienze la sua versatilità e la sua capacità di adattarsi a diverse culture calcistiche, accumulando esperienza e maturando come allenatore di alto livello. Sulla panchina del Sion, penultimo in classifica a causa di una penalità di 36 punti subita a campionato in corso per illeciti commessi in Europa League, compì una autentica impresa riuscendo a salvarlo dalla retrocessione, avendo la meglio nei play-out con l’Aarau.
I successi con la nazionale Svizzera
Tuttavia, è stato il suo incarico come allenatore della nazionale svizzera che ha catapultato Vladimir Petković all’attenzione internazionale. Assumendo il comando nel 2014, ha ereditato una squadra talentuosa ma spesso sottovalutata. Sotto la sua guida, la Svizzera ha vissuto un periodo d’oro.
Il momento più significativo è stato raggiunto durante gli Europei del 2016, quando ha raggiunto gli ottavi di finale, il miglior risultato di sempre per la nazionale svizzera nel torneo continentale.
A luglio 2020 lascia la panchina della nazionale, dopo aver collezionato 78 presenze, e diventa il nuovo tecnico del Bordeaux con cui firma un contratto triennale. Esperienza che si rivela non esaltante perché Petković viene esonerato nel febbraio 2022 dopo la sconfitta per 5-0 contro il Reims, lasciando i girondini al penultimo posto in Ligue 1.
La costanza e l’Innovazione tattica
Uno dei tratti distintivi di Petković come allenatore è la sua capacità di adattarsi alle situazioni. È noto per la sua flessibilità tattica, che gli ha permesso di utilizzare strategie diverse a seconda degli avversari e delle circostanze. La sua visione del gioco è caratterizzata da un equilibrio tra difesa solida e gioco d’attacco spettacolare.
Il Futuro di Vladimir Petković
Mentre scriviamo, Vladimir Petković continua a essere una figura di spicco nel mondo del calcio. Il suo nome figura tra i possibili successori sulla panchina di Paulo Sousa. Non sarà una trattativa semplice e non si accontenterà certo di un contratto senza bonus e senza possibilità di rinnovo, ma se dovesse andare a buon fine il suo contributo alla difficile impresa di salvare una squadra in paurosa involuzione, come quella granata, sarà sicuramente tangibile.
Ricordiamo che in una squadra piena di stranieri che non parlano l’italiano, scegliere un allenatore come lui che parla sei lingue: oltre al croato e bosniaco, anche il francese, il tedesco, il russo e l’italiano, sono sicuramente un grande vantaggio per evitare di muoversi in un’autentica torre di babele.
Non resta che attendere le scelte di patron Iervolino che ora come ora starà sicuramente meditando sul vecchio proverbio napoletano: ‘O sparagno non è mai guadagno, pensando allo stipendio del nuovo allenatore e soprattutto agli acquisti che si renderanno indispensabili nel mercato invernale, dove non si fanno mai affari low cost!