Scudetto? Di partita in partita
Serate storte, errori madornali o falli non visti: Il calcio è imprevedibile e la palla è rotonda, azzardare pronostici rimane ancora aria fritta.
© “NAPOLI” – FOTO MOSCA
Se è razionale trasferire i pronostici del calcio sul terreno improprio di “teorema pitagorico”, di indagine a base statistica, di probabilismo attendibile? Il faticoso impegno del giornalismo sportivo, pressato dal diritto-dovere di informare senza soste i followers del gioco più popolare del mondo è costretto ad arrampicarsi sugli specchi della creatività, a inventare fatti e misfatti. Per esempio, nell’appassionante residuo di campionato, chi si avvarrà di consistenti riserve energetiche, stato di forma, grinta, concentrazione, doni della fortuna e magari di arbitraggi “amici”?. Il pool degli indovini di lungo corso, sforna previsioni e rischia di non centrare il bersaglio, di non associare il trio Milan-Inter-Napoli, al tricolore. L’ipotesi: niente classifica avulsa se le magnifiche tre di testa ottenessero gli stessi risultati del girone d’andata.
Il Milan ha perso con Fiorentina e Sassuolo, il Napoli all’andata ha perso con Spezia e Empoli. L’Inter le ha vinte tutte. Un solo pareggio con la Sampdoria e deve recuperare la gara col Bologna. L’ipotetica classifica alla 38a e ultima giornata: Inter campione d’Italia, Milan secondo e terzo il Napoli, ma il calcio è anche lo sport degli imprevisti, delle sorprese, della “palla tonda” che rotola dove le pare. I rossoneri hanno in calendario scontri non facili con la Lazio e l’Atalanta. Il Napoli deve temere solo la Roma, l’Inter, come gli azzurri se la vedrà con Mourinho. Di qui l’azzardo di far previsioni. La squadra partenopea aveva un compito abbordabile, ma sappiamo com’è andata con Fiorentina, poi Napoli-Roma, Empoli-Napoli, Napoli-Sassuolo, Torino-Napoli, Napoli-Genoa, Spezia-Napoli.
Tarati come arzigogolo indecifrabile il conteggio degli esperti, prevale l’idea che azzardare pronostici è aria fritta. Troppe incognite, lo racconta il passato anche recente, anche inezie, marginali ma decisive, possono smentire il sacro principio del “vinca il migliore”: serate storte, errori madornali inaspettati di chi abitualmente non ne commette, la concessione di un rigore inesistente, una massima punizione colpevolmente negata…Il vulnus di una prestazione sottotono (perfino l’espertissimo Ospina ha subito i gol dell’uno a due e dell’uno a tre, per deficit di reattività) la speranza di competere ancora per il titolo conta più sugli errori altrui che sulle proprie qualità. Il Milan ha toppato con il toro (0 a 0), l’Inter s’è liberato del Verona che non è certo il Real Madrid. Fidarsi della buona sorte? Senza il suo aiuto non ci resterebbe che piangere, avrebbe commentato Troisi.
Come altri sportivi, molti titolatissimi, anche Igor Belanov, storico attaccante della Dinamo Kiev e dell’URSS, Pallone d’Oro 1986 si schiera a difesa dell’Ucraina, contro gli invasori russi. Leggenda del calcio, contro l’Armata Rossa, ha incoraggiato le truppe ucraine al fronte in veste di co-presidente del Comitato di calcio professionistico. Si è fatto immortalare con un fucile, in trincea con soldati ucraini di Kiev: “Ho giocato con orgoglio per l’Unione Sovietica e sono sconvolto da questa guerra. Pace all’Ucraina e gloria a tutti quelli che si oppongono agli invasori, venuti a distruggere la nostra terra e il nostro popolo libero ed eroico”.