Che senso ha il Napoli ultradifensivo di Frustalupi?
Sei partite e cinque sconfitte per il Napoli Primavera. Con il difensivismo ostinato di Frustalupi, la salvezza quest’anno sarà mera utopia.

©️ “NAPOLI-FRUSTALUPI” – FOTO MOSCA
Si prospettava una stagione complicata per il Napoli Primavera, e le prime uscite stagionali non hanno fatto altro che confermarlo. Orfana dei suoi migliori talenti e dei trascinatori dello scorso campionato, su tutti il bomber Ambrosino, il cammino non poteva che essere in salita. La leva del 2004 al momento non ha portato gli stessi frutti dell’annata precedente. In pochi della rinnovata formazione sembrano avere le credenziali necessarie per poter accedere al calcio che conta e quasi tutti, tra l’altro, erano già parte dell’organico del campionato scorso.
La salvezza resta l’unico obiettivo stagionale e bisognerà lottare, forse anche più del previsto, per raggiungerlo. Il campionato è solamente alle battute iniziali, ma ad un primo colpo d’occhio c’è già qualche novità da appuntare. Le prime giornate hanno sparigliato in maniera inattesa le carte della zona retrocessione. Delle tre neopromosse, ad esempio, ce n’è una che è già in fuga dalle retrovie. L’avvio sorprendente del Frosinone, che con 2 vittorie e un pareggio è già a 7 punti, ricorda per larghi tratti quello degli azzurrini dello scorso anno. Bisognerà scoprire se i ciociari riusciranno a mantenere il passo oppure andranno anche loro incontro ad un inesorabile declino. Intanto, hanno già acquisito un primo vantaggio sulle dirette concorrenti. Inter e Atalanta sono le due outsider che non ti aspetti. I nerazzurri di Milano hanno appena due pareggi dopo le prime cinque partite; quelli di Bergamo hanno raccolto un bel poker di sconfitte ed un solo punto.
Nuovo anno, stesso Frustalupi, stesso Napoli
La consapevolezza di aver fatto diversi passi indietro sul piano della qualità ha portato la società ad intervenire sul mercato, al contrario di quanto avvenuto lo scorso anno. Per ora, però, nessuno dei nuovi arrivati è riuscito ad offrire contributi degni di nota. Ciò che preoccupa maggiormente non sono tanto i soli 3 punti raccolti in questo avvio, quanto la povertà del gioco espresso dalla formazione di Frustalupi. Ed è proprio al tecnico che vengono rivolte le principali accuse.
Avete presente la Juventus di Allegri? Ecco, il Napoli di Frustalupi non è poi così differente. In tutte le partite disputate fino ad ora, il copione è stato sempre il medesimo. Il 3-4-2-1 votato alla difensiva è il marchio di fabbrica del tecnico. Squadra compatta e baricentro basso, giro palla lento e con poche idee, fase offensiva affidata quasi abitualmente al caro vecchio “palla lunga e pedalare”. È un Napoli scialbo e noioso, a larghi tratti rassegnato. Lo era già nella passata stagione, ma la qualità degli interpreti consentiva agli azzurrini di avere comunque un senso. Quest’anno, senza dubbio, non ci si può aggrappare alla stessa speranza.
Cinque sconfitte in sei partite
L’esordio con il Lecce ha fatto suonare il primo campanello d’allarme, con la squadra partenopea quasi inerme di fronte al gioco, organizzato, dei salentini. A tirare le somme, il 2-0 finale è stato anche un risultato magnanimo in confronto a quanto mostrato dal campo. E la scusante del caldo d’agosto è stata smentita dalle gare immediatamente successive. L’atteggiamento e le prestazioni sono state replicate in fotocopia contro il Cesena, dove la vittoria è arrivata solamente al 90’ grazie al rigore di Iaccarino, e contro Sassuolo e Frosinone, dove invece al 90’ è arrivato il definitivo colpo di grazia degli avversari. Sfortunati, sì, ma fino ad un certo punto, perché ad aver come unico scopo quello di arginare gli attacchi avversari, vien da sé che i rischi corsi saranno maggiori.
Sorprendentemente, poi, più di un segnale incoraggiante è arrivato dalla gara di Youth League contro il Liverpool. Nonostante la sconfitta, pronosticabile e accettabile, gli azzurrini hanno mostrato tenacia e intraprendenza, soprattutto nella ripresa. Anzi, il 2-1 dei Reds, appena pochi minuti dopo il pareggio di Iaccarino, non ha affatto spento l’entusiasmo della squadra di Frustalupi, che nel finale di gara ha avuto anche diverse occasioni per riportare il punteggio in parità.
Un bagliore nella notte, perché ieri in campo è tornato il solito, vecchio, borioso Napoli. Al cospetto c’era la Roma che, si sa, ha uno dei vivai più floridi in Italia, e prenderne due nei primi 4 minuti non agevola una giornata che già di per sé sarebbe stata complicata. La reazione questa volta non c’è stata. Lanci lunghi, tanti, troppi, gettati nel vuoto. Il 5-1 finale per i giallorossi è esaustivo. Buio pesto.
Frustalupi, così non va
Arrivare a giocarsi la salvezza con una squadra ricca di talenti sarebbe dovuto già essere un preavviso di una macchina difettosa. Invece si è scelto di proseguire imperterriti sulla stessa strada anche per questa stagione. Lo scopo di una formazione Primavera dovrebbe essere quello di valorizzare i prodotti del proprio settore giovanile, metterli nelle condizioni di poter rendere ognuno al proprio meglio.
Il difensivismo ostinato del Napoli di Frustalupi, invece, procede nella direzione diametralmente opposta. Ad oggi, la scelta appare totalmente scriteriata, anche perché i risultati continuano a non arrivare e la difesa appare tutt’altro che imperforabile. Non considerando la Youth League, gli azzurrini hanno già incassato 12 gol nelle prime 5 partite di campionato. Una squadra sempre identica da ormai un anno e mezzo a questa parte, nonostante gli interpreti siano cambiati, e che non dà cenni di crescita.
E allora non resta che chiedersi quale sia il senso di tutto ciò. Come si può sperare di fare punti se si scende in campo solo ed unicamente per difendere lo zero a zero? Come si può credere di valorizzare un organico che rifiuta di giocare a calcio? A quale dei ragazzi in rosa giova questo stile di gioco? Di certo non al portiere, che concluderebbe la stagione con decine e decine di gol subiti a macchiarne il curriculum. E nemmeno ai difensori, costantemente sollecitati dalla pressione avversaria e molto più esposti a possibili errori. Neanche alle ali, tarpate del proprio potenziale offensivo, o ai centrocampisti, limitati nelle proprie capacità tecniche e inventive. Figuriamoci agli attaccanti, in cerca del pallone come acqua nel deserto.
Frustalupi avrà da risolvere tutti questi interrogativi ed invertire la rotta se davvero vorrà dare un senso al suo Napoli, perché altrimenti il destino degli azzurrini è già segnato. Si sapeva che il cammino per la salvezza sarebbe stato tortuoso, ma provare a raggiungerla così è davvero utopia.