Tutti juventini
La pirateria uccide il calcio si, il VAR non scherza. Juventus-Salernitana ce la spieghi Rocchi, come fossimo tutti juventini.
© “JUVENTUS-SALERNITANA” – FOTO MOSCA
Secondo le ricerche di StageUp e Ipsos i tifosi della Juve in Italia sono otto milioni e più, sui venticinque complessivi che seguono il calcio. Per esperienza sappiamo che i restanti la odiano. I bianconeri o li ami oppure no. È così che ieri sera – al gol annullato di Milik – mentre i sostenitori di Madama si accorgevano di aver festeggiato un folle sorpasso sulla Salernitana non concretizzatosi di fatto, gli altri accoglievano la decisione di Marcenaro con un ghigno sadico. Soddisfazione, questa, che è aumentata poi nel post gara quando ci si è accorti che forse la rete dell’ex Napoli aveva solo da essere convalidata.
Se rubano a chi ruba, chi se ne frega. Ma no, non hanno rubato alla Juve, favorendo la Salernitana. Hanno rubato al calcio, lo hanno già fatto in queste prime giornate, continueranno a farlo. Ogni weekend due ladri si aggirano per la Serie A: il regolamento – o la sua applicazione – e il VAR. Sottraggono spettacolo e spontaneità, giocate ed esultanze. Forse passione verso un sport che per essere più giusto è stato imbottito di regole e tecnologie, ma che le rigetta, che per via di esse potrebbe scoppiare o diventare per sempre un videogame.
Il gol di annullato a Milik è forse una delle migliori raffigurazioni dello scempio a cui è sottoposto il calcio. La rete è convalidata subito da Marcenaro, il pallone ritorna al centro. È Banti al VAR che richiama il direttore di gara (al limite del regolamento, in quanto l’offside può valutarlo solo l’arbitro). Il check va per le lunghe, mentre Juventus e Salernitana decidono di giocarsela anche con le mani. Espulsioni sparse come nubi e poi la sentenza dopo aver rivisto le immagini: è fuorigioco.
“Fuorigioco di chi?” si chiede l’osservatore attento. Di Bonucci, il capitano della Juve era alle spalle di Milik mentre questo concludeva in porta. Aveva la gamba destra oltre la linea (diciamo). Quando il pallone lo supera ci va incontro ma non lo tocca. Non impatta su Daniliuc – suo diretto avversario – che anzi lo trattiene per la maglia, né ostruisce la visione di Sepe, che ha la visuale completamente libera e quando atterra guarda solo la sfera insaccarsi alla sua sinistra.
Juventus-Salernitana due a due, si riparte, per un fuorigioco che risponde (?) alla regola numero 11 del regolamento: infrazione di fuorigioco.
“Un calciatore in posizione di fuorigioco nel momento in cui il pallone viene giocato o toccato da un suo compagno deve essere punito soltanto se viene coinvolto nel gioco attivo: interferendo con il gioco, giocando o toccando il pallone passato o toccato da un compagno oppure interferendo con un avversario, impedendogli di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione, o contendendogli il pallone, o tentando chiaramente di giocare il pallone che è vicino quando questa azione impatta sull’avversario, o facendo un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone.“
Bonucci non fa nulla di tutto ciò. Per la terna è fuorigioco, “è il regolamento” dice Marcenaro. Amen se saremo costretti a vedere decine di reti non convalidate per la semplice presenza di giocatori anche influenti sulla traiettoria del pallone. Amen, fino a un certo punto. Fino a quando la norma regola lo sport e non il gesto tecnico, che ne è la sua essenza. A meno che non lo si cambi. Si segni solo a campo aperto, senza giocatori alle spalle o in uno contro uno.
Ma Juve-Salernitana non è finita qui. Allegri e Bonucci non ci stanno. Il punto non è più l’applicazione del regolamento da parte del direttore di gara, bensì un’immagine sfuggita al VAR. Candreva teneva tutti in gioco, e dunque la posizione del difensore bianconero non era passibile di alcuna interpretazione, era giusta a prescindere. Le televisioni si affannano per recuperare le immagini. SKY ricostruisce la linea al computer, secondo i calcoli, l’esterno granata è a 2,90 metri dalla linea di fondo, Bonucci a 3,42. È un buco clamoroso.
Il VAR, assistente tecnologico, nato per evitare i fallimenti umani del direttore di gara, fallisce, vede cadere le sue condizioni d’esistenza. “Si sono persi un giocatore, è inammissibile. Rocchi sarà furibondo, mina la credibilità della tecnologia utilizzata dagli uomini” tuona Caressa tra le mura del club. Quel famoso slogan della Lega andrebbe rivisto. La pirateria uccide il calcio si, ma il VAR mica scherza. Ci spieghi Rocchi cosa è successo, lo ascolteremo come fossimo tutti juventini.