Una malattia tutta italiana, l’esaltazione facile

Che se ne facciano tutti una ragione, lo stato di grazia esiste: l'acquisto di Bremer è una delle peggiori intuizioni della Juventus. Spoiler: oggi, non è l'unica.

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Articolo di Lorenzo Maria Napolitano13/01/2023

© “BREMER” – FOTO MOSCA

Mai un difensore è stato così tanto in difficoltà con le strisce bianconere addosso, neanche De Ligt, quando aveva le crisi d’identità non sapendo se il suo sport fosse la pallavolo o il calcio. In generale, tutto il reparto difensivo della Juventus, oggi, avrebbe fatto meglio a rimanere a Torino. Per otto partite la porta è stata inviolata, ma il Napoli ha dilagato con una facilità disarmante. Una debacle prevedibile, anzi intuibile, data la difesa schierata da Massimiliano Allegri. Nessuno che comandava, che dirigeva, che seguiva. Ognuno era in un mondo a sé. Bremer, centrale tra Danilo e Alex Sandro, non avrebbe voluto scendere in campo oggi.

E pensare la lotta che ha fatto la Juventus per accaparrarselo, dopo la grande (ma isolata) stagione con il Torino. I bianconeri pensavano di aver fregato tutti, ed invece non hanno fatto altro che fregare loro stessi. Un difensore fino a quel momento anonimo, dopo una sola buona stagione, mai avrebbe potuto guidare la retroguardia bianconera. Rimpiazzare Chiellini sarà impossibile, ma come si poteva pensare di lasciare la sua grandissima eredità nelle mani, o nei piedi, di un ragazzo con così poca esperienza?

Eppure tutta Italia lo ha esaltato, idolatrato, portato in trionfo… ma veramente? Che tifosi, appassionati, addetti ai lavori, se ne facciano una ragione: lo stato di grazia esiste. Esistono delle congiunzioni astrali, un allineamento di pianeti favorevole, un momento sì che ti rende grandioso, ma quello non corrisponde alla realtà. Purtroppo viene fatto spesso, si pensi anche al difensore croato Gvardiol, su cui oggi tanti ripongono aspettative, ma resteranno molto probabilmente delusi. Come i tifosi della Juventus dopo una prestazione tanto deludente. E, nella rosa, Bremer non è il solo. Pensate a Vlahović, ne parleremo a breve, eppure lui si paragona ad Haaland. Nel frattempo Milik, un po’ sottostimato, è riuscito a prendersi il suo posto da titolare.