Inzaghi vs Sabatini: quando le scuse non bastano e il calcio diventa teatro
Walter Sabatini ha aperto la conferenza stampa scusandosi pubblicamente con Filippo Inzaghi: un gesto di rara umiltà che però non ha convinto il tecnico.
La recente querelle tra l’ex allenatore della Salernitana e il suo direttore generale ha offerto spunti non solo per riflettere sulla lealtà e il rispetto reciproco, ma anche sull’arte perduta dell’empatia e della comunicazione. La vicenda si dipana tra le mura di una Salernitana in crisi, dove l’addio di Pippo Inzaghi e l’arrivo di Liverani segnano non solo un cambio alla guida tecnica, ma anche l’ennesimo capitolo di una saga caratterizzata da tensioni e amare riflessioni.
Un atto di rara umiltà
Walter Sabatini, in un gesto di rara umiltà nel calcio odierno, ha aperto la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore con delle scuse pubbliche rivolte al suo predecessore, Filippo Inzaghi. “Non l’ho aiutato abbastanza”, ha ammesso Sabatini, delineando un quadro di difficoltà e scelte complicate che hanno portato a un calciomercato di gennaio poco efficace. Tuttavia, le scuse, pur sincere, e pur essendo un gesto di rara onestà nel mondo spesso impenetrabile del calcio, non sembrano aver placato l’ira di Inzaghi,
La reazione di Pippo Inzaghi
La dichiarazione di Sabatini è stata interpretata da Inzaghi come benzina sul fuoco quando, ferito nell’orgoglio, ha risposto con una nota di risentimento palpabile attraverso il suo profilo Instagram, criticando queste scuse perché considerate tardive e inadeguate di fronte alle sfide affrontate, mettendo in luce una mancanza di lealtà percepita all’interno dell’ambiente calcistico.
Le motivazioni di quelle scuse
Eppure, chi conosce il carismatico Sabatini sa che le sue parole sono state mosse soprattutto da un senso di empatia e responsabilità, piuttosto che da una mera ammissione di colpa. La sua tendenza all’empatia, dimostrata anche nel passato nei confronti del licenziamento di Colantuono, avrebbe dovuto suggerire una lettura più rispettosa delle sue parole. Inzaghi, invece, sceglie la via dell’indignazione, forse dimenticando che sulla tragica posizione in classifica della Salernitana, c’è molto del suo operato, accompagnato da tante dichiarazioni di ottimismo fuori luogo.
Il contesto in cui ha operato Sabatini
Il punto di vista di Inzaghi, inoltre, non tiene conto delle sfide estreme affrontate da Sabatini al suo arrivo. Con una squadra in fondo alla classifica e senza fondi adeguati, il direttore sportivo ha dovuto navigare tra le acque turbolente di un calciomercato restrittivo, cercando di rafforzare la rosa con le poche risorse a disposizione.
Le scelte dell’ex tecnico
Nonostante questi sforzi, la scelta tattica difensivista di Inzaghi nella cruciale partita contro l’Empoli ha sollevato grossi dubbi sulla sua capacità di valorizzare al meglio le risorse disponibili, vedi l’inspiegabile esclusione di Weissman dall’undici titolare sceso in campo, preferendo affidarsi ad una formazione imbottita di difensori.
Può darsi che l’Empoli avrebbe vinto ugualmente, ma almeno avremmo avuto la certezza di averla affrontata con la migliore formazione possibile, senza recriminazioni successive. Non a caso molti addetti ai lavori e la totalità dei tifosi granata, hanno ravvisato in quelle scelte cautelative di Inzaghi, un tragico autogol per le sorti future della Salernitana, che mette in luce limiti non solo strategici ma anche di visione.
La morale conclusiva
In questo contesto, la critica più pungente nei confronti di Sabatini risiede forse nella tardiva decisione di allontanare Inzaghi, un’azione che, se presa prima, avrebbe potuto risparmiare ulteriori dispiaceri alla squadra e alla tifoseria. È facile, tuttavia, giudicare con il senno di poi, e le dinamiche interne di una squadra di calcio sono spesso più complesse di quanto possano apparire dall’esterno. Resta la speranza che, al di là delle recriminazioni, ci possa essere un apprendimento reciproco e un passo avanti verso un futuro in cui la lealtà e la comprensione reciproca prevalgano sulle amarezze del passato.