Napoli nel cuore
Il calcio italiano appartiene a un mondo sporco e la partita di ieri tra Milan e Napoli di Champions League ha presentato l'ennesimo episodio di razzismo.
Milano? Città leader dell’economia italiana, metropoli ricca soprattutto per la favorevole prossimità geografica con il potente motore dell’Europa. Molti se lo sono chiesto: “Avrei accettato di emigrare a Milano in cambio di un incarico prestigioso, lautamente remunerato, del comfort garantito dall’efficienza meneghina? Avrei paragonato senza un forte mal di pancia il capolavoro di ‘O sole mio, con la canzoncina razzista ‘O mia bela Madunina’… lontan de Napoli se moeur… ma po’ i vegnen chi a Milan”, spocchioso ritornello che schernisce i napoletani? Di sicuro, gli italiani della val padana, per godere di salutare leggerezza e riconciliarsi con il bello della vita, scendono nell’oasi felice di Napoli, del Sud.
Il perfezionismo della capitale italiana della finanza somiglia molto a un selfie vendicativo, che si propone di contrapporre l’efficienza nordista alla Grande Bellezza del Sud e ne esce sconfitto. Prova a recuperare credito con l’arma velenosa del disprezzo, dell’offensiva razzista.
Nasce così la Lega Nord, l’ignobile discrimine di “Non si affitta a meridionali”, l’etichetta di “Pizza e mandolino”. C’è di peggio: con prosopopea nordista, Milano e dintorni drenano a proprio vantaggio le risorse del Paese.
Trasferito nel mondo malato del calcio, il tema dell’Italia spaccata in due diventa violento. Un odioso esempio, scelto non a caso tra molti: “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”, diffuso coro razzista da stadio. Lo pubblica Spotify sulla piattaforma musicale ed è soltanto l’ultimo episodio di discriminazione territoriale ai danni dei napoletani.
Daniel Verdú, autorevole corrispondente di El País: “Riflette la vecchia idea razzista e nordista secondo la quale i napoletani sono sporchi, gridano, non sanno comportarsi. È il coro che usava Matteo Salvini quando il suo partito chiedeva l’indipendenza del nord Italia e non aveva bisogno dei voti del Sud per alimentare la sua pagliacciata politica”.
Ieri la sconfitta immeritata degli azzurri (0 a 1 con il Milan, partita di andata della Champions), anche per lo scandaloso arbitraggio del rumeno Kovacs, ultimo esempio di ‘benevolenza’ degli arbitri a favore di ‘potenti’ squadre del nord.
Quale mente diabolica ha partorito lo striscione “Via Raffaele Stasi 40/46 (Na)”, a prima vista misterioso. L’autore. che deve conoscere bene Napoli, ha citato l’indirizzo di “Acqua e Sapone”, che nasconde l’allusione alla classica offesa ai tifosi azzurri, accusati di scarsa igiene.
Girovagando in Italia per impegni professionali, un napoletano doc ha denunciato: “Nelle città senza mare, giornate di malumore, di disagio emotivo, voglia matta di tornare, di affacciarmi sul golfo dominato dalla maestosità del Vesuvio, sul profilo di Capri”.