La fiction di Kalidou

È stata la fiction dell'estate, quella che ha come protagonisti il Napoli e Koulibaly. Tra bugie, strategia e colpi di scena.

Articolo di Luciano Scateni13/07/2022

© “KOULIBALY” – FOTO MOSCA

Ma fatela finita. Resta, se ne va, forse ci ripensa, no, ha voglia di un change dopo otto anni di Napoli imperfetto e il suo obiettivo scudetto, l’agognato prestigio internazionale sono una chimera svanita anno dopo anno. L’elenco di giocatori d’eccellenza bruciati per ragioni di cassetta di De Laurentiis si allunga e sfiora i limiti della pietra dello scandalo, senza dubbio il rebus, sciarada, indovinello, proposto al tavolo del famigerato ‘calcio mercato’ sul futuro di Koulibaly. Nessuno è insostituibile, lo dimostrano la rinuncia del Real Madrid al geniale Di Maria, il via libera del Milan a Donnarumma, ma nel ruolo del gigante senegalese c’è davvero poco in giro nel mondo e chiunque gode della sua statura tecnica ha il diritto, ma anche il dovere di renderlo incedibile.

Eppure, Giuntoli, negoziatore del Napoli, in accordo con il presidente, ha provocato il mercato ripetendo “finora nessuna avance dall’Italia e dall’estero”, che tradotto vuol dire “fatevi avanti, in mancanza di offerte si può trattare”. Nella realtà erano più di uno i club interessati a ingaggiare il difensore centrale di Spalletti e per esempio la Juventus, orfana di Chiellini, ma soprattutto il Chelsea, uscito allo scoperto con la disponibilità a sborsare 40 milioni (scelta prioritaria del giocatore). Les jeux sont finis. È ufficiale il the end della fiction con “l’esilio di Kalidou” in terra albionica e si chiarisce l’esca lanciata dalla società per forzare i tempi dell’operazione, e sollecitare chi era interessato a ingaggiare il centrale difensivo del Napoli a uscire allo scoperto.

Alla proposta farlocca di un contratto da sei milioni, la fascia di capitano e un ruolo di dirigente a fine carriera, ha risposto il Chelsea: dieci milioni netti all’anno. Il segnale significativo della vera intenzione di De Laurentiis ha anticipato la notizia dell’accordo siglato è sicuramente la conclusione della trattativa per l’arrivo a Napoli di Ostigard del Brighton, presentato appunto come alter ego di Koulibaly. Che nella testa del possente senegalese ci fosse l’idea di cambiare aria, era confermato dal suo temporeggiare, evidentemente condizionato dal top secret imposto dal suo agente in attesa del via libera del Napoli al club inglese. La testata britannica ‘The Athletic’ conferma l’offerta allettante per De Laurentiis e mette fine al tormentone estivo che ha come unici sconfitti i tifosi napoletani, ma che certamente entusiasmerà i supporter dei ‘blues’ orfani dei centrali Rudinger e Christensen, finiti rispettivamente al Real Madrid e a Barcellona.

Per distogliere i ‘forza Napoli’ innamorati ‘cotti’ degli azzurri, voilà, dal cappello a cilindro dell’illusionista (Giuntoli? De Laurentiis? I due in tandem?) spunta la suggestione Dybala, che il Napoli starebbe trattando. Un altro ballon d’essai? E cos’altro, la revisione al rialzo del contratto perché ‘Ciro’ resti a Napoli con l’offerta di due milioni e mezzo all’anno? Non ha precedenti la conferenza stampa di un direttore sportivo: parlò Giuntoli con dovizia di dettagli e strategica pacatezza. Disse di mercato, con nomi, cifre, valutazioni e indiscrezioni. Si è attardato a chiarire le situazioni dei giocatori in scadenza di contratto o giù scaduto. E allora, Ospina è stato invano corteggiato, ma “Ha preferito di andarsene per guadagni maggiori in un Paese meno attrattivo calcisticamente; Mertens ha temporaneamente rifiutato l’offerta di 5 milioni lordi; per Fabian Ruiz si deciderà in base a un’eventuale, importante offerta; Koulibaly? Mai alla Juventus”.

Sul centrale senegalese anche una battuta di Spalletti: “Abbiamo per lui una misura XXL perché ha due braccia enormi e la fascia di capitano di Insigne non gli entra”. Nessuno ha riso. Poi la stoccata per placare l’ira funesta dei tifosi: “Se va via sarà solo per colpa sua che vuole guadagnare di più”. Le reazioni rese note (con quale imparzialità?) sono in parte di assoluzione della società. Altre severamente critiche: “Giuntoli ha giocato la carta della disperazione con le sue dichiarazioni su Koulibaly per portarlo allo scoperto, solite tecniche di ADL per uscire dalle situazioni spinose” Una seconda: “Ci rendiamo conto dell’azione intimidatoria e mafiosa nei confronti di Koulibaly? Parlando tutti senza contraddittorio e gli fanno fare la parte dell’Infame…” Ancora: “È uno scarico di responsabilità della società. Un giocatore come lui deve poter ambire a vincere prima di appendere le scarpe al chiodo. A Napoli, in 8 anni, ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa italiana”. “È una mossa della società per mettere spalle al muro il giocatore, per non fare infuriare i tifosi”. Fine della fiction.

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