Barcellona-Napoli: sorteggio negativo o positivo?

Il Napoli pesca il Barcellona. I catalani sono il fantasma della squadra più forte del mondo: il sorteggio è stato favorevole?

Articolo di Lorenzo Maria Napolitano13/12/2021

© “SPALLETTI” Barcellona – FOTO MOSCA

Nessun tifoso napoletano si sarebbe aspettato un avversario più abbordabile. La dea bendata, come al solito, purtroppo, bacia gli altri. Quando il nome del Napoli è stato estratto dalle urne, è sempre capitato in gironi di ferro, o mandato a disputare partite contro le grandi corazzate europee. Ricordiamo il Chelsea, il Real Madrid, il Manchester City, il Barcellona, appunto. Stavolta riaffrontiamo i catalani, ma in un contesto diverso dal quale sono abituati. Per loro, quest’anno, l’ultima melodia dell’inno è arrivato dopo sole 6 partite. È un Barcellona diverso, non quello del primo triplete, quello del secondo, od ancora quello che ha vinto in lungo e in largo. Insomma, questo sorteggio è stato favorevole o sfavorevole?

Il Borussia Dortmund fa paura. Il vichingo con la 9 senza dubbio spaventa chiunque. Ma nelle retrovie i tedeschi lasciano molto a desiderare. Il Sevilla ha dominato la competizione nel decennio scorso, ma il “mago” Unay Emery ora allena altrove. Non perdendo, però, il vizio di vincere la competizione. Lipsia, Porto e Zenit non sarebbero state avversarie semplici, anzi. In alcuni settori del campo, hanno anche individualità più importanti rispetto alla formazione azzurra. Soltanto, con tutto il rispetto, lo Sheriff avrebbe fatto tirare un leggero sospiro di sollievo. D’altronde, siamo in Europa League. Non si può pretendere che ci siano una serie di squadre con mezzi a disposizione inferiori.

Tirando le somme, quindi, il sorteggio non è stato sicuramente fortunato. Scagli la prima pietra chi non abbia esclamato:”Ecco, come al solito…” nel momento in cui è stato estratto il bigliettino.

PERCHÈ SI CREA IL DUBBIO?

Questo Barcellona è senza dubbio il fantasma della squadra degli invincibili. Tra acquisti sbagliati, errori e scandali sotto il punto di vista dirigenziale. Diciamo che, ultimamente, non è stato proprio “Mes Que Un Club“, dato che il primo avversario per la squadra, ma anche per la città e i tifosi, è stata la presidenza. In pratica, il nemico era in casa. Parte della vecchia guardia è stata ceduta, altra parte ha dovuto fare un pò i conti con l’età. Il punto di forza della squadra restava la presenza del suo numero 10, trasferitosi anche lui quest’anno.

DUNQUE, CHI AFFRONTERÀ IL NAPOLI?

Con il presidente Laporta e Xavi in panchina il Barcellona “torna” in una sorta di confort zone. Ma le partite si vincono sul campo, con il talento, ed a questa squadra proprio non manca. Il Barcellona, già anni fa, le partite le vinceva grazie ad una zona del campo: il centrocampo. Il Barcellona vanta un ventaglio di centrocampisti comprendente tre generazioni: passato, presente e futuro. Da Sergio Busquets, metronomo e padrone della mediana, a Frankie De Jong, – attenzione, come lo interpreta Xavi, non Koeman – fino ad arrivare alla generazione Z con Gavi, Pedri e Nico Fernández. Già convocati tutti con la Spagna di Luis Henrique, nonostante alcuni non abbiano ancora la patente. Davvero.

Il pallone è di loro dominio. De Jong è il motore della squadra. Probabilmente “El arquitecto” gli ha permesso di raccogliere la sua eredità, svolgendo il suo ruolo. Una serie di passaggi corti e rapidi ad alta intensità e velocità disorientano e costringono l’avversario ad arretrare. Se non pressati bene, trovano spazio in un battito di ciglia, se, invece, subiscono un asfissiante pressing, s’esaltano ancora di più. In attacco la certezza ha un nome ed un cognome: Memphis Depay. Autentico trascinatore della squadra nei momenti di difficoltà. E, con Koeman, c’è ne sono stati parecchi. A febbraio forse potrebbe ritornare Ansu Fati, l’erede – sotto il punto di vista numerico – di Lionel Messi. Coutinho è un concentrato di fantasia brasiliana ed imprevedibilità. Se in forma, mai lasciargli spazio.

L’unica “pecca” che sta dimostrando d’avere questa “nuova” squadra è la facilità con cui, spesso, viene punita. Quasi sempre in contropiede. D’altronde, giocando novanta minuti nella metà campo avversaria, una volta recuperata palla, un lancio lungo e tra l’attaccante ed il gol v’è solo il portiere. Questa potrebbe essere la chiave che potrebbe permettere al Napoli di vincere, dato che, di velocisti la squadra non è di certo priva. Considerando poi, il ritorno di Victor Osimhen.

Guai a sottovalutare questa squadra pensando che non è quello di Messi, Iniesta, Xavi e compagnia. L’impronta che l’allenatore sta cercando di dare, è quella. Gli interpreti sono d’elevato spessore. Forse non tutta la squadra, ma sicuramente una buona parte dell’intera rosa fa parte di quel novero di giocatori sopra la media. Peggio di così…